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Esteri

Scade oggi l’ultimatum contro il Niger ma Niamey tira dritto

La situazione nel conflitto tra NATO e Russia in Ucraina, la conferenza di Gedda, Il Niger nelle ore decisive per un nuovo conflitto.

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Aree di crisi nel mondo n. 166 del 6-8-23

Conflitto Nato Russia in Ucraina

Proseguono le forniture suppletive a Kiev per compensare almeno in parte le gravi perdite che stanno subendo le forze in prima linea sui vari fronti dell’offensiva che ormai dura da due mesi e due giorni, 63 giorni per essere precisi.

I risultati ancora non arrivano.

Un breve tratto della prima linea di difesa organizzata russa è stato raggiunto sul fronte di Orikov, dove devia a nord per difendere il villaggio di Verbovo.

Chiaramente non è stato superato, anzi solo un mezzo ucraino lo ha raggiunto ma si è schiantato li.

Le maggiori operazioni ucraine in questi giorni si sono risolte in uscite legate al “marketing” come gli attacchi con i droni acquatici, è stato raggiunto il porto russo di Novorossisk, colpita una nave da sbarco anfibio classe Ropucha, di epoca sovietica, altri sono stati distrutti dai mezzi di difesa della flotta. Colpita una petroliera al largo della Crimea, nave che faceva spola tra la Russia e la Siria per portare prodotti petroliferi nel Paese alleato, ancora sottoposto a terribili sanzioni dall’Occidente che si ripercuotono pesantemente sulla popolazione. Hanno poi tentato di colpire nuovamente, ma invano, il ponte di Kerch con tre droni acquatici e alcuni aerei che sono però stati distrutti dalle difese.

Nella notte le forze ucraine hanno sparato proiettili di artiglieria a grappolo direttamente sulla città di Donetck, causando l’incendio dell’Università di Donetck, che non ha mai sospeso le lezioni in questi 9 anni e mezzo di guerra.

Un evidente crimine di guerra, fare fuoco su un’area civile che non vede presente alcuna unità militare nelle vicinanze.

Un fatto ormai abituale per gli abitanti della città, ignorato invece, come sempre, dai nostri media che mai notano i crimini commessi in questi anni da Kiev.

Nella notte la Russia ha effettuato un pesantissimo lancio di missili e droni contro obiettivi militari ucraini, attacchi precisi e mirati su magazzini e aree industriali dove sono stati colpiti centri di stoccaggio e produzione di armi.

3 navi lanciamissili della flotta del Mar Nero hanno formato la prima ondata, altri droni e missili balistici Iskander sono stati utilizzati come aggiuntivo su obiettivi sia vicini come Karkov che più lontani come Kiev.

15 bombardieri strategici TU95 si sono levati in volo e portati nel punto di inizio attacco dove hanno lanciato in due ondate successive il loro carico di missili da crociera.

Alcuni caccia Mig 31 hanno lanciato Khinzhal ipersonici, uno di certo ha colpito l’aeroporto di Starocostantinov, poi in seguito raggiunto da un notevole sbarramento di missili.

Questo aeroporto è la base da cui vengono lanciati i missili da crociera Storm Shadow, sede della 7a brigata aerea.

Circa 100 missili pertanto sono stati impiegati in questo attacco più un imprecisato numero di droni d’attacco Geran 2.

Rovna, colpita una località a sud del capoluogo, Kvasilov dove ferrovia e magazzini attigui sono stati pesantemente colpiti, chiaro che volessero colpire depositi di armi e mezzi.

Incendio ed esplosioni secondarie indicano che i bersagli siano stati raggiunti con successo.

Kamyonets- Padolski, poco a nord un’area ferroviaria ed industriale è stata colpita pesantemente, diversi gli arrivi in questa area industriale che è risultata danneggiata in maniera severa.

Ivano Frankovsk, località Yamnitsya, altra area industriale ben servita dalla ferrovia è stata pesantemente colpita, non ci sono indicazioni di abbattimenti da parte dell’antiaerea dato che sono state segnalate molteplici esplosioni nel sito.

Incendi ed esplosioni secondarie segnalate in loco.

Dubno, anche il vecchio aeroporto di Dubno è stato pesantemente colpito, non abbiamo avuto notizie di esplosioni secondarie ne di quanti missili lo abbiano raggiunto, ma visto il cammino seguito nelle altre località si presume siano stati diversi i missili o droni arrivati.

Zaporizje, segnalate esplosioni e volo di droni Geran.

Dnipropetrovsk, segnalate diverse esplosioni.

Fronti

I tentativi di attacco e avanzata ucraini stanno subendo un pesante rallentamento, questa settimana non si annota alcun progresso sui fronti principali, ne in quelli secondari da parte delle truppe di Kiev, ricordiamo che tali fronti a sud sono Orikov, diviso tra Rabotino e Piatikatky, Velika Novosolka dove le forze ucraine sono attestate su Staromajorske e tutti gli attacchi contro Urozaino si sono schiantati contro la difesa arcigna della brigata “Cascade” della DPR.

Per quanto riguarda i Russi, l’avvicendamento sul fronte sud di Artemosk con l’inserimento in prima linea di unità migliori, rispetto alle due brigate di Fucilieri motorizzati, parliamo di forze aviotrasportate della 83ma brigata guardie, sembra aver bloccato ogni progresso sul terreno da parte ucraina.

Le forze di Kiev hanno concentrato 9 unità specializzate nel combattimento con piccoli droni aerei che cercano di danneggiare le retrovie russe, si tratta di un lavoro assiduo e massiccio che sta creando problemi ai comandi russi.

Sul fronte tra Kremennaja e Kupyansk invece sono i Russi a mantenere l’iniziativa, hanno mantenuto i guadagni dell’offensiva della scorsa settimana e respinto ogni contrattacco ucraino.

Inoltre hanno mantenuto l’iniziativa e conquistato il villaggio di Novoselovka a lungo difeso dalle truppe ucraine, che ora si attestano fuori dal villaggio.

Conferenza di pace di Jeddah 5-6 agosto 2023

L’Arabia Saudita ha organizzato una conferenza di “pace” per la guerra in Ucraina, dove però la Russia non era invitata, cosa di per sé assurda se fosse stata una conferenza di pace.

L’intento ucraino però non è certo quello di ottenere la pace, ma quello di cercare insistentemente di rompere il sostanziale sostegno che Mosca ha nel resto del mondo escluso l’Occidente.

In questo aspetto, per l’Ucraina, e anche l’Occidente, la conferenza di Jeddah è stata un fallimento.

Nessun Paese del Sud del Mondo ha modificato la sua posizione equidistante tra l’Occidente e Mosca.

La Cina rappresentata dall’incaricato speciale Li Hui, non ha fatto altro che registrare l’indisponibilità di Kiev a trattare con Mosca e pertanto l’impossibilità di ricercare una soluzione politica al conflitto.

https://www.globaltimes.cn/page/202308/1295759.shtml

A riprova del fallimento dell’iniziativa vi è la dichiarazione della UE che avvisa che alla conclusione dei lavori non vi potrà essere alcuna dichiarazione congiunta, segno evidente della distanza tra le parti.

Emblematica l’affermazione del del delegato brasiliano Celso Amorin,Lula non era presente, impegnato nell’organizzazione dell’importante vertice dei Paesi amazzonici dal 7 all’8 agosto. Amorin ha stigmatizzato l’assenza della Russia, nessuna accordo di pace può avere luogo senza la presenza di tutte le parti in causa. Una affermazione logica e di grande buonsenso che pone la pietra tombale sul peso di queste iniziative.

Niger

Scade oggi l’ultimatum del ECOWAS (https://ecowas.int/) che impone al Niger di reintegrare il deposto Presidente Bazoum.

Il Niger sotto la guida protempore del gen. Tchiani ha già risposto più volte che andranno dritti per la loro strada, forti anche dell’appoggio dei vicini Burkina Faso, Mali e Algeria.

Questi tre Paesi hanno già avvisato che in caso di intervento militare estero contro il Niger si considereranno in guerra contro gli aggressori ed interverranno a loro volta a difesa del popolo nigerino.

Nel paese africano intanto, si moltiplicano le manifestazioni popolari a sostegno del golpe e contro in particolar modo alla presenza straniera francese e statunitense di cui chiedono l’immediata espulsione dal Paese.

In Niger sono presenti un migliaio di soldati francesi che si occupano di coordinare gli interventi militari e aerei nella regione in accordo con l’esercito nigerino, una missione italiana con alcune centinaia di soldati con il compito principale di addestrare i soldati nigerini, dalle ultime informazioni l’Italia sta operando un veloce ritiro del nostro contingente militare prima che scoppi un eventuale conflitto.

Il principale comando francese per tutto il Sahel, missione Barkan, si trova nel Ciad presso Ndjamena, e conta circa 3000 soldati.

Un contingente statunitense, di circa 1100 soldati è presente anch’esso in Niger, ma al momento non sembra intenzionato a intervenire.

Differente il discorso della Francia che parrebbe decisa all’intervento per non abbandonare in toto le sue posizioni nel Sahel, ma si scontrerebbe con diversi fattori negativi, la logistica, la posizione delle sue truppe, la distanza da ogni possibile linea di rifornimento, l’ostilità dei paesi vicini quali Burkina Faso, poco armata, Mali, ben armato e soprattutto l’Algeria che nella regione è una vera potenza.

Il presidente Tchiani ha dato un mese di tempo al contingente francese per lasciare il Paese.

Macron appare contrariato.

Hiroshima

Ricordiamo oggi il crimine immane contro l’umanità commesso dagli Stati Uniti d’America che sganciarono un ordigno di distruzione di massa sulla città di Hiroshima massacrandone la popolazione civile, le vittime aumentarono a dismisura nelle settimane, mesi e anni successivi a causa delle radiazioni.

Questo crimine si aggiunge al lungo elenco di stragi su cui l’intera storia degli USA è basata.