Attualità
La felicità che muore sulla strada
Un destino crudele e una scena straziante avvenuta a Coreno Ausonio in provincia di Frosinone, con l’ennesima vittima della SR630. Scene simili avvengono in tutta Italia praticamente ogni giorno. Tutte vittime della strada. Di incidenti stradali.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Una bella casa di campagna con ancora i festosi segni di un recente evento gioioso: un matrimonio. Molta la gente in strada ma senza gioia. Lacrime e dolore in attesa del carro funebre per l’ultimo viaggio di Graziella. La giovane donna che meno di due mesi prima era uscita da quella casa come sposa felice.
Un destino crudele e una scena straziante avvenuta a Coreno Ausonio in provincia di Frosinone, con l’ennesima vittima della SR630. Scene simili avvengono in tutta Italia praticamente ogni giorno. Tutte vittime della strada. Di incidenti stradali.
Che spesso di accidentale hanno poco. Alta velocità, guida in stato di ebrezza, uso di sostanze stupefacenti. Oltre a questo dobbiamo aggiungere strade vecchie e in cattivo stato di manutenzione.
Esiste il Codice della Strada, esiste la segnaletica verticale e orizzontale. Ogni utente è tenuto a rispettare scrupolosamente la normativa che regola la circolazione stradale. Tutto ciò è sufficiente?
Ovviamente no. Non possiamo e non dobbiamo delegare al comportamento del singolo la sicurezza collettiva degli utenti della strada. La punizione dell’eventuale infrazione non è sufficiente. Una multa e una condanna in sede penale non riportano in vita un morto. Serve prevenzione.
La manutenzione delle strade è fondamentale. Come il loro adeguamento agli attuali volumi di traffico. La nostra rete stradale è vecchia. Progettata nel periodo che va dagli anni 50 agli anni 70. Praticamente nella Preistoria dell’evoluzione del traffico stradale.
Una strada deve poter offrire spazio sufficiente per le manovre d’emergenza; una buona illuminazione; un manto stradale in ottimo stato. Devono essere presenti idonei accorgimenti per impedire fisicamente manovre non consentite come sorpassi, inversioni del senso di marcia ed eccesso di velocità.
Lentezza burocratica e mancanza di fondi sono spesso le motivazioni che impediscono efficaci interventi sulla rete stradale. La mancanza di fondi e una macchina burocratica inefficiente non possono diventare scriminati rispetto all’ eventuale omissione di atti d’ufficio.
Davanti a tragedie come quella della morte di Graziella troviamo conforto nella fede. Nei progetti di Dio. Giustamente. Dobbiamo, però, avere anche fede nell’uomo. Nella sua capacità di agire efficacemente per il bene comune. Con l’attuale capacità tecnologica è possibile anzi doveroso rendere le strade sicure. Noi non possiamo sapere dove finiscono i limiti umani e inizia la volontà di Dio. Quindi dobbiamo agire al massimo delle nostre possibilità e anche oltre per evitare altre tragedie. Pretendendo che lo stesso faccia la classe politica.
Non basta una lettera scritta all’assessorato competente. Non bastano dichiarazioni. La politica deve fare di più. Anche la magistratura può verificare se una corretta manutenzione e una modernizzazione delle strade potevano evitare incidenti.
Noi tutti possiamo fare di più. Non facciamo vincere la rassegnazione dell’incidente come fatalità inevitabile a prescindere. Inevitabile è l’evento che si realizza nonostante sia stato fatto tutto ciò che le umane possibilità permettono. Tutto il possibile.
Ogni singola vita ha un valore inestimabile. Che giustifica ogni sforzo e qualsiasi spesa per tutelarla.
Possiamo e dobbiamo mettere in atto una costante pressione, con gli strumenti offerti dalla normativa, sugli enti preposti per ottenere sicurezza sulle strade.
Gesù e sua madre Maria erano invitati alle nozze di Cana. Il vino era finito e con esso stava per finire la festa degli sposi. Maria chiese a Gesù il suo primo miracolo: tramutare il vino in acqua per far continuare la festa e con essa la felicità.
Noi non possiamo fare miracoli ma possiamo e dobbiamo fare la nostra parte per non vedere più un lenzuolo bianco sull’asfalto di una strada. Il bianco deve rimanere il colore della festa.
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