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La protesta degli agricoltori e le istituzioni europee da rinnovare

La protesta degli agricoltori può essere l’inizio di una giusta riflessione. Anzi deve esserlo.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La protesta degli agricoltori dilaga. In Europa. In Italia. Le motivazioni sono note.

https://www.ruminantia.it/gli-agricoltori-italiani-si-uniscono-alla-protesta/

Dalla protesta degli agricoltori scaturiscono delle riflessioni più ampie.

La prima tocca il concetto stesso di Unione Europea. Unione necessaria ma che mostra delle criticità da anni. Unire non può significare cancellare le peculiarità nazionali. Nel caso dell’agricoltura ha significato mortificare la produzione locale di molte nazioni. Il discorso si può applicare in ogni campo dell’integrazione europea. Integrare deve significare aggiungere non cancellare. Preservando l’identità nazionale.

Appare evidente, anche in ambito agricolo, la frattura tra sindacati e base. Con la polemica tra le varie organizzazioni spontanee di agricoltori e la Coldiretti.

Una frattura che è un rischio per la tenuta sociale. Il sindacato è un baluardo di democrazia. Una conquista costata secoli di lotta. Una conquista in pericolo.

Il sindacato di lotta degli anni 70 è stato sostituito da un sindacato del compromesso. Compromesso spesso al ribasso. Con una condotta conservativa e non di progresso sociale.

Gli agricoltori, con i loro trattori, hanno occupato nuovamente la “piazza”. Le proteste sono sempre più virtuali. La mobilitazione di piazza è sempre più rara. Anche in questo sono lontani anni della mobilitazione di massa.

La giusta aspirazione di integrazione europea ha creato danni in Italia. Inutile nasconderlo. Danni creati dalla mancata considerazione per le peculiarità e fragilità italiane.

In un Paese con un forte divario tra nord e sud erano necessari interventi di tutela e sostegno. Invece il rigore finanziario e delle normative sbagliate hanno peggiorato i nostri problemi.

Aprendo la strada al sovranismo. In tutte le sue forme.

Non è sbagliata l’idea di Europa unita ma è sbagliato il metodo utilizzato. Iniziando dal ruolo marginale dei cittadini nell’Europa unita. Sarebbe necessaria  maggiore democrazia diretta nelle istituzioni europee.

Non esiste via alternativa all’Unione Europea. Serve però maggiore ascolto. Bruxelles è lontana. Più che di una grossa organizzazione politica e burocratica centralizzata abbiamo bisogno di istituzione europee “nomadi”. Pronte a toccare con mano tutte le realtà di questa nostra grande Europa. Non può essere un dialogo esclusivo tra istituzioni politiche europee e nazionali in stanze chiuse e spesso isolate dalla realtà.

La protesta degli agricoltori può essere l’inizio di una giusta riflessione. Anzi deve esserlo.

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