Inchiesta
Aree di crisi nel mondo al 1-2-2019
di STEFANO ORSI
Giorno 20 gennaio 2019
Crisi Turchia-Siria per nord del Paese
La giornata di oggi è caratterizzata da nuovi combattimenti tra le fazioni curde YPG e i miliziani filoturchi, il tutto nel settore di Afrin occupato dai filo-turchi, dato il particolare momento di delicatissima trattativa per il futuro dei curdi in Siria.
Le delegazioni YPG ed SDF si trovano infatti a Damasco e il tempo per scongiurare un nuovo attacco turco si sta drammaticamente esaurendo.
Senza questo accordo che soddisfi anche i Turchi, Ankara attaccherà il nord della Siria occupando tutte le province che vedono una significativa presenza curda e di certo costringerà le milizie a ritirarsi in settori del Paese dove la maggioranza assoluta di cittadini sarà araba e di certo non gradiranno i curdi armati, nuovi scontri potrebbero allora nascere in futuro, e nulla di buono si prospetta per loro se venissero nuovamente sconfitti pesantemente come ad Afrin.
Ecco perché mi pare singolare che proprio ora abbiano deciso, o gli sia stato ordinato, di attaccare pesantemente le milizie filo-turche.
I curdi hanno presentato le loro ultime richieste per l’accordo alla Siria, vedremo se riusciranno a capire quali siano i loro veri interessi come siriani di etnia curda.
Nel frattempo, la popolazione araba siriana del nord della Siria sta protestando in piazza, con le bandiere siriane anche nelle zone occupate dalle truppe mercenarie al soldo USA (YPG e SDF), contro il progetto turco di creare una fascia di sicurezza nel nord della Siria per una profondità di 36 Km nel territorio siriano.
Raid israeliano contro Damasco
Oggi i caccia di Telaviv hanno tentato di colpire nuovamente i dintorni di Damasco.
Hanno solo tentato, perché questa volta ogni singolo ordigno lanciato, missili o bombe plananti che fossero, TUTTI sono stati intercettati dalle difese siriane.
Per la prima volta sono state impiegate le difese di nuova generazione consegnate dalla Russia dopo la distruzione del loro aereo IL-20 al largo di Latakia a causa dell’incursione israeliana. Non hanno chiaramente impiegato gli S300 la cui unica batteria si trova presso Masyaf a sud est di Latakia e protetta anche dalle difese russe, ma sono invece stati impiegati i sistemi BUK2 modificati e aggiornati pochi anni fa dalla Russia stessa che utilizzano al meglio anche i radar consegnati e che sono stati piazzati nel sud della Siria con notevole vantaggio nella precisione e visione del campo di battaglia rispetto ai vetusti sistemi precedenti che risalivano agli anni 60 e 70.
Le batterie di BUK2 come vedete nel video sono oltretutto molto ben difese da altre batterie di missili a difesa di punto per tutelarle da attacchi ravvicinati, nel video si vedono le batterie di BUK2 che lanciano i missili per intercettare gli attacchi israeliani e neutralizzarli. La riuscita di questa difesa è stata certificata anche da fonti russe che hanno confermato anche i numeri 8 missili abbattuti su 8 lanciati.
Gli Israeliani si sono poi consolati annunciando l’abbattimento di un missile antiaereo siriano che volava sopra il Golan occupato, contenti loro.
Naturalmente durante l’attacco era in volo un aereo passeggeri lungo i corridoi di discesa per l’aeroporto di Damasco, 150 passeggeri sono stati messi a rischio della loro vita a causa di un ennesimo attacco terrorista da parte di Telaviv.
Nelle ore della notte tra domenica e lunedì, le difese siriane si sono nuovamente attivate , stiamo vedendo i video or ora, ma non conosciamo i dettagli della minaccia.
Video
Vi propongo l’ultima videositrep realizzata con Sasha di SakerItalia e un video sulle fasi della battaglia di Damasco dal 2011 al 2018.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=wVsl6-LJZwc
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=kk1kTGppuQ4
https://www.youtube.com/watch?v=NQB5xJ2SxCI
https://www.facebook.com/National.Defen…/…/1557958657641250/
Aggiornamento dai fronti siriani del 21-1-2019
Nel bollettino di ieri sera abbiamo dato la notizia del nuovo attacco israeliano che era in corso e che iniziava mentre stavamo ultimando la stesura, non avevamo quindi alcuna misura dell’entità di questo attacco.
L’incursione ha avuto luogo da diversi punti di attacco ed in diverse ondate, utilizzando per lo più missili da crociera lanciati da caccia di Telaviv, i punti di lancio sono stati quelli tradizionalmente cari agli israeliani, i cieli del Libano e del Golan occupato.
Sono stati lanciati dai 40 ai 45 ordigni, di questi abbiamo conferma anche da fonti russe dell’intercettazione di 30 o più missili ed una bomba a planata che sono un rateo di successi davvero elevatissimo visto il volume di fuoco lanciato dagli israeliani.
Un rateo di successo che va oltre ogni possibile previsione israeliana, ricordo infatti che i loro attacchi arrivino sempre accompagnati da pesante attacco elettronico per confondere od oscurare i radar del nemico, se questo funzionava con i radar degli anni 60 e 70 ora non funziona più, evidentemente.
Altro dato interessante e riguardante i bersagli degli attacchi, sono state mostrate due batterie, anzi lanciatori, delle difese antiaeree siriane colpiti, questo è stato giustificato come rappresaglia per il fatto che avessero osato opporsi al primo lancio contro la Siria, e qui siamo davvero al ridicolo, la miseria morale e l’arroganza di queste persone è davvero inaccettabile per ogni persona che si definisca civile. I siriani nella follia di Telaviv dovrebbero accettare in maniera supina i bombardamenti di un criminale Paese aggressore, questo non solo è inaccettabile, ma questa visione è rivelatrice di una pesante forma di malattia mentale, sono pericolosi e capaci di ogni nefandezza.
Altro fatto, i mezzi colpiti, uno di essi stava facendo fuoco contro i missili in arrivo ed erano sicuramente diversi, i missili lanciati hanno puntato verso dei bersagli ma non sappiamo se reali o meno, gli attacchi elettronici funzionano creando falsi bersagli e confondendo i radar nemici, se i bersagli erano multipli, poniamo 4 o tre i razzi lanciati hanno cercato di colpire i più vicini, mentre il missile si avvicina notiamo che il lanciatore viene colpito e poi arriva a segno il missile che sta inviando le immagini. Il secondo mezzo appare invece in posizione di riposo, il radar non è attivo, il mezzo è vuoto e privo di equipaggio, un camion è nei pressi, possibile mezzo di rifornimento, ma nessuno sta operando, si tratta quindi della medesima tattica già vista in precedenza durante un altro attacco contro damasco, anche allora venne colpito un Pantsir 1 in fase di riposo, dopo che aveva lanciato tutti i suoi missili contro i bersagli e attendeva il rifornimento. È chiaro quindi che si tratti di una tattica precisa dei comandi israeliani, colpire in seconda ondata i mezzi scarichi a terra, il che pone almeno due evidenze, la prima è che i mezzi fossero privi di copertura da parte di mezzi di difesa secondari e preposti alla sola difesa della batteria, la seconda è che non fosse stata costruita alcuna barriera di difesa fisica per i mezzi dopo che questi avessero terminato i lanci a disposizione, in modo da rendere problematica la loro acquisizione e distruzione per il nemico, difesa fisica che credo andrebbe presa in seria considerazione per l’economia bellica e la conservazione dei mezzi di difesa aerea. Nel video diffuso ieri riguardante la batteria di Buk mi2 o SA-17 Grizzly in nome NATO, erano ben evidenti i numerosi mezzi, da 8 a 12 di batterie mobili di STRELA 1 che servivano appunto a protezione della batteria principale.
Un fattore interessante è che i radar utilizzati dai siriani non siano i migliori a loro disposizione, e che nemmeno abbiano potuto usare strumenti di guerra elettronica in quanto non sono disponibili nel sud del Paese.
I radar Buk 2 sono sistemi risalenti a 20 anni fa esatti, entrata in servizio 1998, per cui non sono l’ultimo grido della tecnologia russa, ma garantiscono la capacità di operare integrati nel sistema di difesa aerea che è in via di creazione a protezione della Siria, e che pare avere potenzialità prima insospettabili,il punto debole storico della difesa aerea russa è sempre stato ritenuto il livello di integrazione, ebbene da quanto si intravvede nei pochi mesi di lavoro, questa valutazione sarà totalmente da rivedere.
Probabilmente arriveranno presto altre forniture di sistemi per la Siria, ma solo quando il personale in addestramento avrà ricevuto una adeguata ed approfondita preparazione per operare al meglio con i mezzi messi a loro disposizione, come pare evidente abbiano fatto in questi due giorni.
I danni subiti o le vite perse sono certo presenti, ma se pensiamo che fino a pochissimo tempo fa i 40-45 missili sarebbero arrivati quasi tutti a bersaglio o che Israele invece di doverne lanciare tanti, e sono costosi, ne avrebbe potuti lanciare dolo una decina per ottenere i medesimi risultati, capiamo bene che qualche campanello d’allarme stia suonando forte nelle zucche bacate dei generali israeliani.
In attesa di nuovi raid israeliani, che certamente arriveranno a breve, vi saluto.
25-1-2019
La notizia di ieri è stata l’arrivo di pattuglie e posti di controllo siriano-russi a nord di Manbij, in funzione di contenimento turco, chiaramente rappresenta una conseguenza dei colloqui del giorno 23 tra i Presidenti Erdogan e Putin.
Incontro in cui si è discusso anche dei diretti rapporti commerciali tra i due Paesi e dei futuri sviluppi, tra cui la mega-centrale nucleare di Akkuyu.
A preoccuparci invece, è l’ingresso di un grande convoglio USA dall’IRAQ ne abbiamo già dato notizia, ma la composizione di questo convoglio preoccupa, trasportava più armi che supporto logistico per le truppe, ovvero, non pare la mossa di chi intenda ritirarsi davvero.
Finora abbiamo avuto conferma solo della partenza di 150 soldati USA su circa 4000 presenti, sebbene loro dicano 2000.
La situazione non pare mutare, a sud ad esempio continuano a proteggere i terroristi e a tentare di infiltrarli nella Siria libera.
ISIS
Almeno l’ISIS è quasi alla fine oltre il fiume Eufrate, restano a loro soltanto due villaggi, e oggi si sono moltiplicate le missioni suicide, l’arma dei disperati, tentano di infliggere un dazio pesante alle SDF.
Purtroppo al di qua del fiume persiste un’area desertica dove la presenza del Califfato ancora non è stata estirpata.
Tribù arabe delle province occupate
Si sono riuniti decine di capi tribù di Hasakah, Al Raqqa, Deir Ezzour e Aleppo, l’incontro con la delegazione del governo siriano, ha permesso di far emergere il loro sostegno ad un veloce ritorno del controllo del legittimo governo siriano sulle regioni occupate da USA e Turchia per mezzo delle loro truppe mercenarie, SDF ed YPG per gli USA e FSA per la Turchia.
Hanno altresì espresso la loro totale contrarietà alla creazione di una zona sotto controllo turco nel nord della Siria.
In questi mesi sono costantemente andate intensificandosi le notizie di scontri a fuoco tra le popolazioni siriane e le forze occupanti mal digerite.
Venezuela
In omaggio alla grande amicizia tra i popoli del Venezuela e della Siria, il governo siriano ha immediatamente espresso tutto il suo sostegno al legittimo ed unico Presidente del Venezuela Nicolas Maduro.
Giorno 1-2-2019
Pubblico qui il link dell’ultima SITREP in video realizzata per il canale SakerItalia.it
https://www.youtube.com/watch?v=l5YScmofOy8
Venezuela
Si va consolidando il disegno di “sacco” del Venezuela da parte della comunità di Paesi alleati degli USA.
Ciò che sta avvenendo ai danni del Popolo venezuelano, è qualcosa che ci ricorda molto da vicino la calata dei barbari ed il Sacco di Roma del 1527 ad opera dei Lanzichenecchi di Carlo V d’Asburgo.
Il furto dei conti correnti venezuelani all’estero, il furto delle proprietà, il furto dell’oro depositato dal Venezuela presso la banca centrale inglese, il furto dei proventi della vendita del petrolio congelati negli USA, cos’altro sono se non un colpo mortale alla tenuta economica del Paese sudamericano?
Di questo nulla sembra riuscire a passare come informazione alla nostra opinione pubblica, guardo i Media nazionali e anche Skynews e tutto è filtrato, alterato o taciuto.
Nessuna notizia della imponente manifestazione avvenuta a Caracas in sostegno del governo legittimo venezuelano, nulla, la CNN ha addirittura alterato la traduzione di un cartello che una rappresentante ha esposto all’assemblea dell’Organizzazione degli Stati Americani, la scritta era:” OAS don’t support a coup in Venezuela” (l’OAS non appoggi un GOLPE in Venezuela) che misteriosamente è stato tradotto come “non mettete in discussione la dittatura di Maduro”… che è tutto dire.
Questi furti illegittimi, anche di fronte alla tenuta della democrazia nel Paese, ovvero che il GOLPE non passi, come finora sembra non passare, non verranno mai riconosciuti come tale, gli Stati dell’occidente stanno violando ogni legge internazionale operando per l’ennesima volta con disegno criminale, ai danni di un Paese sovrano reo di non aderire ai modelli economici capitalisti e colpevole di migliorare la condizione di vita dei diseredati, di aver garantito ciò che prima era loro precluso come l’ISTRUZIONE, ricordo a tutti i lettori che prima che avvenisse la “rivoluzione bolivariana” il Paese, con grande soddisfazione dell’Europa e degli USA, vedeva il 70% della popolazione del tutto analfabeta, nessuna assistenza sanitaria pubblica, e nessun diritto garantito ai lavoratori sottopagati e sfruttati praticamente a livello di schiavi, quello andava benissimo a tutti, le ricchezze del Paese erano sfruttate a solo vantaggio delle multinazionali e non per elevare la popolazione da una condizione di miseria diffusa e assoluta!
Alcuni Paesi non allineati con gli USA stanno tentando l’unica via possibile per evitare lo scontro che coinvolgerà anche gli Stati vicini come la Colombia o il Brasile di Bolsonaro, il fascista che ha già minacciato di invadere questo Paese, l’invio di 150 soldati di forze speciali israeliane, in Brasile, non depone certo in favore della pace.
Messico ed Uruguay, ad essi si è unita anche la Bolivia, si stanno proponendo come mediatori tra le parti, l’idea di una conferenza di confronto da tenersi a Montevideo sembrerebbe una proposta di buonsenso, ed in terreno neutrale.
Devo ammettere che la posizione del governo italiano, che non ha riconosciuto Guaidò come legittimo presidente, in aperto contrasto con la UE è un fattore positivo, chiaramente Salvini invece ha immediatamente espresso la sua simpatia per il golpista come già fece per il pessimo e guerrafondaio Bolsonaro.
Domani, sabato 2-2-2019, sono previste nuove manifestazioni organizzate dai sostenitori di Guaidò, e quindi si temono scontri o tentativi di far precipitare la crisi verso scontri armati.
Ricordo che il manuale del “regime change” in questi anni ha sempre previsto come momento di svolta, la strage contemporanea di manifestanti e di forze di polizia o militari, in modo da poter accusare il presidente legittimamente in carica di “uccidere il suo popolo” e poter sostenere direttamente o attraverso la fornitura di armi, secondo la “dottrina Obama” le truppe mercenarie in loco che combattessero al posto delle forze USA.
Domani pertanto potremmo attenderci una strage di cui i nostri media incolperanno immediatamente il Presidente Maduro, e utilizzeranno questi fatti, da loro stessi causati, come scusa per una escalation militare.
Siate preparati ad interpretare nella maniera corretta eventuali fatti di sangue.
Faccio solo notare un fatto, vi chiedo in quale paese un vero dittatore, avrebbe mai permesso che un deputato qualunque si proclamasse in piazza come presidente reale del Paese, è una cosa che se avvenisse in qualunque dei nostri Paesi ci farebbe ridere e detto deputato verrebbe immediatamente ricoverato per esaurimento o incarcerato per aver come minimo infranto diverse leggi, qui invece c’è fin troppa tolleranza, e questa tolleranza c’è perché si sta cercando, da parte del governo, quello legittimo, di evitare di far precipitare la situazione e far si che non vi siano scuse di incolparli di atti di violenza di qualunque genere.
Siria
Asma al Assad
La “first Lady” siriana Asma al Assad è stata operata al seno sinistro per un tumore maligno, e per il quale era in cura chemioterapica da mesi, l’operazione a quanto ci è stato dato di sapere, è andata bene, pochi giorni dopo Asma è stata fotografata presso il suo ufficio.
A lei i nostri migliori auguri di pronta e completa guarigione.
ISIS
La situazione militare invece vede l’ISIS ormai alle corde oltre il fiume solo due villaggi restano ormai in mano al Califfato pochissimi giorni ci dividono dalla sua eliminazione oltre l’Eufrate.
Permane una sacca al di qua del fiume, nella Siria libera, nella zona desertica a sud di Al Suknah, ma dove a breve potrebbe partire una operazione di pulizia, ma non credo prima della risoluzione della sacca di Idlib.