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09 Novembre 2025

Fanatismo Visto da Vicino: Contraddizioni tra Oriente e Occidente

L’Orrore Afghano e l’Eredità Distorta della Fede

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Credit foto https://ilcaffegeopolitico.net/166620/le-donne-afghane-nel-mirino-dei-talebani

Di Maddalena Celano

L’incontro che ha dato origine a queste riflessioni non è stato accademico, ma profondamente umano.

 Un pomeriggio, in un contesto diplomatico romano, ho conversato a lungo con un rappresentante cattolico che collabora con la missione afghana presso la Santa Sede. L’uomo, di vasta cultura teologica, ha descritto con precisione la tragedia che oggi consuma l’Afghanistan sotto il dominio dei talebani. Eppure, dietro la sua lucidità analitica, si nascondeva una contraddizione profonda, uno specchio deformante del rapporto tra fede e potere, che non appartiene solo all’Oriente ma anche all’Occidente.

1. L’orrore talebano e la negazione dell’umano

Le sue parole, inizialmente, mi hanno colpita per la chiarezza con cui denunciavano la barbarie talebana: in Afghanistan, le donne sono oggi prive di ogni diritto fondamentale. Non possono uscire, né cantare, né ricevere istruzione o cure mediche.

 Sono, come mi ha detto, “ridotte a una condizione sub-umana”.

Tuttavia, ciò che più mi ha colpita è stata la sua successiva precisazione teologica: “Il talebanismo non è Islam, ma un’eresia ideologica.”

 Secondo lui, la pretesa dei talebani di imporre il silenzio e l’ignoranza alle donne è blasfema, poiché la lettura del Corano è un dovere religioso universale — non un privilegio maschile.

 Questo passaggio, di grande rilievo, conferma ciò che diversi studiosi musulmani e islamologi affermano da anni: il fondamentalismo talebano è una perversione politica del messaggio religioso, non una sua espressione autentica.

Come scrive Leila Ahmed in Women and Gender in Islam (1992), «ogni forma di dominio religioso che esclude le donne dall’interpretazione del testo sacro tradisce la radice stessa dell’Islam, che nasce come messaggio di uguaglianza morale e di giustizia».

 L’Afghanistan talebano, dunque, non rappresenta una fede, ma la sua degradazione a strumento di controllo.

2. Le contraddizioni dell’integralismo occidentale

Ma la parte più inquietante della conversazione è venuta dopo.

 Lo stesso diplomatico che condannava l’oscurantismo talebano, mostrava un disprezzo viscerale per Pedro Sánchez, il leader socialista spagnolo. Lo definiva “pericoloso” per essersi allontanato dalla NATO e per la sua posizione critica verso Israele.

Mi sono chiesta: come può un uomo che ha compreso l’abisso dell’integralismo religioso, difendere invece un integralismo politico e militare che si ammanta di democrazia ma fonda la propria legittimità sulla guerra e sulla produzione di armi?

 La contraddizione è abbagliante.

Persino autorevoli figure del mondo cattolico, come Papa Francesco, hanno definito la NATO un “residuo di una logica di blocchi” (intervista a Civiltà Cattolica, 2022), invitando l’Occidente a superare il paradigma del conflitto permanente.

 Eppure, la fede del mio interlocutore — lucida verso l’Oriente — sembrava cieca verso il proprio mondo.

Come nota Edward Said in Covering Islam (1981), l’Occidente tende a leggere i fanatismi altrui come barbarie e i propri come “difesa dei valori”. È questo meccanismo di autoassoluzione culturale che alimenta la nostra incapacità di riconoscere il fanatismo “di casa”.

3. Il femminismo come misura della civiltà

Il disprezzo per Sánchez si accompagnava a una sottile diffidenza verso la Giornata Internazionale della Donna, liquidata come un’espressione “squilibrata” di diritti senza doveri.

 Ma questa argomentazione, apparentemente neutrale, riproduce una delle più antiche trappole del pensiero patriarcale: l’idea che la libertà sia una concessione, non un diritto.

Come scrive Simone de Beauvoir ne Il secondo sesso (1949), “non si nasce donna, lo si diventa” — e lo si diventa, oggi come allora, attraverso la conquista di autonomia economica, culturale e simbolica.

 La libertà non è un equilibrio teorico tra diritti e doveri, ma autodeterminazione: la capacità di difendere da sé la propria dignità, a partire dalla propria indipendenza materiale.

Eppure, anche in società democratiche e occidentali, la libertà femminile resta fragile e continuamente contrattata.

 Il fenomeno che le sociologhe contemporanee chiamano backlash — la reazione maschile al progresso femminile — era stato già intuito da Pier Paolo Pasolini, che negli anni ’70 parlava di regressione maschile: più le donne si emancipano, più molti uomini si ritirano in una dimensione infantilizzata, incapaci di confrontarsi con la parità reale.

4. Il successo etico e politico di Pedro Sánchez

A rendere ancor più paradossale il giudizio del mio interlocutore è il fatto che i risultati politici ed economici della Spagna di Sánchez siano oggi tra i più solidi d’Europa.

 Secondo i dati della Commissione Europea (2024), la Spagna ha registrato una crescita del PIL del +3,3%, superando la media dell’Eurozona.

 Inoltre, le politiche femministe e redistributive del suo governo hanno ridotto la disoccupazione femminile e aumentato il benessere collettivo.

 Persino giornali di orientamento liberale, come Il Sole 24 Ore e El País, hanno riconosciuto l’efficacia del suo modello di socialismo pragmatico e inclusivo.

Contestare tutto questo solo perché Sánchez ha avuto il coraggio di mettere in discussione la NATO e di assumere una posizione equilibrata sul conflitto israelo-palestinese, significa lasciarsi guidare non da una ragione etica, ma da un dogma ideologico.

Quell’incontro con il diplomatico afghano mi ha lasciata con una sensazione complessa, quasi dolorosa: la consapevolezza che il fanatismo non è una questione geografica, ma antropologica.

 Non è l’Oriente o l’Islam a produrlo, ma l’incapacità universale dell’uomo — spesso maschio, spesso religioso — di accettare la libertà dell’altro.

 Sia i talebani che certi cattolici in giacca e cravatta condividono un medesimo impulso: la paura della donna autonoma e del pensiero critico.

La vera misura della civiltà non è nella fede proclamata né nelle alleanze militari, ma nella libertà effettiva delle donne e nella capacità delle società di garantire giustizia, dignità e pensiero libero.

 Tutto il resto — fede, morale, ordine — rischia di essere solo la maschera elegante di una regressione.

Bibliografia essenziale

● Ahmed, L. (1992). Women and Gender in Islam: Historical Roots of a Modern Debate. Yale University Press.

● Beauvoir, S. de (1949). Le deuxième sexe. Gallimard.

● Pasolini, P. P. (1975). Scritti corsari. Garzanti.

● Said, E. (1981). Covering Islam: How the Media and the Experts Determine How We See the Rest of the World. Pantheon Books.

● Civiltà Cattolica (2022). Intervista a Papa Francesco sul conflitto russo-ucraino.

● Commissione Europea (2024). European Economic Forecast, Spring 2024.

● Il Sole 24 Ore, “La Spagna locomotiva d’Europa”, maggio 2024.