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Bari: Malati di aids rifiutati dai gestori di un lido balneare

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di NICO CATALANO

Ci sono delle storie che non vorresti scrivere, racconti che quando ascolti  provocano tanta rabbia mista a vergogna.


Episodi che purtroppo avvengono nell’Italia reale, un Paese così imbarbarito e regredito, tanto da avere smarrito del tutto quel valore della solidarietà che un tempo caratterizzava le nostre comunità. Una società quella odierna, talmente imbruttita da mettere gli ultimi contro penultimi, così come avveniva per i famosi “Capponi di Renzo”. Una sterile quanto inutile “lotta” tra poveri, che avvantaggia solo l’attività di sciacallaggio di qualche politico oggi al governo della nostra Nazione. Complice di tutto ciò il dilatato analfabetismo funzionale, amplificato dall’uso distorto dei social che facilitano la costante diffusione delle fake news, notizie spazzatura che fanno passare solo ignoranza e becerume per scienza e verità.

In questo clima non certo “progressista” avviene, che un gruppo di persone malate di Aids, ospiti della casa-alloggio ‘Raggio di sole’ gestita dalla fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano di Bitonto, venga rifiutato dai gestori di uno stabilimento balneare della provincia di Bari.

I dirigenti della struttura sanitaria privata, nata nel lontano 1999, unica in Puglia per l’accoglienza delle persone malate di Aids, avevano deciso di rivolgersi ad un lido della zona, anziché spostarsi in altri luoghi d’Italia, per consentire tre volte la settimana, i benefici di qualche ora di mare e piscina agli ospiti della casa di accoglienza.

La motivazione del rifiuto da parte dei gestori dello stabilimento, è la paura del contagio del’ HIV da parte dei malati di Aids. Rifiutati quindi perché diversi, malati, un diniego frutto di un pregiudizio, figlio dell’ignoranza e del presappochismo che caratterizza questi infausti tempi. Al netto della mancanza di umanità, solidarietà e senso civico da parte di questi imprenditori balneari, aspetti non secondari di cui potremmo scrivere pagine intere, esiste un problema di cialtroneria mista alla non conoscenza che contraddistingue i gestori della struttura di balneazione, infatti i malati di Aids avendo la carica virale azzerata, non possono trasmettere l’Hiv” con un bagno al mare, o in piscina. Così come nessun contagio potrebbe avvenire con il sudore, le lacrime, l’urina o la saliva.

In un Paese dove regna la paura per il diverso e addirittura l’alterità viene percepita non come una ricchezza ma come un problema sociale, la malattia così come la povertà vengono viste come una colpa, un qualcosa da cui tenersi lontano o da rinchiudere in un ghetto. Sarebbe utile invece riproporre accanto al reddito di cittadinanza anche dei seri programmi ministeriali di educazione civica, ambientale, alimentare e sanitaria di cittadinanza, magari cominciando a fare frequentare questi corsi molti politici e diversi imprenditori.

Fonte della foto: Il sussidiario.net

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo