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Esteri

I punti di una pace possibile fra  Russia e Ucraina

Dopo  due anni di carneficina, tutto questo potrebbe essere tanta acqua passata ma dalle bozze che  girano risulta chiaro che russi e ucraini pur non essendo mai arrivati ​​ad un testo di compromesso finale in quella direzione ci sono andati facendosi reciproche concessioni e raggiungendo un quadro generale per un possibile accordo.

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Credit foto https://www.assifact.it/fact-news/conflitto-russia-ucraina-riflessi-sullindustria-del-factoring/

Di Fulvio Rapanà

In questi giorni numerosi giornali anche italiani hanno commentato i documenti pubblicati dal New York Times relativi ad una trattativa segreta,  avvenuta da febbraio ad aprile 2022, fra La Russia e l’Ucraina, da cui risulta che i due contendenti avessero trovato punti di accodo  sulle questioni che avevano portato alla guerra e fossero sul punto di firmare almeno un cessate il fuoco . I documenti fanno nuova luce su quali fossero realmente le  posizioni di Russia e Ucraina sui 6 punti che rappresentavano le maggiori criticità e sui quali le parti dopo 3 mesi  di trattative avevano raggiunto una qualche intesa.

1. Neutralità dell’Ucraina e rapporti con la Nato. La sola ipotesi di una adesione alla Nato è stata al centro delle giustificazione di Putin per l’invasione di Febbraio 2022.

La posizione della Russia

La Russia ha chiesto che l’Ucraina di rinunciare definitivamente a chiedere l’adesione alla NATO o in altre alleanze; che non ospitasse basi militari o armi straniere e non conducesse esercitazioni militari con altri Paesi senza il suo consenso, in cambio  la Russia si era impegnata a non ostacolare l’eventuale adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.

La posizione dell’Ucraina

L’Ucraina si è offerta di diventare uno “Stato permanentemente neutrale” e di “porre fine a trattati e accordi internazionali incompatibili con la neutralità permanente”.

2. Garanzie di sicurezza all’Ucraina per il caso di nuovo attacco da parte della Russia

La posizione dell’Ucraina

L’Ucraina ha proposto un meccanismo di sicurezza che scatterebbe “in caso di attacco armato da parte della Russia”. I Paesi “garanti”, che avrebbero dovuto controfirmare  il trattato, per il caso di nuova aggressione della Russia  terrebbero “consultazioni urgenti e immediate” per non più di tre giorni e  avrebbero dovuto adottare “azioni individuali o congiunte come potrebbe essere necessario” per proteggere l’Ucraina, compresa l’istituzione di una no-fly zone, la fornitura di armi e l’uso della “forza militare” (anche attraverso un intervento diretto degli stati  “garanti”? o altro?).

La posizione della Russia

La Russia ha accettato gran parte della proposta di garanzie di sicurezza dell’Ucraina, ma si è opposta all’idea che altri Paesi istituiscano una no-fly zone o forniscano armi, assistenza militare e anche truppe all’Ucraina. Per questa ipotesi ha chiesto di inserire una clausola che concede alla Russia un diritto di veto su un qualsiasi intervento militare da parte di potenze esterne.

E’ certamente il punto più controverso della bozza. Primo perché condiziona le garanzie, concesse dalla Russia all’Ucraina , all’accettazione della Russia di tale intervento (!!!) e questo ovviamente renderebbero vane le garanzie di sicurezza consentendo alla Russia di porre il veto a qualsiasi risposta internazionale in caso di nuova invasione dell’Ucraina.

Secondo non si comprende bene  quali paesi, fra quelli elencati nella bozza:  Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, la Cina e la stessa Russia,  sarebbero effettivamente disposti a garantire la sicurezza dell’Ucraina né è chiaro se i Paesi abbiano dato il loro assenso.

3. Su quanta parte del territorio occupato o conteso  l’Ucraina sarebbe disposta a cedere alla Russia? 

La posizione dell’Ucraina

Nella bozza l’Ucraina ha formalmente  rifiutato di riconoscere il controllo russo su qualsiasi parte del Paese, compresa la Crimea, tuttavia,  ha offerto un accordo in cui i due Paesi avrebbero concordato di “risolvere le questioni relative ai territori compresa la Crimea” attraverso 10 o 15 anni di diplomazia, impegnandosi a non farlo con “mezzi militari”.

La posizione della Russia

Anche la posizione della Russia è stata altalenante mai chiara anche in relazione all’andamento della guerra . In una delle prime bozze di marzo , la Russia ha chiesto all’Ucraina di rinunciare all’intera regione orientale del Donbas e di riconoscere la sovranità russa sulla Crimea. Nelle  bozze successive, con l’andamento delle azioni militari sfavorevoli ,  la Russia avrebbe accettato una soluzione  interlocutoria in cui la “Crimea e alcune altre parti dell’Ucraina sarebbero rimaste sotto l’occupazione russa che l’Ucraina non avrebbe riconosciuto come legale”.

4. Come si sarebbe arrivati militarmente un cessate il fuoco, chi avrebbe dovuto fare cosa prima dell’avversario.

La posizione della Russia

In una ulteriore bozza da parte dei negoziatori russi, il cessate il fuoco sarebbe iniziato quando il trattato sarebbe stato “applicato in via provvisoria”, ovvero il giorno della sua firma da parte dell’Ucraina e della maggior parte dei Paesi garanti, compresa la Russia. Entrambe le parti non avrebbero “compiuto azioni che potrebbero portare all’espansione del territorio da loro controllato o causare una ripresa delle ostilità”. La Russia ha proposto che le Nazioni Unite monitorino il cessate il fuoco e che la Croce Rossa partecipi allo scambio di prigionieri di guerra, civili internati e resti dei morti. In altre parole mentre l’Ucraina sarebbe tenuta a ritirarsi immediatamente il ritiro della Russia sarebbe stato oggetto di “consultazioni” separate successive.

La posizione dell’Ucraina

La bozza dell’aprile 2022 mostra che l’Ucraina ha respinto la proposta della Russia, ma non riporta una controfferta ucraina. Al contrario, i funzionari ucraini hanno sottolineato che la Russia avrebbe potuto smettere di combattere in qualsiasi momento. In una nota inserita dai funzionari ucraini in una  bozza  del marzo 2022 si legge: “La parte russa ha ignorato le numerose richieste dell’Ucraina per determinare precisamente un cessate il fuoco”.

5. Identità nazionale ucraina

Il documento è piuttosto vago in quanto affonda la questione su basi ideologiche e identitarie difficili da sbrogliare mente le bombe piovono.

6. Interpretazione sul “disarmo” dell’Ucraina

La posizione della Russia

La Russia ha chiesto di limitare le dimensioni dell’esercito ucraino, compresa la sua forza totale  a 100.000 soldati complessivi, con 147 mortai e 10 elicotteri da combattimento e 285 carri armati di vario tipo, inoltre, l’Ucraina avrebbe  dovuto limitare a sole 25 miglia il raggio di tiro dei missili.

La posizione dell’Ucraina

L’Ucraina era disposta ad accettare limiti alle dimensioni dell’esercito, ma molto più alti. Ha chiesto un esercito fino a 250.000 soldati, 1.080 mortai e 60 elicotteri da combattimento, 850 carri armati di diverso tipo e ha offerto di limitare la gittata dei suoi missili a 174 miglia.

Semplificando questo è quanto si legge dai  documenti originali pubblicati sul New York Times , i medesimi contenuti erano già stati anticipati, con minore enfasi,   in un articolo su Foreign Affairs che il 16 Aprile dai giornalisti     Samuel Charap e Sergey Radchenko:  “I colloqui che avrebbero potuto porre fine alla guerra in Ucraina Una storia nascosta della diplomazia che si è rivelata improvvisa, ma che contiene lezioni per i negoziati futuri”. In questo articolo molto più commentato rispetto a quello pubblicato sul NYT vengono fatte  una serie di riflessioni e valutazioni  utili per comprendere : 1)se e quanto le parti erano realmente disponibili ad un accordo di pace a partire da un cessate il fuoco; 2)cosa o chi ha interferito per agevolare o boicottare l’accordo ; 3) cosa  dicono queste bozze rispetto alla possibilità attuale di rimettersi seduti per trovare una soluzione negoziale.

Dalla quantità di bozze circolate, pare 16 o 18, e le eccezioni poste dalle parti alla bozza precedente si evince che le due parti erano sinceramente impegnate a risolvere non tutte le questioni ma quelle utili a far cessare la guerra, soprattutto si metteva nero su bianco:  a)che l’Ucraina non sarebbe entrata nella Nato; b) che sarebbe stata sostanzialmente neutrale c) che la Russia non si sarebbe opposta a un tragitto di adesione dell’Ucraina all’ Unione Europea. Quest’ultimo elemento è estremamente importante in quanto è su questo punto che nel 2013 Viktor Yanukovich, presidente filorusso eletto, su pressione di Putin, non firmò un mero accordo di associazione con l’UE scatenando la reazione delle forze nazionaliste e filo occidentali e alimentarono le proteste a Piazza Maidan che  di fatto ha dato inizio alla guerra.                                                                                                                                        Sul secondo punto mi sembra palese che gli ucraini non abbiano ricevuto dall’occidente un pieno appoggio per far andare in porto l’accordo. Naftali Bennet all’epoca primo ministro di Israele, che diciamo “assisteva” le due parti per  facilitare un accordo, scrive:  “Dissi a Zelensky : L’America  (e l’occidente) vi darà garanzie? Si impegnerà a far sì che tra qualche anno, se la Russia violerà qualcosa, invierà i soldati? Dopo aver lasciato l’Afghanistan e tutto il resto?» ho detto: “Volodymyr, non succederà”.  Aggiungo io che non succederà nemmeno se la Russia dovesse utilizzare bombe atomiche tattiche. Nel medesimo periodo in cui si trattava e si era sul punto di trovare un accordo  Boris Johnson arrivato a Kiev sosteneva con forza  che il  “mondo anglosassone” (!!!) ti esorta a  “combattere la Russia finché non si otterrà la vittoria e la Russia non subirà una sconfitta strategica.  Da parte nostra (l’occidente) continueremo a  intensificare le sanzioni con un programma progressivo finché tutte le truppe [di Putin] non saranno uscite dall’Ucraina”.

Avere preso per buone le “promesse di garanzie” dell’occidente e di Boris Johnson in particolare è stato un errore strategico gravissimo di Zelensky.

L’11 aprile 2024 Lukashenko, il primo intermediario dei colloqui di pace russo-ucraini, ha chiesto un ritorno alle trattative partendo dalle soluzioni contenute nelle bozze del progetto di trattato della primavera  2022. ” Sono  posizione ragionevoli da cui ripartire”, ha detto in una recente intervista, “molte erano posizioni accettabili e accettate tanto dai russi che dagli ucraini ma ora più di prima contano le forze esterne che soffiano sul conflitto”.

Dopo  due anni di carneficina, tutto questo potrebbe essere tanta acqua passata ma dalle bozze che  girano risulta chiaro che russi e ucraini pur non essendo mai arrivati ​​ad un testo di compromesso finale in quella direzione ci sono andati facendosi reciproche concessioni e raggiungendo un quadro generale per un possibile accordo.

Se ne riparlerà dopo  le Presidenziali americane del 5 novembre.

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