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Alessio Foconi: “Siamo una squadra a tutto tondo”

Ad Istanbul (Turchia) nella tappa inaugurale della Coppa del Mondo, l’Italia di fioretto conquista l’oro battendo i freschi campioni del mondo nipponici. Alessio Foconi, grande protagonista, ha accettato di farsi intervistare da noi.

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Augusto Bizzi

Il quartetto del fioretto composto da Alessio Foconi, Daniele Garozzo, Guillaume Bianchi e Filippo Macchi, sotto la guida di Stefano Cerioni, sconfiggono l’Ucraina, Hong Kong, gli Usa e in finale i Campioni del Giappone e nel ranking mondiale si piazzano al secondo posto, proprio dietro i nipponici. La qualificazione olimpica ora è ad un passo.

Ciao Alessio grazie per aver accettato la nostra intervista. Prima di tutto complimenti e domanda doverosa: chi è stata la prima persona a farti le congratulazioni?

Allora devo dire che io il cellulare lo tengo sempre in sacca e lo guardo praticamente alla fine della gara e i primi messaggi che ho letto sono stati quelli di Maria Vittoria, la mia fidanzata, mio fratello e mia madre. Quindi devo dire che la mia famiglia si fa sentire. Poi a seguire subito quello degli zii; quindi proprio i miei familiari erano i primi ad avermi scritto, quindi è sempre bello, comunque quando trovi i messaggi delle congratulazioni, sia quando si va bene, sia anche magari dei messaggi di consolazione, quando magari la gara non è andata come vorremmo.

Ai Mondiali di Milano la grande delusione: la sconfitta con Hong Kong e Italia quinta, fuori dal podio. Ora vi siete “vendicati” ma con Hong Kong l’inizio è stato da thriller con i primi 3 assalti persi.

A Milano si c’è stata la delusione con Hong Kong. Avevamo messo in conto che avremmo dovuto tirare appunto per entrare nei quattro. Con Hong Kong ci eravamo preparati, devo dire che al ritiro….durante i ritiri che abbiamo fatto prima di questa gara, ci eravamo preparati molto a squadre proprio in ottica…..di..di prepararla bene, proprio per per riacquistare punti importanti proprio in chiave di qualifica olimpica. Sì, i primi tre assalti li abbiamo persi, ma poi non ci siamo assolutamente persi d’animo e la rimonta che abbiamo fatto è dovuta alla grande coesione di squadra che c’è, al grande lavoro che abbiamo fatto anche in preparazione di queste possibili situazioni, insomma di vantaggio e svantaggio. È stato frutto di un ottimo lavoro fatto.

Poi hai affrontato Chin Yu Leung e le cose sono cambiate. Raccontaci il tuo assalto

Sì, ho affrontato…diciamo, quello è stato un momento importante nel senso…è stato positivo riuscire a pareggiare, quindi io mi sono fatto trovare pronto, ho subito cercato di dare il massimo. Ho percepito che l’avversario stava faticando molto e quindi ho detto io adesso lo aggredisco il più possibile per guadagnare più punti possibile, per rosicchiare più punti possibili. Però, certo, lì poi può essere un’arma a doppio taglio perché uno si può lasciar prendere dalla foga e magari anche se l’avversario è stanco e meno, sulla carta, meno forte e magari in quel momento meno lucido però, magari con la foga si possono sbagliare delle stoccate dei punti e magari regalarne. Invece devo dire che sono riuscito a pareggiare avendo molta pazienza e quindi molto contento. Poi subito dopo sono salito in pedana sia Filippo Macchi che Daniele Carozzo e hanno subito ribaltato. Da lì abbiamo ribaltato completamente il match, l’abbiamo portato a casa.

Quest’oro vale doppio, data l’assenza del campione del mondo Tommaso Marini ma bisogna anche dire che Bianchi in questo torneo ha fatto davvero bene. Basti pensare alla semifinale con gli Usa dove ha rifilato un 6-2 all’americano Gerek Meinhardt e ha cambiato un po’ la gara che non era iniziata benissimo: eravate sotto 30-25

Guarda, Tommaso (Marini, ndr), quando poi ci ha scritto, ha detto che si stava mangiando le unghie proprio perché non era lì e voleva essere lì proprio a dare il suo contributo. Siamo una squadra. Guillaume Bianchi si è fatto subito trovare pronto, ma già esperienza di squadra e già ha avuto modo di far valere la sua grande intensità sulla pedana. Infatti, quando si è trovato a dover entrare ha fatto il suo lavoro e l’ha fatto in maniera ottimale, quindi devo dire che siamo una squadra a tutto tondo.

Sia te che Macchi avevate perso contro Alexander Massialas, il Campione del Mondo. C’erano dei fondati dubbi sulla qualificazione dato che c’era ancora un assalto ancora contro Massialas. Poi è arrivato Daniele Garrozzo e lo ha asfaltato: 6-1

In verità guarda Massialas è uno schermitore di grande esperienza. Nel senso, nella gara a squadre sono degli assalti molto particolari, nel senso che a differenza dell’individuale l’intensità è molto più alta e in breve tempo, quindi in questo caso è stato lui a gestire meglio quelle due frazioni, ma la prossima volta ci faremo trovare pronti. Non avevamo dubbi che sul sul fatto che Daniele poteva assolutamente asfaltarlo (ride), come hai scritto tu, ma l’ho percepito subito perché quando io ho fatto il penultimo assalto e stavamo una botta in vantaggio, ho visto subito la tranquillità e anche un sorriso nel viso di Daniele come per dire, ce la facciamo tranquillamente, quindi sai quando c’è questa coesione ci fidiamo l’uno dell’altro, è veramente importante.

In finale affrontavate i Campioni in carica ma siete partiti subito bene, portandovi sul 15-12. Avete vinto e convinto. Tu hai sofferto credo solo con Takahiro Shikine

Sì, i giapponesi hanno trovato una grande coesione di squadra. Loro a livello individuale, sulla carta sono meno…. no, nemmeno meno forti, diciamo sì, hanno meno risultati rispetto agli americani o anche agli atleti di Hong Kong, però, hanno trovato una grande questione, tengono un ritmo molto alto. Si con Shikine un pochino ho cercato di alzare il ritmo e qualche stoccata, qualche punto è andato perso. Però comunque l’importante, anche quando l’assalto non va proprio al meglio, l’importante è non far scivolare troppo in maniera negativa l’assalto. Quindi portarlo sempre….magari perdere due stoccate, ma se poi si si vede che si sta faticando a cercare di mantenere il punteggio più basso possibile.

Qual è stato il vero Alessio Foconi ad Istanbul? Quello implacabile nel torneo a squadre o quello che nell’individuale è arrivato decimo?

Mah il vero Alessio Foconi è quello sia a squadre che individuale. Devo dire che in questo momento, per come sto tirando il decimo posto mi sta molto ma molto stretto, però fa parte del gioco. Insomma si prende il buono, le sensazioni sono molto positive, si impara anche da questo, perché si impara a qualsiasi punto della carriera sportiva e sicuramente gli errori che ho fatto il giorno prima, poi nella gara a squadre non li ho fatti. Quindi è stato subito una forma di insegnamento per me e me lo porto anche nelle prossime gare quindi, senza l’Alessio sconfitto non ci sarebbe l’Alessio vittorioso, quindi è un binomio che è importante, che ci sia.

Prossima tappa 8-10 dicembre a Tokyo con la qualificazione olimpica ancora in force

La prossima tappa sarà esattamente sì, l’8-10 dicembre. Non saremo a Tokyo ma saremo a Tokonama, mi pare tokonawa, tokonama che è una città più a sud rispetto a Tokyo. Sì, siamo sempre in super super focus per la qualifica olimpica, non tralasciando anche la la parte individuale ovviamente però ecco comunque una volta ipotecata la qualifica a squadre siamo sicuramente più tranquilli e poterci dedicare al 100% alla fase individuale, insomma.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo