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Inchiesta

La strage di Bagnara di Romagna

La caserma dei Carabinieri è uno dei simboli più importanti di legalità e presenza dello Stato. Nei piccoli centri la caserma dei Carabinieri ha un ruolo sociale notevole. Molte dispute vengono risolte in caserma senza arrivare in tribunale.

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Credit foto archivio "L'Unità"

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La caserma dei Carabinieri è uno dei simboli più importanti di legalità e presenza dello Stato. Nei piccoli centri la caserma dei Carabinieri ha un ruolo sociale notevole. Molte dispute vengono risolte in caserma senza arrivare in tribunale.

I carabinieri conoscono ogni abitante di un piccolo centro. Questo assicura un’applicazione della legge rigorosa ma anche con la necessaria comprensione umana. Si ha la certezza di ricevere sempre soccorso dalla caserma dei Carabinieri.

Certezza che avevano anche gli abitanti di Bagnara di Romagna. Un piccolo centro di 1800 abitanti, vicino Forlì. Tutti si conoscono e tutti conoscono i sei carabinieri in servizio presso la locale stazione. Un paese tranquillo, dove non succede mai nulla.

Anche la mattinata del 16/11/1988 scorre tranquilla. Sono circa le 12. Il brigadiere Chianese, comandante della caserma carabinieri di Bagnara di Romagna, è seduto alla scrivania del suo ufficio. Non è solo. Ci sono il carabiniere scelto Quaglia, il carabiniere scelto Mantella, il carabiniere ausiliario Fabbri e il carabiniere ausiliario Camesasca. Sono tutti in divisa e armati. Manca solo il carabiniere Trombin, si trova in licenza.

 Improvvisamente nell’ufficio del brigadiere Chianese si scatena una furiosa sparatoria. I testimoni sentono decine di colpi. Viene dato l’allarme. Arrivano i soccorsi.

 Inutili, sono tutti morti. Il brigadiere Chianese è riverso sulla scrivania. I 4 carabinieri sono a terra, sul pavimento, coperti di sangue. Sul corpo di Chianese, Quaglia, Fabbri e Camesasca sono presenti molte ferite d’arma da fuoco. Sul corpo di Mantella è presente una sola ferita d’ arma da fuoco alla tempia.

 Secondo la ricostruzione ufficiale Mantella , colto da raptus , spara contro i suoi colleghi cento colpi. Usando sia la mitraglietta che le pistole in dotazione. Poi si spara un colpo alla tempia.

Tutto chiaro quindi ? No. Per prima cosa è strano che tutti i militari in servizio si trovassero nell’ufficio del comandante. Alcuni carabinieri erano in servizio esterno e sono rientrati improvvisamente.

 Il brigadiere Chianese è seduto alla scrivania. I suoi uomini si trovano davanti a lui. Questo lascia pensare che Chianese  chiama a rapporto i militari. Ma per quale motivo ? Per le normali istruzioni settimanali o era accaduto qualcosa ?

Il turno di servizio finiva alle 13, perché  Chianese non aspetta il rientro dei militari alla fine del turno ? Inoltre cosa potrebbe aver scatenato il raptus di Mantella ? I 5 carabinieri venivano descritti come molto uniti, nessun dissapore o tensione apparente.

Mantella era sposato, padre di due figli. Era nei Carabinieri da sei anni. Nella sua vita nulla lasciava prevedere un simile raptus. Nell’estate del 1988 Mantella era diventato padre per la seconda volta e al battesimo aveva invitato tutti i suoi colleghi.

Chianese comandava la stazione carabinieri di Bagnara dall’agosto del 1987, quindi conosceva bene i suoi uomini. L’inchiesta ufficiale ricostruisce la dinamica della strage ma non riesce ad individuare il movente.

 Con il tempo la strage di Bagnara di Romagna viene dimenticata, sepolta dal passare degli anni. Vengono sepolti anche i dubbi e gli interrogativi. I carabinieri vengono , da sempre , indicati come i silenziosi servitori dello Stato. Il vecchio motto dell’Arma dei Carabinieri recitava : “usi ad obbedir tacendo e tacendo morire”. Motto che rappresenta molto l’essenza del carabiniere.

 Anche Chianese, Quaglia, Fabbri, Camesasca e Mantella sono morti ed è sceso il silenzio. Eppure loro avrebbero ancora qualcosa da dire.

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