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L’Italia di Sitting volley Campione d’Europa. Elisa Spediacci: “Bebe Vio mi ha dato speranza”

A Caorle (Venezia) la Nazionale Italiana di Sitting volley si laurea per la prima volta Campione d’Europa battendo la Slovenia per 3-1 (25-17, 22-25, 25-16, 25-22) da imbattuta e si qualifica alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Ne parliamo con una delle protagoniste: Elisa Spediacci

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: per gentile concessione di Elisa Spediacci

Dopo due secondi posti (Budapest 2019 e Kemer 2021), l’Italia di Sitting volley stavolta riesce a salire sul gradino più alto. Con questo titolo il movimento di pallavolo italiano ha fatto l’ein plein, dopo gli Europei vinti sia nella pallavolo femminile che nel beach volley. Le ragazze di Amauri Ribeiro superano la Slovenia in un torneo che le ha viste indiscusse protagoniste. Intervistiamo Elisa Spediacci che a causa della meningite meningococcica di tipo C ha perso il piede sinistro e alcune falangi delle dita delle mani ma non ha perso la sua voglia di essere la migliore.

Elisa complimenti per questa vittoria. Raccontaci le emozioni di questi Europei

Penso di aver provato qualsiasi tipo di emozione in questo Europeo. L’intensità di queste emozioni è stata un crescendo andando verso il finale della competizione. C’è stato un inizio più sereno e consapevole. Sapevamo che potevamo vincere ed eravamo focalizzate sul nostro obiettivo. Siamo state lucide e determinate per tutto il girone. Poi è arrivata la semifinale. La rabbia di non riuscire a mostrare il nostro gioco per 2 set, la paura di vanificare tutti i nostri sforzi e di rimpiangere un domani quel momento. Ma poi ci siamo ricordate chi siamo e la voglia di vincere ha prevalso su tutto il resto. Ribaltare una partita così difficile è stata una grande dimostrazione di forza e ha accresciuto la nostra consapevolezza. Un finale con le lacrime, lacrime per la gioia di poter ancora credere nel nostro sogno. E poi la finale, con quell’ultimo punto tanto atteso che è stato il coronamento del nostro sogno e ci ha fatto scoppiare il cuore di gioia.

Dopo due secondi posti stavolta ce l’avete fatta.

Si, dopo due secondi posti questa volta ce l’abbiamo fatta e abbiamo portato a casa il primo oro europeo in questa disciplina. Oro ancora più prezioso perché ci qualifica per le Paralimpiadi di Parigi 2024. Abbiamo ottenuto questo risultato straordinario insieme ed insieme al nostro pubblico. Ai nostri parenti, amici, genitori, a tutte quelle persone che hanno creduto in noi e che ci hanno sempre sostenute. Vincere è stupendo ma vincere in casa circondate da tutto quel calore e quell’affetto è stato qualcosa di indescrivibile

Questa Nazionale ha dimostrato di avere carattere. Durante questi Europei avete avuto dei momenti bui come ad esempio la semifinale con l’Ucraina, dove vi siete trovate sotto di due set. Eppure siete riusciti a recuperare e a vincere. ci avete creduto fino alla fine

Penso che se siamo riuscite a ribaltare la partita con l’Ucraina sia stato proprio perché abbiamo voluto vincere a tutti costi e non abbiamo smesso di crederci e anche perché siamo tecnicamente più forti perché altrimenti un recupero così non penso sarebbe stato possibile.

Nel primo set dominato sin dall’inizio siete partite subito forte. Nel secondo set c’è stato invece il ritorno della Slovenia. Dal terzo set in poi non c’è stata storia. Che partita è stata per te?

La partita con la Slovenia secondo me l’abbiamo dominata. Siamo partite mostrando il nostro gioco, poi c’è stato un calo di tensione con qualche errore di troppo e abbiamo perso un set. Nonostante questo non ho mai perso la convinzione che avremmo vinto questa partita.

Dimmi due difetti di questa Nazionale su cui dovrete lavorare

Dobbiamo cercare di lavorare sulla continuità, perché abbiamo un gioco bellissimo ma a volte abbiamo dei momenti bui dai quali fatichiamo ad uscire. E poi penso che saltuariamente facciamo ancora qualche errore gratuito di troppo che dovremmo cercare di ridurre

C’è tanta Dream Volley Pisa in questa Nazionale: Oltre a te ci sono Giulia Aringhieri, Giulia Bellandi, Eva Ceccatelli e Sara Cirelli. L’anno prossimo vincete lo scudetto?

Non lo so se vinceremo lo scudetto, se ne avessi la certezza perderebbe di valore anche l’eventuale vittoria. Ma una cosa è certa scenderemo in campo per vincerlo con la consapevolezza di poterci riuscire ma con l’umiltà di sapere che non siamo l’unica squadra forte.

Hai sempre detto Bebe Vio è stata importante nella tua vita. Ci puoi raccontare perché?

Bebe è stata molto importante per me perché mi ha dato la speranza. Io ero in ospedale che combattevo con il meningococco c e non sapevo cosa ne sarebbe stato di me, non avevo mai visto una persona amputata e non avevo idea delle difficoltà che avrei potuto incontrare ne tanto meno se sarei riuscita a superarle. Poi ho visto Bebe, quanto fosse straordinariamente forte e determinata. Lei è inarrestabile e la malattia non le ha impedito di realizzare i suoi sogni . Vedere quello che lei era in grado di fare mi ha fatto capire che se non mi fossi pianta addosso ma avessi reagito c’era ancora davanti a me una vita meravigliosa che meritava di essere vissuta

Prossimo appuntamento: le Paralimpiadi. Tempo fa hai detto che non ti basta partecipare, ma che vuoi vincere. Quanto saranno difficili queste Paralimpiadi?

Le Paralimpiadi saranno davvero difficili, ma se così non fosse non avrebbero questo prestigio. Partiamo con la consapevolezza di essere una squadra forte che ha il dovere di credere in ogni partita. Lavoreremo tanto e duramente per cercare di ottenere il miglior risultato possibile. Credo nella mia squadra perché siamo un gruppo meraviglioso e poi chissà che insieme non riusciremo a realizzare un altro sogno.

IL TABELLINO

ITALIA-SLOVENIA 3-1 (25-17, 22-25, 25-16)

ITALIA: Ceccatelli 12, Bellandi 13, Bosio 18, Pedrelli 10, Cirelli 4, Battaglia 6, Biasi (L). Aringhieri 7. N.e: Barigelli, Desini, Spediacci, Moggio. All. Ribeiro

SLOVENIA: Vrhovnik 4, Brik 16, Jeler 3, Vrabic 17, Ocepek 8, Gabrscek 12, Kocmur (L). N.e: Ferjan, Jakin, Pogacar, Kocmur. All. Bozic.

ARBITRI: Hasanic, Arpas

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