Dalle Regioni
Alla scoperta del XXI secolo: vivere la Legalità
di ANNAMARIA FIORE
Un’esperienza innovativa e indimenticabile quella offerta ai ragazzi delle classi quarta e ai genitori accompagnatori, oltre al corpo docente della scuola E. Del muro Lomanto di Canosa di Puglia, nell’ambito del progetto Pon per la legalità.
Adulti e bambini insieme, sono stati protagonisti di un’insolita visita guidata al Museo MAXXI- Museo Nazionale delle Arti del 21º secolo, in via Guido reni a Roma.
La struttura di recente inaugurazione offre fino a fine gennaio la visione di un percorso espositivo incentrato sull’uomo, la sua essenza, il suo bisogno di giustizia gridato con forza da installazioni legate al filo della memoria ora da colori, ora da emozioni strabordanti.
Il percorso si apre con l’opera di Fabio Mauri,” Il muro occidentale o del pianto” come viene chiamato a Gerusalemme il muro residuo del Tempio di Salomone, qui è riedificato con valigie.
“Tentativo di rappresentare quel necessario muro dell’ideale o della fede intellettuale fra tutti i bagagli in transito, costretti ad espatriare, o portare con sé identità incenerite. È una costruzione di provenienze dissimili che sta in piedi da sola, senza altro sostegno della propria evidente complessità”.
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“Anche ad Auschwitz uno dei documenti più impressionanti lo edifica un cumulo di valigie. Ognuna nel nome e nell’indirizzo sopra, comporta la certezza del ritorno.
Negli anfratti del” Muro Occidentale o del Pianto”, gli israeliti infilano biglietti di carta con preghiere: relativi all’anima, gli affetti, ai corpi, al come vivere la vita sulla terra”.
Una sorta di preghiera dell’arte. Il muro è il luogo, dicono gli israeliti, dove Dio senz’altro ascolta: è il luogo del valore, quindi.
“Vi crescere anche una pianta, segno di un proseguimento di esistenza frammista delle pietre mute e squadrate o le valige vuote e inerti nemmeno loro possono impedire”.
I bambini della Lomanto di Canosa non hanno assistito inermi alla visione di questa geniale installazione, ma hanno riportato con giornalistica precisione su un foglio precedentemente predisposto dalla organizzazione del museo(si ringraziano la Dott.ssa Stefania Vanini- Responsabile Dipartimento Educazione e la dott.ssa Sofia Bilotta), sentimenti, visioni, impressioni dando prova di conoscere la storia e i suoi principi.
Una visita interattiva dunque che ha portato gli alunni delle classi quarte verso un’altra opera STERNENFALL di Anselm Kiefer. Qui si è verificato un vero e proprio brain-storming tra i piccoli critici d’arte, divisi dall’interpretazione alfanumeriche sospese in aria come stelle e da altre atterrate come astri cadenti. La Shoah dipinta sulla tela di grandi dimensioni ha stretto i bambini verso una dimensione cruda, dura, ma dove la speranza di umanità è nell’essenza di quel sacrificio.
La visita si è snodata fino alla visione di “CIRCLE” opera di Kendell Geers che in una evidente miscellanea di oggetti ( manganelli)crea un sole duro, nero e racconta di Aphartheid e sogni infranti. L’arte a volte può più delle parole ed insegna più di una lezione in classe. L’innovativa visita guidata di cui i bambini della Lomanto sono stati protagonisti mettono in luce la brillante intuizione della dirigente Dott.ssa Nadia landolfi e di tutto il corpo docente impegnato……….La forza delle idee prorompe quando si giunge così, o meglio si entra nell’opera di Alfred Jarr ”Infinite Cell”, esperienza unica per adulti e bambini di confrontarsi con il principio Costituzionale della libertà di pensiero. L’opera è la riproduzione della cella in cui Antonio Gramsci fu rinchiuso dal 1929 al 1935 e dove scrisse i suoi” Quaderni dal Carcere”. L’installazione è metafora dell’isolamento dell’intellettuale contemporaneo e dei limiti con cui tutti ci confrontiamo. Tuttavia il dilatarsi dello spazio attraverso lo specchio allude alla libertà di pensiero e alla passione intellettuale, capaci di evadere ogni barriera e sopravvivere alle condizioni dure. L’artista afferma con forza e ci convince, che vi è una stretta correlazione tra etica ed estetica a cui l’uomo di cultura deve attingere per trasformare il contesto sociale e politico. Tante ed interessanti le osservazioni dei piccoli critici che non si sono lasciati sfuggire l’occasione per notare il potere oscuro e forviante della Tv capace di catturare le menti e omologare i pensieri.
Il percorso espositivo e la visita dei bambini si conclude con una provocazione: Esiste al mondo un posto dove le frontiere non sono un problema, né le razze, o le lingue o i costumi?.Lucj e Jorge Orta hanno progettato e realizzato nel 2007 una spedizione in Antartide. Per gli artisti Antartide è un luogo simbolico,il luogo ideale dove ricostruire un mondo senza frontiere che accolga in pace popolazioni diverse e, allo stesso tempo,simbolo del cambiamento climatico.
In Antartide gli artisti hanno realizzato un insediamento temporaneo di 50 tende da loro progettate e cucite con le bandiere provenienti da tutto il mondo e ritagli di vestiti per rappresentare la molteplicità e la diversità dei popoli. Tra le stoffe utilizzate vi sono anche inserti serigrafati con una dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dell’uomo. L’installazione (3 tende delle 50) , vuole essere una rappresentazione tangibile del Villaggio Globale.
Non è semplice portare avanti l’ambizioso progetto di “insegnare la legalità”, meglio viverla …partendo dalla storia,dall’esempio, dallo stupore, dall’angoscia,dalla speranza,dalla libertà di espressione che l’arte può donare a chi è pronto a leggerne i segni, per crescere con la consapevolezza dell’importanza del rispetto per un futuro fatto da adulti responsabili.