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Legge post mortem, via libero definitivo

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di FLAVIO DIOGRANDE

Con l’obiettivo di semplificare la pratica della dissezione dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione, la Commissione Affari Sociali riunita in sede legislativa ha approvato all’unanimità la cosiddetta “Legge post mortem”, in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti dopo la morte. Nel testo del disegno di legge, proposto in Senato su iniziativa del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri del Movimento 5Stelle, si spiega che l’intervento legislativo «è reso necessario da una normativa vigente purtroppo non del tutto chiara né perché non disciplina né il percorso della donazione dal donatore alla struttura fruitrice, né la salvaguardia del principio dell’autodeterminazione e delle modalità attuative fino al momento del decesso».

Il quadro normativo vigente prima dell’approvazione definitiva della Legge Sileri prevedeva che l’utilizzo di singoli organi a scopo di ricerca fosse generalmente possibile a patto che venissero espiantati poco dopo la morte accertata, senza necessariamente seguire le procedure tecniche e normative previste per il trapianto. In Italia, tuttavia, questa pratica è resa impraticabile dal limitatissimo numero di donazioni, che blocca di fatto la realizzazione della rete logistica e la programmazione di studi e ricerche su organi da cadavere.

Per la donazione del cadavere intero, invece, non sono richieste particolari procedure: è sufficiente che sia espressa la volontà del donatore in sede testamentaria e che non sussistano interessi giudiziari sul corpo (necessità di autopsia).

Nel corso degli anni numerose iniziative parlamentari, sollecitate da istituzioni scientifiche, universitarie e associative, erano state promosse per meglio regolamentare la materia, dato che «la donazione del cadavere è di fondamentale importanza in campo chirurgico, sia nella pratica e nella messa a punto di interventi particolarmente complessi, che nella sperimentazione di nuovi approcci medici, tecniche e tecnologie. È importante perché non si sperimenta sul vivente ma si sperimenta sul cadavere per poi passare al vivente; non si sperimenta su animali, sacrificati appositamente, e si diventa più preparati ed esercitati su anatomia umana e non di un’altra specie».

D’ora in avanti, con l’entrata in vigore della nuova legge, ai cittadini sarà riconosciuta la possibilità di donare il proprio corpo con una dichiarazione di consenso, sotto forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, utilizzando il sistema informativo già in vigore per la donazione degli organi. Il Ministro della salute potrà promuovere, nel rispetto di una libera e consapevole scelta, iniziative di informazione dirette a diffondere tra i cittadini la conoscenza delle disposizioni della presente legge, utilizzandole le risorse disponibili per la realizzazione di progetti di comunicazione istituzionale.

Secondo quanto previsto dal legislatore, l’utilizzo di un modello umano post potrebbe ridurre l’utilizzo di specie animali, oltre a comportare una riduzione dei costi economici, dato che «attualmente la disponibilità di cadaveri è quasi solo all’estero e i nostri chirurghi vanno in Francia, Germania, Austria a seguire dei corsi che si potrebbero fare qui, risparmiando anche tempo, oltreché denaro».

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo