Oasi Culturale
“THE CUPHEAD SHOW”, LA GIUSTA DOSE DI FOLLIA FANTASY (no spoiler)
Bentrovati su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo del “The Cuphead Show” serie animata Netflix a metà tra fantasiosa follia e tradizionale originalità.
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Nella foto di copertina, il logo della serie. Immagine presa da Wikimedia Commons, pertanto di dominio pubblico.
di Alessandro Andrea Argeri.
“The Cuphead Show” (Netflix 2022, 12 episodi della durata di 12′).
“The Cuphead Show” narra delle disavventure del tanto adorabile quanto spericolato “uomo-tazzina” Cuphead, sempre accompagnato da suo fratello Mugman, decisamente più cauto sebbene facilmente influenzabile, mentre perlustrano le Isole Calamaio (“Inchiostro” nella versione originale inglese) in cerca di divertimento e avventura.
La serie è l’adattamento cinematografico su piccolo schermo dell’omonimo videogioco lanciato nel 2017 dai fratelli Chad e Jared Moldenhauer di Studio MDHR, in cui il giocatore ha il controllo di uno dei due “fratelli tazzina”, Cuphead o Mugman, a scelta, nella storia entrambi costretti a sconfiggere una serie di boss per ripagare il proprio debito col diavolo. Sicuramente non siamo di fronte al Dr. Faustus, né tantomeno al “Ritratto di Dorian Gray”, anche perché l’anima viene “venduta” durante un giro su una giostra al parco giochi, però il “cartone animato” riesce comunque a mischiare sapientemente l’originalità con la follia quasi demenziale.
La serie è infatti un omaggio a un certo tipo di produzione animata, ovvero i cartoni anni ’30, in particolare quelli targati Walt Disney, rappresentanti l’infanzia di tutti i nati prima di Peppa Pig o i “satanici Teletubbies”. L’obiettivo era quindi riprodurre un certo comparto artistico in chiave moderna, attraverso l’uso di una CGI per nulla fastidiosa. Ci son poi alcuni riferimenti dal tocco culturale semplicemente geniale, a partire dalla stessa scelta delle singole canzoni nella soundtrack, i quali però rischiano in determinate parti di rendere il prodotto pienamente comprensibile solo a un pubblico ristretto.
La serie ha indubbiamente un potenziale enorme, tuttavia manca di quel “quick” in più necessario a renderla un capolavoro. Sarebbe potuta essere una trasposizione memorabile, come lo è stato Arcane fin dal primo momento della sua uscita, invece è solo un ottimo prodotto audiovisivo. Non a caso la critica ha elogiato l’animazione, il doppiaggio, la musica, la fedeltà al materiale originale, mentre la storia è stata criticata per essere troppo frammentaria oltre che ripetitiva.
Ad ogni modo, sebbene “The Cuphead Show” non abbia ricevuto recensioni particolarmente positive, anzi, la maggioranza delle critiche sono anche molto pesanti, a me personalmente è piaciuta. Dopotutto non dobbiamo per forza piangere, disperarci o prendere appunti ogni volta in cui accendiamo il televisore. Ogni tanto, ma anche un po’ più spesso, potremmo pure sederci sul divano a lasciarci strappare un sorriso dal caos demenziale creato da due personaggi con una tazza di latte al posto della testa. Quindi ve la consiglio.
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