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L’alibi di Marco Mottola e gli indizi di Fontecupa

I soggetti che trasportano il corpo di Serena Mollicone a Fontecupa hanno una perfetta conoscenza del luogo. Sanno come e quando muoversi.
Un luogo frequentato da pescatori, coppie in cerca di intimità e tossicodipendenti. Non solo.
Fontecupa era una diiscarica abusiva.
Vecchi televisori, divani, calcinacci.
Trasportare dei televisori comporta le stesse difficoltà del trasporto di un corpo. Scaricare televisori poi richiede tempo.
Se devi liberarti di un corpo vai sul sicuro. Istintivamente usi luoghi e tecniche che conosci bene.

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Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Nuova udienza, dopo la pausa estiva, del processo per l’omicidio di Serena Mollicone.

Sono stati ascoltati gli amici di Serena Mollicone.

Nessuna novità dalle dichiarazioni. La conferma che ad Arce diversi ragazzi, tra cui l’imputato Marco Mottola, facevano uso di sostanze stupefacenti.

A movimentare l’udienza è la testimonianza di Davide Bove.

Amico di Marco Mottola. In passato aveva dichiarato che la mattina del 1 giugno 2001, tra le 12 e le 13, era stato con Marco Mottola presso il monumento a Padre Pio ad Arce.

Se Marco Mottola era in piazza ad Arce, non poteva essere in caserma ad aggredire Serena Mollicone.

Bove durante l’escussione ha dei vuoti di memoria. Cade in contraddizione. Tanto che la Procura potrebbe indagarlo per falsa testimonianza.

A confermare l’alibi di Marco Mottola c’è la dichiarazione di E. S. amica sia di Serena che di Marco Mottola.

Il 27 dicembre 2006, cinque anni dopo i fatti, la S. dichiara: « Ricordo che la mattina del giorno 01.06.2001, verso le 12.00 circa, in compagnia delle mie amiche M. A. e V. C. , ci siamo recate nei giardinetti di questo Corso Umberto I, precisamente all’altezza del monumento di Padre Pio. Nel predetto luogo ho sostato per circa un’ora ed in questo periodo mi sono vista con C. Q. di Arce, con in quale abbiamo chiaccherato. In tale frangente, le mie suddette amiche si allontanavano con il motorino con il quale erano venute, per portarsi in un’altra località. Mentre dialogavo con C., sopraggiungevano Marco Mottola e Davide Bove. Non ricordo se gli stessi fossero giunti a bordo della medesima vettura, ma mi sembra di ricordare che comunque Marco venne lì con la sua autovettura del tipo Lancia Y 10 di colore bianco. Mi sono intrattenuta con C, Marco e Davide sino alle ore 13.00 , per poi ritornare da sola a casa, preciso che nel mentre mi sono intrattenuta con i miei amici, sono ritornate  anche M. e V., con le quali poi sono andata via».

Secondo le dichiarazioni di D. F., con precedenti per spaccio, anche lui – con due suoi amici- era all’altezza  del monumento di Padre Pio nella stessa fascia oraria.

F.  viene smentito dai due. Era da solo presso il monumento a Padre Pio?

Comunque parlare di alibi richiede la certezza dell’ora dell’aggressione.

Certezza che non esiste.

Abbiamo pochi dati oggettivi.

Abbiamo le dichiarazioni di Tuzi. Che probabilmente quella mattina vede veramente una ragazza entrare nella caserma di Arce.

Sarà la Corte d’Assise a stabilire se era Serena Mollicone.

Abbiamo l’avvistamento presso il Bar della Valle.

Soprattutto abbiamo il luogo di ritrovamento del cadavere.

Le modalità di abbandono del corpo possono offrire preziosi elementi.

Purtroppo ancora ignorati.

I soggetti che trasportano il corpo a Fontecupa hanno una perfetta conoscenza del luogo. Sanno come e quando muoversi.

Un luogo frequentato da pescatori, coppie in cerca di intimità e tossicodipendenti. Non solo.

Fontecupa era una discarica abusiva.

Vecchi televisori, divani, calcinacci.

Trasportare dei televisori comporta le stesse difficoltà del trasporto di un corpo. Scaricare televisori poi richiede tempo.

Se devi liberarti di un corpo vai sul sicuro. Istintivamente usi luoghi e tecniche che conosci bene.

Non esiste delitto perfetto. Esiste solo l’assassino fortunato.

Avrà fortuna anche l’assassino di Serena Mollicone?

La risposta dobbiamo scriverla noi.

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