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Ripartiamo dai giovani

Stante la situazione esistente, le immagini degli studenti che, in diverse città italiane, sono scesi in corteo, nel ricordo di Lorenzo Parelli, morto durante il suo ultimo giorno di alternanza scuola – lavoro, per protestare contro tale istituto, sono un’autentica boccata d’ossigeno.

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Di Lavinia Orlando

Giorni e giorni di nauseante manfrina quirinalizia. Una politica che ha ampiamente dimostrato la sua già nota inconsistenza. Leader di partito che sparano nomi uno dietro l’altro. Autorevoli esponenti che strumentalizzano le donne neanche fossero esseri privi di personalità – “sarebbe bello eleggere un Presidente donna”, si è detto da più parti, senza considerare, giusto per fare un esempio a caso, che la Presidente del Senato Casellati è agli antipodi rispetto alla Senatrice a vita Segre. Una (presunta) sinistra che certifica la sua morte, vista la totale assenza di spirito di iniziativa e di proposte nominali. Una destra capitanata da un Salvini mai come in questo periodo distruttivo e confusionario. Un Movimento Cinque Stelle che pare essersi trasformato nella peggiore Democrazia Cristiana, tutto correnti e coltelli. Una politica tutta che non ha saputo – o, peggio, voluto, per assenza di riferimenti validi – muoversi per tempo, nonostante l’attuale scadenza dell’elezione del Presidente della Repubblica fosse circostanza nota da anni.  

Stante la situazione esistente, le immagini degli studenti che, in diverse città italiane, sono scesi in corteo, nel ricordo di Lorenzo Parelli, morto durante il suo ultimo giorno di alternanza scuola – lavoro, per protestare contro tale istituto, sono un’autentica boccata d’ossigeno.

In contrapposizione con una politica palazzinara, rinchiusa su se stessa, disattenta alle problematiche concrete, vergognosamente incapace di fornire risposte, a partire dall’individuazione del futuro Presidente della Repubblica, i giovani che rivendicano un sistema scolastico differente da quello esistente sono un’iniezione di speranza durante il più distruttivo tra i temporali.

Hanno le idee molto chiare: abolizione dell’alternanza scuola lavoro e, nel caso di percorsi scolastici che richiedano particolari cognizioni tecnico-pratiche, previsione di stage retribuiti con l’applicazione di severi protocolli di sicurezza concertati con gli stessi studenti.

Chi è sceso in piazza ha, inoltre, ben chiaro il parallelismo intercorrente tra la morte del giovane Lorenzo e gli innumerevoli incidenti sul lavoro che colpiscono, quotidianamente, donne e uomini, sovente anche mortalmente, e sulle ragioni legate a tali episodi: il risparmio sui costi per la sicurezza applicato da numerose imprese. Così come ha altrettanto chiaro che anche il lavoro precario, tanto frequente soprattutto negli ultimi anni, incrementa il rischio di incidenti, visto che il risparmio predetto si somma alla scarsa dimestichezza dei lavoratori con le mansioni da svolgersi. Senza contare l’ulteriore consapevolezza dell’addestramento, sin dalla più giovane età, ad una situazione di precariato che le norme tutte – e le imprese – annunciano quale condizione lavorativa ordinaria.

Trattasi di un barlume di lotta di classe, nel nulla più assoluto, che non può che far ben sperare, soprattutto perché proveniente dai più giovani, che riescono ancora a ragionare in modalità autonoma, nonostante le sollecitazioni in senso inverso provenienti dal mondo degli adulti, ad iniziare dai sindacati confederali – della politica è bene non parlare affatto, viste le ragioni sopra indicate. Ed allora non resta che ripartire dagli studenti e dalle scuole, con l’auspicio che le tante forze che si muovono contrariamente a tutela delle istanze padronali non abbiano la meglio e non riescano a fagocitare le belle speranze che una classe ancora vergine come quella studentesca riesce ancora ad esprimere.

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