Esteri
Un mese di escalation: il punto
L’andamento del conflitto ad un mese dall’inizio dell’escalation in Ucraina. La situazione sui vari fronti.
di Stefano Orsi
Sitrep Guerra in Ucraina n. 5 del 27-3-2022
Situazione operativa sui fronti ucraini
Settimana di alterne fortune per le diverse parti in causa, l’Ucraina, la Russia e le due Repubbliche di Donetsk e Lugansk.
Iniziamo dal settore nord.
Le truppe russe sono da più di un mese attestate nei pressi di Kiev, ma da due settimane non compiono alcuna pressione per entrare in città, anzi forse non lo hanno mai nemmeno fatto.
L’iniziativa, pertanto, su questo fronte sta passando alle truppe ucraine.
Muovendo dalla capitale e da Voronez, hanno tentato di isolare le forze russe presso Bucha, ma non ci sono riuscite, anche l’aggiramento sul fianco sinistro russo si è arenato lungo il corso del fiume Irpin, che da il nome ad un sobborgo della Capitale, in quanto, a causa del danneggiamento di uno sbarramento sul Dniepr, parte dell’area golenale del fiume è allagata ed ha protetto il fianco russo.
Irpin, sotto la spinta ucraina, è stata ripresa, anche perchè i russi non difendono metro su metro, ma arretrano per far sfogare la pressione offensiva ucraina.
Gostomel, l’aeroporto teatro della splendida operazione iniziale dei paracadutisti, è ancora sotto pieno controllo russo.
Fronte ad est di Kiev, nuova sortita ucraina, che sta allontanando dalla città le truppe russe. Anche qui non c’è resistenza ferma da parte russa, ma mobilità: se la pressione ucraina sale, loro arretrano un po’ per scaricare la forza ucraina. Cosa significa questo: innanzitutto, le truppe in attacco sono dal lato debole, “la forza è nella difesa, la debolezza nell’attacco” (Sun Zu), quindi, uscendo con i mezzi dalle città, si espongono agli attacchi dell’aviazione e di notte anche degli elicotteri. Leggendo il bollettino del Ministero della difesa russo, dal settore nord nella notte scorsa erano stati eliminati dieci carri armati ucraini e diversi altri blindati, mentre prima, restando coperti in città, non ne avevano subiti.
Comunque, hanno aperto una via lungo il Dniepr per ricongiungersi alle forze chiuse nei pressi di Nezhin, mentre quelle chiuse in Chernikov restano isolate. La vicina Slavutich è stata presa dalle truppe russe e la situazione in Chernikov si è fatta difficile per le truppe ucraine, dopo tanti giorni di assedio nella sacca.
Le offensive ucraine, quindi, se da un lato permettono loro di riprendere l’iniziativa, fattore positivo, espongono alla perdita di mezzi molto più elevata che restando in difesa in città, anche visto il fatto che mai le truppe russe hanno dato da pensare di tentare l’ingresso nella cerchia urbana.
Per conoscere il costo di queste offensive, pertanto, bisognerebbe sapere l’esatta situazione delle restanti capacità logistiche di Kiev, per quanto concerne le disponibilità di mezzi, carburanti e munizioni. Si rischia di causare più danni che vantaggi, se il rateo di perdita e consumo di riserve supera i benefici raggiunti, potrebbero pagare assai caro in breve tempo questi azzardi. La volta scorsa, ad esempio, un’offensiva verso Chernikov si era risolta nel creare una nuova sacca di soldati ucraini in Nezhin senza riuscire a raggiungere Chernikov, né a uscire dalla sacca premendo verso sud.
Settore est
Sumi ha ripreso vigore in questi giorni, il fronte si è animato, anche questa è una grande sacca con forze ucraine al suo interno, che non sono mai riuscite a uscirne, ma da dove le forze ucraine hanno permesso ai civili di uscire attraverso i varchi umanitari accordati con le truppe russe.
Forse i comandi russi ritengono ora che le riserve di mezzi a disposizione degli ucraini si siano assottigliate a tal punto da rendere meno onerosa l’avanzata sulla città e la sua conquista.
A Karkov si combatte dal primo giorno e le truppe ucraine hanno posto qui una delle resistenze più accese. Questa è la cosiddetta linea Zelensky, dove sono state disposte le truppe con il migliore equipaggiamento ed addestramento proprio per bloccare i Russi ed impedire la penetrazione alle spalle dei tanti battaglioni di fronte al Donbass.
I bombardamenti sulle strutture militari e su quelle civili occupate dai soldati sono sempre intensi, il fianco destro delle difese però ha in parte ceduto e la seconda linea su Izhiyum è stata impegnata per due settimane. Ieri finalmente le forze di Mosca hanno preso il pieno controllo di Izhyum. Dopo la sua conquista, le forze russe hanno iniziato una nuova avanzata, segnalavano che da tre giorni le artiglierie ucraine avessero minore intensità di fuoco, possibile segnale di indebolimento della catena logistica che impedisce di mantenere costante il livello di fuoco dell’artiglieria.
In questo settore, il rischio per gli ucraini è rappresentato da un possibile sfondamento russo in direzione sud, che li porterebbe vicini al ricongiungimento con le forze che da sud spingono per risalire. Il rischio maggiore consiste nel fatto che, se riuscissero in questa manovra, chiuderebbero in un’enorme sacca un enorme numero di soldati di Kiev che oggi sono schierati nelle trincee di assedio al Donbass scavate negli ultimi 8 anni di guerra.
Fronte sud – la caduta di Mariupol.
La maggiore novità di questa settimana è rappresentata dalla conquista di Mariupol da parte delle truppe della DNR e dalle forze speciali cecene che hanno collaborato fino a raggiungere l’obbiettivo.
La bandiera della Repubblica di Donetsk, da cui dipende la città di Mariupol ed occupata dal lontano 2014 dalle forze ucraine, sventola ora sull’edificio del Municipio cittadino, distrutto nei piani alti in quanto là si erano asserragliate le forze ucraine guidate dal famigerato battaglione Azov, noto per le simpatie neonaziste, ampiamente manifestate con stemmi e tatuaggi più che espliciti.
Il motto ultranazionalista “Nostro padre Bandera” è scritto su molti muri della città.
Le residuali forze sopravvissute sono rimaste circoscritte in una piccola area industriale della città, molte divise abbandonate sono state trovate in città, ai civili maschi che l’esercito russo faceva uscire dalla città è stato chiesto di denudarsi il torso in quanto i miliziani Azov sono usi a tatuarsi svastiche o volti di Bandera o dello stesso Hitler, o vari stemmi, come l’artiglio di lupo di ispirazione delle SS ( fonte Panorama Ucraina il Battaglione Azov e i neonazisti che tengono in scacco Zelensky del 22-3-2022).
Certo, stando ad alcuni articoli di quotidiani sembrano darci a credere che siano studiosi di Kant (fonte La Repubblica esteri 25-3-2022 Reggimento Azov, il comandante Kuharchuck).
La popolazione appare davvero stremata, quasi un mese di assedio, con le ultime due settimane praticamente trascorse chiusa nelle cantine, senza corrente elettrica, poca acqua e poco cibo. Stando alle persone e famiglie che escono, in questo periodo non hanno ricevuto assistenza dalle autorità, molti, intervistati da diversi tra youtuber e giornalisti, tra cui Patrick Lancaster, Vittorio Rangeloni, il documentarista Giorgio bianchi e il giornalista della Treccani Maurizio Vezzosi, sembrano concordi nel riferire che il battaglione Azov non permettesse loro di uscire dalla città.
Per loro sono finalmente arrivati i rifornimenti di cibo e presto potranno ricostruire la città che presenta un numero davvero enorme di edifici più o meno danneggiati o semidistrutti dalle cannonate o dagli incendi, i miliziani e i soldati ucraini andavano ad occupare i piani alti e da lì aprivano il fuoco sulle truppe entranti in città, è stato un inferno con combattimenti casa per casa. Patrick Lancaster scriveva oggi sul suo canale telegram che è riuscito a raggiungere assieme ad altri giornalisti il centro della città e che in quella zona il terreno è quasi coperto dai cadaveri dei soldati ucraini (uno ogni dieci metri circa).
Il fronte è a 110 Km a nor di Mariupol, davvero sfugge il senso di una folle ed esaltata difesa di posizioni non strategiche, scelte folli di difendere le loro posizioni casa per casa, invece di accettare la proposta russa di essere trasferiti altrove seguendo lo schema collaudato in Siria e che ha permesso di liberare molte città dalla presenza dei terroristi ora di Al Qaeda ora dell’ISIS che venivano poi trasferiti oltre Deir Ezzour i secondi e presso Idlib i primi. Si sente in Tv parlare di Mariupol come di una Stalingrado, ma il paragone non calza affatto: è vero che le posizioni fossero corrette con i russi a chiudere in sacca le forze dell’Asse, ma la città di Stalingrado all’epoca era il fronte e rappresentava la tenuta di una linea dello stesso, i Tedeschi, con la loro sesta armata, si trovarono chiusi in una sacca come i militi dell’Azov, ma quando capirono che il fronte ormai era lontano, si arresero. Questo fu possibile perchè il Generale Paulus non era un esaltato, ma un vero soldato, accettando la resa evitò una morte inutile ai suoi soldati ormai stremati.
Più ad ovest, verso Mikolaev, le forze ucraine, approfittando del calo di attività russa, hanno messo a segno due avanzate in direzione di Kherson, resta da capire se avranno successo, riuscendo a tornare a ridosso della città oppure si esauriranno avvicinandosi.
Campagna aerea.
Al calo dell’attività terrestre da parte russa è corrisposto l’aumento delle missioni aeree, passate dalle solite 200 giornaliere a più di 300.
Questo livello di pressione sulle retrovie sta pesando e non poco sulle forze ucraine. Da qui i pressanti inviti del presidente Zelensky ad imporre da parte della NATO una no fly zone su tutta l’Ucraina. I governi occidentali forse non gli hanno ancora spiegato bene che non sia fattibile, pena il reale rischio di scatenare un conflitto dalle conseguenze irreversibili.
Per sostenere tale richiesta sono state organizzate manifestazioni a Leopoli per sensibilizzare l’opinione pubblica con dei passeggini simboleggianti i bambini rimasti vittime del conflitto. Occorre sottolineare che mancassero le indicazioni dei circa 500 bambini morti in questi 8 anni di guerra nei due territori della DPR e della LPR sotto il fuoco dei cannoni di Kiev, è nostro dovere ricordare sempre come siano morti.
La campagna aerea russa fa ampio ricorso ai missili di precisione Kalibr, che hanno colpito nuovamente Leopoli proprio sabato 26, più missili hanno colpito grandi serbatoi di idrocarburi alla periferia e poco dopo altri missili hanno centrato altri obiettivi non ancora identificati.
La strategia di volo russa è mutata dai primi giorni quando volavano bassissimi di quota, quasi rasenti le case, e diversi caccia sono stati abbattuti, da alcuni conteggi sembra in tutto circa 25 (https://www.oryxspioenkop.com/2022/02/attack-on-europe-documenting-equipment.html). Le cifre rilasciate dai rispettivi ministeri della difesa, essendo Paesi in guerra, non sono molto affidabili, per usare un eufemismo. In guerra vale sempre il principio del dimezzare le proprie vittime e moltiplicare per tre o quattro quelle nemiche, per cui, non facciamoci affidamento.
Biden in viaggio
Il presidente USA è passato in Europa per incontrare i Capi di Stato della NATO e dettare la linea che gli USA intendono dare alla NATO. Ha fissato le linee rosse oltre le quali la NATO interverrà, solo se ci saranno un attacco chimico o atomico, in nessun altro caso. Per esperienza, seguendo il conflitto siriano, si potrebbe dire che il concetto di arma chimica sia divenuto negli anni abbastanza lasco come definizione.
Il giorno successiv,o si è recato a Varsavia dove, arringando i giornalisti, si è lasciato andare ad insulti contro il Presidente russo, lo stesso col quale prima o dopo dovrà incontrarsi e parlare per i necessari colloqui di pace.
Un tempo, con altro livello di politici, certi linguaggi insulsi non erano nemmeno contemplati nella fine arte della diplomazia.
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