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10 Novembre 2025

Il Nuovo Backlash Patriarcale

Questo nuovo patriarcato digitale e clericale non vuole solo controllare le donne, ma ridefinirle.

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Di Maddalena Celano

La vita delle donne oggi è diventata più difficile che mai. Ci troviamo di fronte a una nuova forma di backlash patriarcale, più subdola e più violenta di quella del passato.

Questo arretramento non avviene solo sul piano economico e sociale, ma soprattutto su quello culturale e simbolico.

Da un lato, la maggioranza dei giovani cresce immersa nella pornografia, che rappresenta il principale strumento di formazione erotica e relazionale del nostro tempo.

La pornografia mainstream costruisce un immaginario violento, disumanizzante, in cui la donna è ridotta a corpo di servizio, oggetto di dominio e consumo.

Questo modello plasma generazioni di uomini che associano il desiderio alla sopraffazione e l’intimità all’umiliazione.

E così, nella vita reale, le donne si trovano costrette a confrontarsi con partner che misurano la loro “valenza erotica” in base alla loro capacità di replicare modelli pornografici.

Dall’altro lato, assistiamo a una potente regressione ideologica portata avanti dal mondo cattolico tradizionalista.

Si ripropone una visione della donna “angelica”, madre e devota, interamente dedita alla famiglia e al sacrificio domestico.

Ma questa visione ignora la realtà concreta: l’inflazione cresce, i salari stagnano, il modello monoreddito è insostenibile e gli uomini stessi non hanno più la possibilità economica di mantenere una famiglia.

Nonostante ciò, si insiste nel voler riportare la donna a casa, senza strumenti, senza protezioni sociali, senza autonomia economica.

Il risultato è una società che produce nuove forme di povertà infantile e femminile nei paesi sviluppati, con una crescente malnutrizione e un aumento della violenza domestica.

La donna viene ridotta a “utero che cammina”: corpo di servizio, ma non più erotico — bensì procreativo.

Questo nuovo patriarcato digitale e clericale non vuole solo controllare le donne, ma ridefinirle.

Vuole una donna senza voce, senza desiderio, senza indipendenza.

E lo fa attraverso due strumenti apparentemente opposti ma perfettamente complementari:

l’ideale pornografico e quello religioso. Entrambi disumanizzano il femminile, entrambi lo annullano nella sua libertà e complessità.