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Cultura

Intervista all’autrice Chiara Domeniconi sul libro “Come un chiodo nella carne” (Argentodorato edizioni)

Chiara e la cultura: “Si potrebbe fare di più ma anche per il nucleo famigliare generalizzato, i genitori e i genitori insieme ai figli.”

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Chiara Domeniconi

photocredits: photopress

a cura di Fabia Tonazzi

L’autrice Chiara Domeniconi racconta nel suo ultimo libro “Come un chiodo nella carne” edizioni Argentodorato la vera storia di una ragazza anoressica e bulimica. Un libro che descrive senza sconti, senza parsimonia, gli angoli – anche quelli più crudi, scandalosi – di una vita dilaniata. Nel cibo, e nella negazione del cibo, nell’autolesionismo e nei complessi rapporti famigliari, la protagonista, Sara, cerca se stessa morbosamente.

Un libro da leggere a qualsiasi età, un libro che induce a chiedersi perché reagiamo in un modo così ostile verso noi stessi…

Qualcosa su di te e di cosa ti occupi, come mai hai realizzato proprio quest’opera?

Mi occupo di immobiliare e di commercio di cibo biologico in Italia e all’estero. Quest’opera perché mi ha trasmesso lei stessa la curiosità di essere scritta e pubblicata. Per vedere se faceva ancora meglio a me, perché già era stata terapeutica e magari anche ad una sola altra persona. O facesse venir voglia di scrivere a qualcuno, per stare meglio.

Come è la tua giornata tipo?

Sveglia prestissimo per scrivere, verso le quattro. Alle otto e mezza attacco con l’immobiliare e il biologico fino verso le sette di sera. Poi palestra…amici…cane…

Trovi il tempo per rilassarti?

Anche il mio lavoro mi rilassa anche perché lo faccio volentieri e con colleghi con cui sto bene.

Cosa sognavi da piccolo? C’è qualcosa che ti accomuna ai tuoi personaggi?

Da piccola avevo incubi da sveglia, per la mia situazione famigliare, non ricordo sogni. Ovvio, la mia esperienza si ritrova in quasi tutti i miei personaggi che, a volte, sono addirittura io, che mi “ muovo”.

Cosa ti piace di più del lavoro che fai?

Come mi ci muovo io, vedermici dipanare le matasse, riuscirci e farmene piacere anche i lati brutti.

Qual è il tuo mantra quotidiano?

Odio Mantra e Karma. Adoro il Kinder Bueno!! Mi fa bene all’anima. E la curiosità.

Ti identifichi con un personaggio in particolare del tuo libro o no?

Spesso mi identifico, ma dovrei staccarmi ormai e questo è uno dei miei nuovi obiettivi, nei personaggi un po’ folli e fuori dalle righe. Sono stata vittima di bullismo per tutto il periodo delle scuole quindi mi sento molto vicina all’emarginato o, comunque, al non convenzionale.

Credi che ci sia spazio nella società attuale per i tuoi protagonisti o si troverebbero spiazzati?

Vedo che i libri che “vanno” di più rimangono comunque altri. C’è sempre una sorta di maledetto tabù su questi argomenti o, non so, di paura. Ma proprio per questo e perché ci sono stata in mezzo, dentro, che non smetterò comunque di affrontarli e di scriverne.

La cultura e i libri…Hai un riferimento in politica o nella società attuale che ti ispira fiducia?

Tutti, nessuno, a momenti. Nessuno pensa bene e giusto per tutta la vita, per tutto il tempo della sua vita. Neanche per tutto il giorno. Colgo, come fiori in un campo. Quelli, i pensieri che mi piacciono.

Credi che si potrebbe fare di più in merito alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di eventi culturali o sei soddisfatta come scrittrice?

Si potrebbe fare di più ma anche per il nucleo famigliare generalizzato, i genitori e i genitori insieme ai figli. Lavorare solo sui giovani credo non serva più di tanto. E formare meglio gli insegnanti. Più tirocinio, a mio avviso.

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