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Ambiente

Italia a secco

L’Italia è preda in questi giorni della carenza idrica che sta provocando danni ingenti all’agricoltura. Esiste una siccità non prevedibile, come quella generata dal cambiamento climatico globale. Così come esiste un’altra di siccità, quella prodotta dalle nostre cattive abitudini quotidiane, allevando animali in batteria o coltivando in maniera intensiva.

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DI NICO CATALANO

Credit foto:  aldoaldoz license CC BY-NC-SA 2.0.

Esiste una siccità dovuta a fenomeni non governabili quali il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale, così come esiste una storica questione di carenza idrica, mai risolta, che attanaglia da tempo il nostro Paese. Una situazione incresciosa quest’ultima, dovuta a scelte sbagliate, negligenza e superficialità da parte della classe politica italiana. Il deficit registrato in Italia, di pioggia e neve (rispettivamente il sessanta e l’ottanta per cento in meno rispetto alle medie stagionali) sia durante lo scorso autunno, che nei primi mesi del 2022, ha messo in crisi alcune tra principali aree rurali italiane, specialmente al centro nord del Paese. Inoltre, le ondate di calore anomalo manifestatesi in queste ultime settimane, hanno portato i maggiori fiumi del nord Italia ai loro livelli minimi storici, così come i grandi invasi ben al di sotto della loro capacità. Una situazione al limite dell’emergenza che sta spingendo il governo Draghi e alcuni presidenti delle regioni settentrionali a prendere seriamente in considerazione la proposta di adottare drastiche misure di razionamento idrico in alcune aree italiane. In Puglia le cose non vanno meglio, anzi secondo un rapporto dell’Ispra e del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, la Puglia è la regione italiana dove piove meno: circa 640 millimetri annui medi, secondo quanto recentemente pubblicato da coldiretti. Una situazione che sta causando rese minori per le coltivazioni in campo come il grano e gli altri cereali, ma anche per i foraggi, gli ortaggi e la frutta, oltre alla diffusione dei roghi che da nord a sud della regione divorano biodiversità. Un danno economico per l’annata agraria 2022, che sempre coldiretti stima intorno ai cento milioni di euro. Una situazione annunciata precedentemente, purtroppo mai affrontata con la giusta incisività da parte delle varie istituzioni. Se da una parte il nostro Paese, con 302 miliardi di metri cubi di pioggia l’anno, oltre 7500 corsi d’acqua, circa 320 laghi e 526 dighe, risulta essere la nazione Europea con maggiore disponibilità di acqua. È altrettanto vero, che dobbiamo fare i conti con una persistente carenza di infrastrutture idriche, in maggioranza mai rinnovate, addirittura alcune risalenti al primo dopoguerra. Oltre seicentomila chilometri di rete idrica, ormai diventata un colabrodo, tanto da perdere oltre il quarantadue per cento. Infatti, sempre secondo l’Istat su circa dieci litri di acqua potabile immessi in rete, oltre quattro si perdono prima di arrivare ai rubinetti delle nostre case. L’Italia oltre a perdere per strada quasi la metà delle sue risorse idriche, così come in gran parte del mondo consuma in modo insostenibile l’acqua tramite l’uso senza criterio nelle coltivazioni e allevamenti intensivi. A tutto questo si devono aggiungere i nostri cattivi comportamenti quotidiani e un consumo non razionale di una risorsa sempre più limitata come l’acqua.  In mancanza dell’intervento della politica, forse non più in grado di avere una visione strategica, a parte le azioni di contrasto alla siccità quali l’aumento della diffusione di piccoli invasi a basso impatto paesaggistico, l’adozione di moderne tecnologie e delle pratiche di agricoltura di precisione atte a ridurre il consumo idrico, servirebbe in primo luogo da parte di tutte e tutti un approccio al consumo consapevole per una risorsa preziosa ma sempre più rara come l’acqua.

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista