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Esteri

Nuovi attacchi imperialisti contro il Venezuela

In questo contesto, la resistenza del Venezuela alle sanzioni imperialiste non è solo una questione politica, ma una lotta per la giustizia sociale, la sovranità nazionale e l’autodeterminazione.

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Di Maddalena Celano

Il Venezuela, teatro di una feroce resistenza contro le forze imperialiste, ha sollevato la sua voce di sfida contro le recenti sanzioni statunitensi, delineando un confronto che va oltre la superficie politica per tuffarsi nei meandri della lotta di classe. La vicepresidente Delcy Rodriguez ha respinto con veemenza l’ultimatum barbarico proveniente dal governo degli Stati Uniti, definendolo un ricatto rude e improprio. Questa reazione non è soltanto una risposta alle sanzioni economiche, ma è la manifestazione di una resistenza radicata nella lotta per la sovranità e la giustizia sociale.

Le recenti sanzioni, giustificate dal presunto mancato rispetto da parte del Venezuela degli accordi firmati alle Barbados, vanno oltre una semplice misura coercitiva. Esse rappresentano uno strumento di guerra economica, un’arma nelle mani dell’imperialismo che cerca di indebolire il paese sudamericano e influenzarne il corso politico. La unilateralità di queste sanzioni, imposte senza il consenso di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, evidenzia la natura imperialista di un’azione volta a sottomettere un paese alle volontà egemoniche degli Stati Uniti.

L’imperialismo intriso nelle sanzioni è ulteriormente evidenziato dal fatto che sono chiaramente finalizzate a favorire l’opposizione neoliberista all’interno del Venezuela. Questo aspetto rivela una vera e propria interferenza negli affari interni, una violazione della sovranità nazionale che sottolinea l’ambizione statunitense di plasmare il destino del paese sudamericano secondo i propri interessi geopolitici ed economici.

Il divieto di bloccare la candidatura dell’opposizione alle elezioni presidenziali, il cui principale esponente è Maria Corina Machado, ha innescato una serie di reazioni che vanno oltre la semplice disputa politica. La Corte Suprema venezuelana ha ratificato l’interdizione di 15 anni per Machado, accusandola di danneggiare la nazione, frode, crimini fiscali e di caldeggiare ulteriori sanzioni economiche dagli Stati Uniti. Tale mossa è stata giudicata da alcuni come una “criminalità giudiziaria”, rafforzando il concetto di una giustizia strumentalizzata a servizio degli interessi imperialisti.

Gli Stati Uniti, nel loro tentativo di influenzare le elezioni e favorire un’opposizione allineata ai loro interessi, hanno annunciato la revisione della loro politica di sanzioni contro il Venezuela. Questo non è solo un segnale di ingerenza diretta, ma anche un chiaro tentativo di plasmare il panorama politico venezuelano in base alle loro preferenze.

Il contesto economico, caratterizzato dalla ricchezza del Venezuela in termini di risorse naturali, soprattutto il petrolio, gioca un ruolo cruciale nella morsa imperialista. Gli Stati Uniti cercano di esercitare controllo su queste risorse, evidenziando la loro mentalità imperialista e la sete di dominio economico sulla regione.

La narrazione mediatica internazionale contribuisce a plasmare le opinioni sulla situazione venezuelana, spesso distorta da interessi politici ed economici stranieri. La copertura mediatica, selettiva e distorta, contribuisce a creare una percezione di chiari attacchi imperialisti, alimentando la narrativa di un Venezuela sull’orlo del caos.

In questo contesto, la resistenza del Venezuela alle sanzioni imperialiste non è solo una questione politica, ma una lotta per la giustizia sociale, la sovranità nazionale e l’autodeterminazione. La comunità internazionale dovrebbe alzare la voce contro queste azioni imperialiste e sostenere il Venezuela nella sua battaglia per una vera democrazia e dignità nazionale.