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Esteri

18° giorno di una guerra che dura da 8 anni

La situazione sui fronti ucraini al 13 -3-2022, 18° giorno di guerra, il problema dell’informazione di guerra, le conseguenze delle sanzioni.

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mappa ucraina con fronti guerra indicati

di Stefano Orsi

Sitrep n. 3 Guerra Russo-Ucraina.

Prosegue ancora il conflitto russo ucraino, allargatosi il giorno 24 di febbraio dall’iniziale scontro tra l’Ucraina e le repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk.

Al momento, i vari fronti si stanno assestando, le forze russe sono maggiormente concentrate nel consolidamento dei territori conquistati, circa 1/3 dell’intera Ucraina, per eliminare le sacche residue di unità dell’esercito ucraino, rimaste isolate durante l’offensiva russa, come a Chernikov, o in seguito a controffensive ucraine andate male, come a Nyzhin.

I colloqui tra le delegazioni delle parti in conflitto non sembrano arrivare ad un dunque.

Le richieste russe restano irremovibili: riconoscimento da parte Ucraina della piena sovranità russa sulla Crimea e dell’indipendenza ed esistenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk nella loro intera superficie regionale, in parte ancora occupata dalle forze di Kiev presso Donetsk, mentre Lugansk ha l’intero suo territorio ormai liberato, salvo forse una cittadina al momento sul limite del fronte, Lysyhansk.

Iniziamo ora a guardare la situazione sui vari fronti.

Fronte sud

Le truppe ucraine offrono una buona resistenza sul punto di Mikolaev, che, grazie anche alla presenza della larga foce del fiume, offre una naturale difesa e si presta bene ad essere un perno della tenuta del fronte.

Qui si combatte dal primo giorno di guerra e le perdite da ambo le parti sono elevate, ma non rigorosamente come ciascuno dei contendenti indica dell’altro, queste vanno prese e divise per un numero N di volte.

Mappa dei fronti a sud e ad est. Imagine tratta da google maps ed elaborata dall’autore.

La presenza dell’aviazione e di una efficiente artiglieria, però, ci fanno propendere per un numero di caduti superiore da parte Ucraina in questa seconda fase del conflitto.

I comandi russi, infatti, sono passati alla stabilizzazione e messa in sicurezza dei territori finora conquistati o liberati (nel caso del Donbass) e infatti non si segnalano attacchi e nemmeno filmati dalle retrovie da parte ucraina – spesso si ripropongono i video di mezzi distrutti nei primi giorni. Ora che non ci sono profonde penetrazioni di convogli russi, questa tattica di colpire i rifornimenti è stata superata.

Al momento, le truppe russe attaccano porzioni di territorio, aggirano le difese ucraine individuate e le circondano per poi eliminarle, una strategia decisamente più lenta, ma che permette loro di limitare di molto le perdite e far valere il supporto della artiglieria, di individuare quella nemica e di distruggerla col fuoco o facendo intervenire l’aviazione.

Inoltre, occorre segnalare i numerosi bombardamenti nel settore di Odessa dove infrastrutture militari, depositi di munizioni, caserme, batterie antiaere e depositi di carburante vengono man mano eliminati.

È un lavoro lento, ma inesorabile, di logoramento delle difese, lavoro che abbiamo visto fare in passato per almeno un mese con un numero di aerei almeno 4 volte superiore dagli USA e dalla NATO quando invasero l’Iraq , un mese di attacchi continui, o quando rasero al suolo la Serbia con un bombardamento spietato di 78 giorni.

L’aviazione russa lo sta facendo in questo periodo in contemporanea all’appoggio delle truppe di terra.

Verso il Donbass, e dopo la definitiva liberazione di Volnovakha (si parla di liberazione in questo caso in quanto ad effettuarla non sono state le truppe russe ma quelle della Repubblica Popolare di Donetsk di cui Volnovakha fa parte) ed ora, congiuntamente, forze russe e della DPR stanno risalendo verso Donetsk.

Dalla città sembra in corso una offensiva che avrebbe rotto la prima linea delle difese ucraine che hanno resistito 8 anni durante l’assedio della città.

Lozove e Staromykailovka sono state liberate ed ora il fronte si è spostato su Krasnogorovka.

Al momento, l’intera superficie dell’aeroporto è sotto pieno controllo della DPR, anche su Aleksandrovka si registra un ripiegamento ucraino.

Mariupol è stata al centro delle cronache durante questa settimana.

I corridoi umanitari aperti più volte hanno visto uscire dalla città pochi civili, la questione è sempre dibattuta, gli uni dicono che i russi non li aprono e gli altri che gli ucraini non facciano uscire i civili.

Occorre registrare, però, che, dalle testimonianze di alcuni che sono riusciti a mettersi in salvo – una famiglia, compreso il marito che, pur rischiando la fucilazione, ha preferito comunque fuggire – si evince che i civili non sono a conoscenza dell’esistenza dei corridoi, sono senza luce, gas e riscaldamento da giorni e nessuno avrebbe avvisato la popolazione dell’esistenza dei corridoi.

Comunque, le truppe DPR hanno preso il pieno controllo della parte est della città, mentre le truppe russe stanno entrando da ovest. Il perimetro occupato da truppe ucraine, esercito e battaglioni neonazisti si va riducendo. È apparso in video il vicecomandante dell’Azov che ha richiesto aiuto all’esercito ucraino perchè altrimenti non sarebbe riuscito a tenere la città, forse non sa che il fronte si è ormai spostato all’altezza di Zaporizie molti chilometri più a nord.

https://t.me/OrdEvG/4393

Per tutta la settimana si è parlato del presunto attacco ad un ospedale pediatrico di Mariupol.

Passando in esame diversi filmati, si esprimono in questo video le perplessità in merito a diversi particolari che andrebbero approfonditi e che contrasterebbero nettamente con il racconto che ci è stato dato dai media.

Fronte Nord ed Est

Il fronte sempre più attivo e combattuto è quello tra il nord e l’est ucraino.

La capitale è assediata dal primo giorno, causa continui movimenti di fronte, in quanto le difese ucraine tentano di allontanare i russi ed i russi assorbono gli attacchi ucraini e ritornano sulle loro posizioni.

Anche su questo fronte, sono diminuiti molto i video ucraini sulle colonne russe attaccate, segno che la stabilizzazione dei territori occupati sta procedendo e le perdite di uomini e mezzi sono calati in maniera drastica.

Mappa sulla situazione fronti a nord e ad est dell’Ucraina, tratta da google earth ed elaborata dall’autore.

Le sacche sono al momento isolate, si segnala il tentativo delle truppe ucraine chiuse in Chernikov di uscire e ricongiungersi con quelle isolate dopo la controffensiva della settimana scorsa ed ora a loro volta chiuse presso Nyzhim.

Non sappiamo al momento se vi siano riusciti, ma esporsi è un chiaro rischio di cui si crede siano consapevoli, forse essendosi esaurite risorse disponibili, carburante, viveri e munizioni. La sortita rappresenta una ultima possibilità di ricongiungersi con il grosso delle loro forze.

Da Sumy sono proseguiti i convogli di civili in uscita, segno di una certa collaborazione tra le parti per evitare perdite tra i non combattenti.

Anche diversi stranieri sono stati lasciati finalmente uscire dalle truppe ucraine, prima era loro impedito.

Karkov resta una roccaforte delle difese di Kiev.

Conoscendo l’importanza strategica della città, hanno concentrato qui le loro forze migliori e finora sono riusciti a tenere.

In settimana, due controffensive sono state tentate ai fianchi della città cercando di respingere i Russi sia all’altezza di Zolokov a nordovest che all’altezza di Malinivka a sud est, in entrambi i casi hanno ripreso poco territorio e poi si sono spente, tatticamente non hanno ottenuto alcun vantaggio.

Zyhum sta ancora resistendo, ma ormai le forze ucraine asserragliate coprono solo una piccola porzione della cittadina, il resto è stato conquistato, non hanno la possibilità di resistere a lungo senza una controffensiva ucraina su questo settore.

Leopoli

Questa notte, una pioggia di missili ha distrutto una importante struttura militare ucraina, la base di Yavarov. Quasi completamente distrutte le caserme e i depositi, fonti ucraine affermano che qui vi fossero numerosi istruttori stranieri che si occupavano dell’addestramento delle reclute, ci si chiede di quale nazionalità fossero – si ipotizza polacchi, inglesi e statunitensi.

Sulla vicenda degli aiuti militari, Ryabkov, viceministro degli esteri russo, ha dichiarato che la Russia potrebbe iniziare a colpire i convogli di aiuti militari da ora in avanti, ci si chiede se solo su territorio ucraino o anche dalle basi di partenza in Polonia e/o Romania. L’invio di aiuti militari, in effetti, pone il Paese che li invia in uno status ambiguo tra il cobelligerante e non, in una zona grigia dove non è chiaro lo status.

La vicenda dell’invio dei caccia, per ora, si è risolta in un nulla di fatto, l’addestramento necessario all’impiego corretto ed utile dei caccia non è semplice, la loro caduta in mano nemica vedrebbe strumentazione NATO finire in mano ai russi e questo si crese sia il freno maggiore al loro impiego donandoli all’Ucraina.

Gli sforzi mediatici ucraini per ottenere un allargamento del conflitto, finora, e per fortuna, si sono risolti in un nulla di fatto.

Ma non dubitiamo del rischio che intendano ulteriormente alzare la posta per spingere i Paesi della NATO a creare una no-fly zone e si teme un possibile scenario in stile siriano con la simulazione di un attacco chimico nel Paese.

Scenario già sperimentato in diverse località in Siria dai terroristi di Al Qaeda per spingere i Paesi occidentali ad attaccare la Siria.

Sulle sanzioni occidentali e le loro conseguenze dirette sulla nostra economia e vita, si è chiesto un parere allo scrittore e redattore dell’Antidiplomatico, Giuseppe Masala.

Le implicazioni sulla nostra vita di tutti i giorni preoccupano molto, il caro carburante che abbiamo visto in questi giorni non dipende certo dai prezzi delle materie prime, ma dalla pura speculazione di produttori e distributori di carburanti che hanno voluto salassare le nostre tasche approfittando della totale inattività del governo del nostro Paese. Stesso discorso per i prezzi di gas ed energia che non trovano giustificazione alcuna, data la regolare consegna di gas a prezzo stabile da tutti i nostri fornitori, Russia compresa (passano ancora circa 110 milioni di metri cubi al giorno dal gasdotto che attraversa l’Ucraina).

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