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Guantoni in rosa: Kickboxing contro la violenza sulle donne

Scopo del progetto, oltre ad insegnare le tecniche di autodifesa, rafforza l’autostima, oltre a creare occasioni di socializzazione e perchè no? a conoscere le arti marziali che nulla hanno a che fare con la violenza; anzi, al contrario, promuovono la disciplina, il rispetto e la cooperazione.

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto e video: Asd Spartan Kombat

Come sanno tutti il progetto “Guantoni in rosa” nato allo scopo di preparare le donne di tutte le età ad affrontare, meglio ancora, ad evitare i primi segnali di pericolo di violenza contro le donne, si fa normalmente a novembre. A Turi (Bari) è arrivato un po’ in ritardo ma non è un problema; l’importante è che sia arrivato. La tematica è purtroppo sempre più attuale e i tg ormai riportano ogni giorno vari casi di violenza sulle donne, al punto che sta diventando quasi un bollettino di guerra. Cosa fare per affrontare questa piaga? Hanno ragione senz’altro chi afferma che le ragioni più profonde di questa situazione risiedono in una cultura ormai vetusta, che vedono la donna come un oggetto ma è vero che per superare questa obsoleta visione, sono necessari tempi, più o meno lunghi. Pertanto, pur svolgendo un necessario intervento culturale, in primis nelle scuole, è importante puntare anche sull’emancipazione femminile. A questo punta il progetto in parola, organizzato in loco da Antonio Albanese e Michele Lorusso

Michele, esattamente cosa insegnate alle ragazze durante gli stage?

E’ un progetto che abbiamo fortemente voluto a Turi perché a Turi serviva qualcosa di concreto contro il tema della violenza contro le donne. Il Comune di Turi, nella persona di Imma Bianco è venuta a ringraziarci per questa iniziativa. Evidentemente, guardando anche alle tante donne che hanno partecipato, era un tema sentito. Certo, noi non possiamo insegnare a combattere, perché non basterebbero poche lezioni, però possiamo almeno insegnare loro ad acquisire quella consapevolezza, quella sicurezza per poter affrontare qualunque tipo di situazione sfavorevole per strada. Per apprendere forza e tecnica è necessario un allenamento costante ma la sicurezza e l’autostima quello sì, si possono acquisire in poche lezioni

Quanto ci si imbatte in un’aggressione non sempre si è pronti e lucidi per reagire. Quanto concretamente può servire uno stage simile?

Quello che noi insegniamo è la non violenza perché la violenza non è uno sport. Quello che noi insegniamo qui è di non arrivare mai ad uno scontro al di fuori della palestra ma è vero anche che nella società in cui ci troviamo, questo può succedere. In questi casi l’unica cosa che possiamo insegnare è cosa fare per non essere aggrediti e farsi male, ossia scappare e chiedere aiuto, non è una sconfitta.

Quanto dura questo progetto?

Questo progetto dura un mese, si farà ogni lunedì e mercoledì, dalle 17:30 alle 18:30 e noi contiamo di farlo almeno una volta all’anno gratuitamente per tutte coloro che vorranno partecipare.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo