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Editoriale

Alla Caritas si mangia gourmet

Satira esclusiva vietata agli inclusivi (ovvero ai permalosi).

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Giovanni Segantini, Natura Morta (1884).

di Alessandro Andrea Argeri

“In Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità”. Queste parole non provengono dal delirio di un Briatore o di un Marchionne qualsiasi, bensì dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Lo so: sulle prime a molti il suo nome non dirà niente di particolare, ma lo conoscete sicuramente perché è “il cognato d’Italia”. La dichiarazione è arrivata al Meeting di Rimini, dove gli spettatori applaudirebbero chiunque, da Umberto Smaila a Jessika a 2,5 km. da te. L’occasione era un incontro a tema “Food Security”, scritto in inglese perché in Italia oltre a quella alimentare è importante anche la “sovranità linguistica”, Rampelli dixit, degli altri però. Non a caso abbiamo pure il ministero del “Made in Italy”, sebbene, date le circostanze, sarebbe meglio ribattezzarlo “Eataly”.

Certamente bisogna “inserire le frasi in un contesto più ampio”, tipo la politica del governo. Ora si spiega tutto: la guerra ai poveri anziché alla povertà è nel loro stesso interesse, con grande vantaggio del sistema sanitario nazionale! A giovare del caro vita sono soprattutto i poverissimi, in quanto sono assidui frequentatori di un ristorante a cinque stelle Michelin chiamato “Caritas”, dove si possono gustare ricercati piatti gourmet grazie al servizio mensa, pardon, “buffet”, così è più chic, il cui servizio è organizzato da maître persino più prestigiosi di quelli della pubblicità della Lindl.

Oltretutto in Italia “spesso spendere meno significa ricercare prodotti, accorciando le filiere e rivolgendosi ai produttori che ne realizzano mediamente di ottima qualità”, per questo gli Italiani fanno la spesa in discount dove i prodotti costano meno perché la qualità è spesso bassa, talvolta mancano addirittura le marche dei prodotti. Eppure Lollobrigida non vive nel “mondo al contrario” del fu generale Vannacci, bensì in quello conformista in cui la politica, estraniata dal Paese reale, concepisce la povertà con una propria aura bucolica, o perlomeno pensa di conoscerla dopo averla vista sui meme o in Mare Fuori.

Con quali poveri abbia parlato il ministro per poter essere così sicuro delle sue dichiarazioni non è dato sapere, però ha passato le vacanze in Puglia, sicuramente avrà incontrato i braccianti agricoli pugliesi per sincerarsi delle loro condizioni, quindi anche della loro dieta; indubbiamente il suo ministero avrà voluto verificare come vengono coltivati i prodotti della terra, se vengono rispettate le regole per il corretto uso dei pesticidi, dei diserbanti, dei prodotti chimici, così da assicurarsi sull’effettiva qualità degli alimenti. Senza dubbio Lollo avrà mangiato da schifo nelle lussuosissime strutture della valle d’Itria: purtroppo è ricco, non tutti hanno la fortuna di mangiare i prodotti Eurospin, peggio per lui…

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).