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Tutti garantisti, ma chi tutela le vere vittime?

Nella settimana appena passata si sono celebrati funerali illustri. In fondo è un sentimento umano il tendere a considerare immortali le grandi figure della Storia, tanto da finire per considerarle immortali, infatti mai ci immagineremmo di vederne la scomparsa. Di Berlusconi? Non solo, anche della Giustizia, conquista millenaria nonché traguardo di ogni civiltà giunta a compimento. Ebbene l’irreprensibile “garantista” Carlo Nordio ha sfruttato abilmente l’ondata di cordoglio della massa per la morte dell’ex premier per approvare la sua tanto agognata “riforma della giustizia”, un colpo da vero killer capace di uccidere la Legge.

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Wikimedia Commons, dominio pubblico
In copertina, il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il giuramento. Wikimedia Commons, dominio pubblico

di Alessandro Andrea Argeri

Nella settimana appena passata si sono celebrati funerali illustri. In fondo è un sentimento umano il tendere a considerare immortali le grandi figure della Storia, tanto da finire per considerarle immortali, infatti mai ci immagineremmo di vederne la scomparsa. Di Berlusconi? Non solo, anche della Giustizia, conquista millenaria nonché traguardo di ogni civiltà giunta a compimento. Ebbene l’irreprensibile “garantista” Carlo Nordio ha sfruttato abilmente l’ondata di cordoglio della massa per la morte dell’ex premier per approvare la sua tanto agognata “riforma della giustizia”, un colpo da vero killer capace di uccidere la Legge.

Il Ministro della Giustizia sfrutta il momento, coglie l’attimo, affonda il colpo per realizzare delitto perfetto al grido di “più garanzie per chi è indagato”. Inoltre, in tutto questo, “i magistrati devono stare zitti sulle leggi che fa il Parlamento, così come la politica non deve criticare le sentenze”. Però la politica ha sempre preso posizioni sulle sentenze della magistratura, vedasi gli ultimi trent’anni di dibattiti. Dove ha vissuto Carlo Nordio tutto questo tempo?

Ancora, la separazione dei poteri è il fulcro di una sana democrazia basata sui contrappesi degli organi istituzionali. Tuttavia, se l’intenzione è quella di subordinare i giudici, ovvero il potere legislativo, alla politica, cioè il potere esecutivo, tanto vale istituire direttamente la polizia politica, bruciare le tappe verso l’introduzione di un nostrano KGB, così avremmo anche il vantaggio di uscire dal meccanismo di “tolleranza repressiva”, com’è stato più volte definito dagli storici della “New Left” statunitense il meccanismo occidentale di repressione degli oppositori.

Ma nel 2023 la connivenza veste i panni del garantismo, in quanto l’obiettivo dichiarato della riforma è quello di “dare più garanzia a chi è indagato”. Come? Ovviamente con l’abrogazione dell’abuso di ufficio! In questo modo i favoritismi non verranno più puniti. Così gli appalti pubblici potranno essere affidati più “elasticamente” ai parenti, oppure se un domani durante un concorso pubblico venisse favorito un raccomandato, il privato danneggiato non potrebbe più denunciare per questa fattispecie. Insomma addio meritocrazia: non sarà più possibile contrastare gli abusi di potere.

Non finisce mica qui con le riforme! L’appello non potrà più essere proposto dai Pm nelle assoluzioni di primo grado; le intercettazioni di persone non rilevanti ai fini delle indagini non potranno più essere pubblicate dai giornali, anche se per questo c’è già la legge Orlando del 2017. Di conseguenza, la privacy dei singoli politici vale di più del diritto dei cittadini di conoscere i precedenti penali di chi li rappresenterebbe o vorrebbe entrare nelle istituzioni. Ciliegina sulla torta: gli arresti vanno comunicati cinque giorni prima, così i criminali possono organizzare per tempo la latitanza. Per tutelare i colpevoli sono stati danneggiati i cittadini onesti.

Prima del suo ingresso in politica il nome Carlo Nordio è sempre stato associato a quello di un importante magistrato. Eppure l’attuale Ministro della Giustizia è riuscito nella difficile impresa di approvare una riforma a tutti gli effetti illegale, infatti una legge simile viola il diritto di libera informazione previsto dalla Costituzione, dalla Convenzione sui diritti dell’uomo, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, nonché dalla Carta costituzionale di ogni Stato occidentale degno di essere definito una democrazia. Evidentemente l’Italia non vuole figurare tra questi.

“Berlusconi non c’è più, ma il berlusconismo è ancora vivo”, hanno commentato le opposizioni. Eppure nemmeno Berlusconi ha mai avuto il coraggio di proporre una riforma simile. Anche perché “riformare il sistema giudiziario” non significa abolirlo. Per carità, qui siamo tutti garantisti, ma chi tutela le vere vittime?

Altri articoli in cui ho scritto di giustizia:

Riforma Cartabia: quando la legge mette nei guai la giustizia

Per salvare la giustizia ci voleva Matteo Messina Denaro

Un altro articolo su Carlo Nordio

Trattativa Stato-mafia: tutti assolti

Lo strano caso di Silvio B.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).