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Esteri

L’unica certezza è la confusione

Il punto sulla situazione in Europa, consegnate le risposte USA e NATO a Mosca, le razioni russe, la situazione sul campo, i colloqui di Putin con Macron, e gli imprenditori italiani, la tensione tra USA e Ucraina.

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Royal Marine Commando

Aree di crisi nel mondo n. 102 del 30-1-2022

La confusa situazione odierna

Alla fine i nodi sono venuti al pettine.

Gli USA sono stati costretti a rispondere per iscritto alle questioni poste dalla Russia per la sicurezza in Europa.

Non volevano farlo, e lo hanno esplicitato in ogni modo o maniera.

Un altro elemento che è emerso e che già abbiamo fatto notare in alcuni video, è che la Casa Bianca sia spaccata sul da farsi.

Manca una linea chiara di comando.

Il gabinetto del Presidente, ha due differenti linee di condotta.

Divergenze che in mancanza di una guida forte, si combattono apertamente.

Da una parte che Blinken con tutto il suo staff, un falco.

Apertamente russofobo, di origine ucraina, schierato apertamente con i nazisti di Kiev.

Dall’altro la parte forse riconducibile allo staff del Presidente, che ha una linea più attenta e diplomatica, ha imposto a Blinken, con ogni probabilità, di consegnare le risposte che dovevano essere consegnate nonostante che lui si fosse rifiutato categoricamente di consegnare a Lavrov.

Difficile infatti credere che in meno di una settimana, è il 26 e lui si è incontrato con Lavrov il 21, non avessero le risposte già pronte.

Nella Sala Alexander del Gran Palazzo del Cremlino, Vladimir Putin ha ricevuto le credenziali dagli ambasciatori di numerosi stati stranieri. Alla cerimonia di presentazione delle credenziali. John Joseph Sullivan (Stati Uniti d’America) ha presentato le sue credenziali al Presidente della Russia Questo file proviene dal  sito Web del  Presidente della Federazione Russa ed è concesso in licenza sotto la licenza Creative Commons Attribution 4.0 attribuzione Kremlin.ru http://www.kremlin.ru/

Dovevano ancora copiarle in bella copia forse?

Era una scelta del Segretario di Stato, che premeva per una linea dura e di chiusura totale.

Ora si spiegano le smorfie ed il volto tirato che non cedeva mai ad un sorriso nemmeno di cortesia durante l’incontro a Ginevra e la rituale stretta di mano.

Il 19 a Kiev si era lasciato andare annunciando che mai avrebbero consegnato le risposte scritte e che nulla avevano da rispondere alla Russia.

Poi il volo a Berlino, dove la posizione tedesca gli è stata esposta, come due giorni prima anche a Stoltemberg, ed il 21 si è dovuto incontrare con Lavrov e promettere la consegna delle risposte USA in forma scritta.

Oggi una farsa incredibile.

Stamane, quando a Washington era l’alba e da noi le 11,45 circa, arrivava la comunicazione dal Dipartimento di Stato USA che non sarebbero state consegnate le risposte scritte alla Russia.

Dopo poche ore si registrano arrivi di caccia USA in trasferimento oceanico.

F15 S accompagnati da aerocisterne della Guardia Nazionale.

Passano 4 ore e arriva il comunicato USA ufficiale , stavolta della Casa Bianca direttamente:

“Forniremo le risposte scritte a Mosca”:

Caos totale.

I canali ufficiali diramano l’ordine ai cittadini statunitensi in Ucraina di lasciare immediatamente il paese con ogni mezzo disponibile.

Alle 18,30 arriva la notizia della consegna ufficiale avvenuta a Mosca.

L’ambasciatore USA a Mosca John Sullivan, ha portato personalmente il plico contenente le risposte statunitensi alle questioni poste dalla Russia il 16 dicembre scorso agli USA. La consegna è avvenuta nella sede del Ministero degli Affari esteri russo in piazza Smolenskaja-Sennaja 32/34, a Mosca.

Sempre dal segretario di Stato trapela che gli USA non hanno autorizzato la divulgazione pubblica del suo contenuto ma che contengano le posizioni già espresse sui principi di porte aperte della NATO.

Le conseguenze della risposta USA e NATO

Le risposte consegnate al Ministero degli Affari Esteri russo, sono state confermate nella loro sostanza dal Ministro Lavrov in diverse interviste. ( https://www.agcnews.eu/ucraina-la-risposta-di-lavrov-alla-missiva-usa/ ).

Di fatto, gli USA, e di conseguenza la NATO, hanno dato una risposta del tutto parziale, alle questioni poste dalla Russia.

L’intero capitolo legato alla non espansione ulteriore della NATO ed al ritiro delle forze internazionali dai Paesi più vicini alla Russia, sono state del tutto ignorate.

Per meglio comprendere il perchè della richiesta di un ritiro delle forze internazionali da Polonia e Romania, occorre tornare agli anni 90, quando durante le firme dei trattati tra l’allora URSS e gli USA e la NATO, venne promesso che la NATO mai si sarebbe spinta oltre il fiume Odra, confine tra la Germania e la Polonia, erano gli anni della riunificazione tedesca.

Chiaramente tale promessa, si disperse ai 4 venti non essendo mai stata messa per iscritto.

Ma vi è una ulteriore questione che gli USA e la NATO cercano di ignorare, e questa, purtroppo per loro, è stata scritta.

Il concetto di “sicurezza indivisibile” è contenuto negli accordi di Istanbul, Carta fondante l’OSCE.

Al paragrafo 8 recita: “8. Ciascuno Stato partecipante ha un eguale diritto alla sicurezza. Riaffermiamo il diritto intrinseco di tutti gli Stati partecipanti e di ciascuno di essi a scegliere o modificare liberamente i propri accordi in materia di sicurezza, inclusi i trattati di alleanza in funzione della loro evoluzione. Ciascuno Stato gode inoltre del diritto alla neutralità. Ciascuno Stato partecipante rispetterà i diritti di tutti gli altri a tale riguardo. Gli Stati non rafforzeranno la propria sicurezza a scapito della sicurezza di altri Stati. In seno all’OSCE nessuno Stato, raggruppamento di Stati o organizzazione può avere una maggiore responsabilità per il mantenimento della pace e della stabilità nell’area OSCE né può considerare alcuna parte di tale area quale sua sfera di influenza. “

qui è disponibile l’intero documento. https://www.osce.org/files/f/documents/6/8/125810.pdf

Questo concetto non ammette confusione nei termini.

Nessuno stato può aumentare la propria sicurezza a scapito di quella di un altro Paese.

Il concetto di Sicurezza Indivisibile era già presente anche in un precedente documento, la “Carta di Parigi per una Nuova Europa, del 1990.

https://www.osce.org/files/f/documents/b/c/39519.pdf

“la sicurezza è indivisibile e la sicurezza di ogni Stato partecipante è inseparabilmente legata a quella di tutti gli altri”. La Carta per la sicurezza europea, concordata nel 1999 a Istanbul, è stata espressamente concepita per contribuire alla formazione di uno spazio di sicurezza comune e indivisibile nell’area dell’OSCE, privo di linee di divisione e con livelli di sicurezza comparabili per tutti.

Se esaminiamo quindi la posizione non solo dell’Ucraina ma anche della Polonia o delle Repubbliche Baltiche, capiamo come aderendo ed essendo accolte in seno alla NATO, esse abbiano aumentato si la propria sicurezza, ma che allo stesso tempo, abbiano fatto questo a spese della sicurezza della Russia e della Bielorussia.

Truppe di altri Stati sono infatti potute accedere ai territori di queste Repubbliche avvicinandosi di molto a città come San Pietroburgo o Mosca, diminuendone drasticamente la sicurezza.

Al tempo stesso l’enclave russa di Kaliningrad è totalmente circondata via terra dalla NATO.

Se si analizza la situazione da questa prospettiva, si comprende molto meglio la posizione della Russia e come le chiacchiere di Stoltemberg come quelle di Blinken sulla libertà di espansione della NATO, contrastino totalmente con i principi sottoscritti in questo trattato.

Forse per gli USA i trattati sono inutili impicci ai suoi interessi e decisioni, da trascurare ed ignorare ogni qual volta intralcino i suoi interessi, ma evidentemente per la Russia così non è.

Il colloquio delle aziende italiane con il Presidente Putin

Organizzato dalla Camera di commercio Italia-Russia, si è svolto in video conferenza un colloquio tra molte imprese importanti del nostro Paese con il Presidente Putin.

Dato il particolare momento di crisi, si sono scatenate le pressioni diplomatiche e politiche affinché il collegamento non avesse luogo.

I tentativi di sabotaggio sono falliti, solo tre imprese tra cui l’ENI non hanno partecipato, mentre altre come ENEL invece sono state presenti.

Erano quindi presenti gli amministratori di 16 grandi aziende italiane, riuniti in collegamento dall’hotel Principe di Savoia a Milano e dal S. Regis a Roma, inclusi Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, Francesco Starace, ceo di Enel, Guido Barilla, presidente del gruppo alimentare di famiglia, Andrea Orcel, ceo di Unicredit, e Gabriele Galateri, presidente delle Assicurazioni Generali.

Putin è partito dal gas, e le dichiarazioni che ha fatto hanno suscitato non poche domande. Mosca, ha ribadito, è un fornitore affidabile, ha consegnato all’Italia 22,7 miliardi di metri cubi nel 2021, contro i 20,8 del 2020. Gazprom, ha precisato, vende il metano all’Italia a prezzi molto più bassi di quelli di mercato grazie ai contratti a lungo termine sottoscritti. In questo modo si chiarisce come mai l’Italia stia pompando gas attraverso il TAP per venderlo ai paesi balcanici e come mai le nostre riserve siano più alte rispetto ad altri Paesi europei come ad esempio la Germania.

Ma la domanda che ci si pone è , se dalla Russia è arrivato più gas rispetto al 2020, e non a prezzo di mercato ma più basso e a costo fisso grazie a contratti pluriennali, e lo stesso accade attraverso le pipeline da Algeria e da Libia, perchè mai si è scatenata una folle corsa al rialzo dei prezzi dell’energia e del riscaldamento tanto da mettere in ginocchio molte imprese ed attività?

E come mai nessuno dei principali organi di informazione nazionali si pone questa domanda?

Nessuno ha infatti smentito le affermazioni del Presidente russo, anzi, è chiaro che i dati da lui citati siano assolutamente corretti.

Siamo dunque vittime di una enorme speculazione che porta profitti abnormi nelle tasche dei gestori dell’energia il tutto a spese di noi cittadini? È una domanda retorica chiaramente.

Colloquio Macron Putin.

Una novità interessante nel panorama confuso di questa crisi è stato rappresentato dal colloquio tra Macron e Putin, l’iniziativa francese è importante, perchè ripresenta uno Stato europeo sulla scena internazionale, dopo i tentativi tedeschi, ora è il turno della Francia.

Dei contenuti è trapelato solamente che sia stato messo in rilievo la mancanza di risposta sul concetto di indivisibilità della sicurezza ma che vi siano spiragli di dialogo su questioni secondarie, forse troppo poco per la Russia.

Il presidente francese ha voluto sottolineare l’importanza di riaprire un dialogo costruttivo sulla concretizzazione degli accordi di Minsk 1 e 2.

I contrasti USA-Kiev

Nel caos di questi giorni, si aggiunge un fenomeno che più che bizzarro appare grottesco.

Le dichiarazioni sulla drammaticità della crisi, con appelli e grida di pericolo per un imminente attacco russo, questione di settimane, giorni, ore e poi minuti, ordini di rimpatrio per i cittadini di diversi Paesi oltre agli USA, anglosassoni in genere, hanno trovato i maggiori oppositori e negazionisti nelle autorità ucraine e non in quelle russe.

Proprio dopo un colloquio tra Biden e Zelensky, quest’ultimo ha lanciato un messaggio alla nazione in cui ribadisce che non vi sia traccia di un immediato pericolo di invasione dalla Russia.

I presidenti Zelensky e Biden a Washington, This file is a work of an employee of the Executive Office of the President of the United States, taken or made as part of that person’s official duties. As a work of the U.S. federal government, it is in the public domain. Autore The White House

Sempre Zelensky ha ripetuto che lo schieramento russo non sia mutato da settimane e che non abbia caratteristiche rappresentanti un rischio imminente di invasione.

Ha proseguito invitando tutti alla calma e a non alimentare con dichiarazioni imprudenti il panico e le preoccupazioni dei suoi cittadini.

Non bastasse alle sue parole, sono seguite anche quelle di altri ministri che ad ogni affermazione della NATO o degli USA, intervengono lamentandosi di questo comportamento irresponsabile e del fatto che a loro risulti una situazione del tutto differente.

Ad esempio la CNN ha riferito dell’arrivo al confine con l’Ucraina di unità mediche russe con scorte di sangue e plasma, il giorno stesso la viceministro della difesa ucraina Anna Vasil’evna, smentiva categoricamente tali affermazioni.

C’è un evidente contrasto tra la visione della situazione da parte statunitense e da parte di Kiev.

Washington è arrivata ad affermare di essere preoccupata per l’atteggiamento di sottovalutazione del pericolo da parte del governo impegnato invece nel perseguitare l’ex presidente Poroshenko. Dichiarazioni che rappresentano una inaudita ingerenza nelle questioni interne di un Paese terzo.

La Gran Bretagna schiera l’esercito.

Una notizia molto preoccupante riguarda la scelta del Primo Ministro britannico Bojo, Boris Johnson di inviare un corpo di spedizione dell’esercito in rinforzo dei dispositivi NATO già schierati nell’Europa dell’Est, e proprio in quei Paesi dove la loro presenza allarma la Russia.

Una chiara provocazione quindi.

https://www.express.co.uk/news/politics/1557930/boris-johnson-vladimir-putin-russia-threats-nato-ukraine-invasion

1200 paracadutisti, 45° Commando Royal Marine, 26° Reggimento Fucilieri, la Royal Artillery dotata di sistemi missilistici a lungo raggio “Deep Fire”, 4 reggimenti di Cannoniere Apache ( elicotteri d’attacco), Army air corps, unità per la guerra elettronica e cibernetica squadrone Y dei Royal Marines e Royal Signals. In forse il trasferimento anche del 47° Reggimento di Artiglieria Reale, unità mediche e 6 elicotteri da trasporto Chinook.

Uno squadrone di Typhoon è stato inviato a Cipro per pattugliare i cieli della Bulgaria e della Romania.

File:Royal Marines of 42 Commando trudge through deep snow during Exercise Himalayan Warrior MOD 45147580.jpg
Parlando di zone di influenza… At an altitude of 6000 metres (19,685 feet) Royal Marines of M Company, 42 Commando trudge through deep snow during Exercise Himalayan Warrior 07 amidst the stunning scenery of the Himalayan mountain range in India. This file is licensed under the Open Government Licence version 1.0 autore POA(Phot) Dave Husbands

Ricordiamo che in precedenza, a dicembre, la GB avesse rimandato in Germania e di li in Polonia, ben 100 tra carri armati e mezzi blindati che erano stati ritirati l’anno precedente.

Occorre precisare che siano anche presenti sul territorio ucraino forze speciali SAS ( special air Service) dispiegati oltretutto vicino al fronte del Donbass, quindi proprio in violazione di una linea rossa russa.

È stato anche disposto l’invio di un cacciatorpediniere e di una unità di appoggio nel Mar Nero.

Gli USA rafforzano il loro dispositivo.

Biden ha disposto l’approntamento per partenza immediata di 8500 soldati per l’est Europa, con l’opzione di aumentarne il numero a 50.000 se la situazione dovesse peggiorare.

La questione delle “sfere di influenza.

LA questione delle sfere di influenza russe si sono poste sul tavolo delle trattative.

Paradossalmente la NATO da una parte, la UE dall’altra e gli USA più di tutti, hanno affermato in maniera involontariamente comica, che nel XXI secolo non esistano più le sfere di influenza, è molto particolare che a dirlo siano Paesi che stanno discutendo con l’interlocutore per l’influenza esercitata al momento dall’Occidente sull’Ucraina, e su molti altri stati.

Ben conosciamo tutti come la Francia abbia molti paesi africani e del Maghreb nella sua “sfera di influenze” per non parlare della Gran Bretagna con il Commonwealth e le ex colonie britanniche, ed infine gli USA con la Dottrina Monroe sempre attivamente difesa e che hanno reagito con grande nervosismo alla possibilità che la Russia faccia entrare nell’alleanza Euro Asiatica o nel CSTO qualche Paese sudamericano come Cuba, il Venezuela o il Nicaragua.

Tutta la politica occidentale si basa su sfere di influenza e le dichiarazioni della UE a tal proposito suonano tanto false quanto risibili.

Questa crisi sta evolvendo in maniera grave.

Gli armamenti vanno accumulandosi da ambo le parti.

L’Occidente prosegue nel fornire armi a Kiev, mentre alcuni paesi prendono le distanze, la Germania non fornisce e non permette che le sue armi vadano all’Ucraina, L’Ungheria ha dichiarato che non intende ospitare eserciti stranieri sul suo territorio, la Croazia per voce del suo Presidente, ha dichiarato che in caso di conflitto ritireranno le loro forze armate da ogni missione NATO. La Bulgaria non vuole ospitare reparti armati sul proprio territorio.

Ora si attende una presa di posizione francese.

Schieramento russo

Dal lato russo lo schieramento delle forze in campo non è mutato.

Per ora l’esercito russo pare disposto in schieramento difensivo, in profondità nel suo territorio.

606° reggimento missilistico antiaereo delle guardie della bandiera rossa (Elektrostal, regione di Mosca) This file comes from the websites (mil.ruминобороны.рф) of the Ministry of Defence of the Russian Federation and is copyrighted.
This file is licenced under the Creative Commons Attribution 4.0 Licence.
attribute Mil.ru.

Stanno portando ingenti forze in rafforzamento della Bielorussia, ufficialmente per le esercitazioni di febbraio, tra cui un numero notevole di mezzi antiaerei di punto Pantsir, decine, e sistemi di difesa aerea a lungo raggio molto sofisticati come gli S400, dai due reggimenti iniziali siamo arrivati ora a 4 con copertura totale del territorio bielorusso e anche delle zone circostanti tra cui Polonia, Paesi Baltici e Ucraina.

Nelle retrovie stanno finalmente arrivando anche le forniture per i depositi di riserva, munizioni, vettovaglie, ricambi, tutto ciò che occorre a sostenere uno sforzo bellico, offensivo o difensivo che sia.

Mancano ancora le truppe, sono aumentati i soldati al seguito dei mezzi, ma manca ancora la massa delle truppe.

Sono anche stati spostati interi squadroni di caccia e caccia bombardieri otre agli elicotteri da trasporto e d’attacco.

Sono stati avvistati diversi reggimenti di missili Iskander.

Stiamo assistendo ad una partita, una partita molto pericolosa in cui si sta giocando al logorio dei nervi dell’avversario, al portarne al limite la pazienza, la tensione, il nervosismo, le risorse, l’economia ucraina, grazie alle dichiarazioni dei suoi “amici” sta già scivolando al collasso totale, la fuga di capitali in atto appare inarrestabile.

Un giorno leggeremo sui libri di storia di questi momenti convulsi che stiamo vivendo, e lo spero vivamente che lo si potrà fare, perché l’alternativa è che nessuno ci sarebbe per farlo.

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