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Cultura

Camilla Gallazzi presenta il suo libro “L’Arcipelago dell’immaginazione” (Il Falò edizioni)

Camilla Gallazzi ” Le occasioni vanno sicuramente un po’ cercate, altrimenti possiamo contribuire a crearle, perché no?”

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a cura di Fabia Tonazzi  

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Qualcosa su di te, Camilla. Di cosa ti occupi, come mai hai realizzato scritto questo libro?

Mi chiamo Camilla, ho 25 anni e vivo a Busto Arsizio. Mi sono laureata in Lettere e in Filologia Moderna all’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano. Da un anno collaboro come junior editor presso una piccola Casa Editrice della mia città, Il Falò Edizioni. “L’arcipelago dell’immaginazione” in realtà altro non è che una delle due tesi universitarie che ho dedicato al mio autore preferito, Italo Calvino; il testo è stato scritto sotto la supervisione dei miei professori Davide Savio e Giuseppe Langella (che ringrazio sinceramente), ma poi è stata l’editrice Federica Cunego a intuire che l’opera potesse offrire uno spunto di riflessione anche per un pubblico più ampio.

Cosa sognavi da piccola? C’è qualcosa che ti accomuna con l’autore a cui ti riferisci?

Sognavo di fare la differenza e di entrare nel cuore delle persone, qualsiasi strada avessi intrapreso. Calvino sicuramente lo ha fatto, almeno con me! Lui affermava di avere un solo obiettivo: «Tutto quello che vorrei insegnare è un modo di guardare il mondo; ovvero di essere in mezzo al mondo. Penso che la letteratura non potrebbe insegnare altro». Spero sarebbe fiero di sapere che a me un modo di guardare il mondo lo ha offerto davvero.

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Cosa ti piace di più del lavoro che fai?

Adoro immergermi nelle storie degli altri, chi mi conosce sa che sono una gran chiacchierona e riuscirei persino a parlare da sola per ore. Leggere i libri degli altri mi mette nella posizione di stare in silenzio, e ascoltare.

Qual’ è il tuo mantra quotidiano?

Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata. Ne parlo un po’ anche in un capitolo della mia tesi, a proposito dei viaggi di Calvino in Messico; se solo ci prendessimo del tempo per osservarla più da vicino, ci accorgeremmo di quanto la natura abbia da insegnarci.

Credi che ci sia spazio nella società attuale per i tuoi protagonisti o si troverebbero spiazzati?

Calvino è stato un intellettuale (ma più semplicemente direi un uomo) che sarebbe in grado di sentirsi a proprio agio ovunque a mio parere. La figlia Giovanna lo ha definito taciturno, introverso, riflessivo… di una sensibilità e un’intelligenza straordinaria. Spesso però i protagonisti delle sue opere (che offrono sempre in gran parte degli spunti autobiografici) sono personaggi disincantati, che difficilmente riescono a trovare il proprio posto nel mondo, ma non per questo smettono di cercarlo; mi riferisco all’operaio Marcovaldo, al signor Palomar, Amerigo Ormea…

Credi che si potrebbe fare di più in merito alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di eventi culturali o sei soddisfatta come scrittrice?

Tramite la Casa Editrice Il Falò partecipo a molti eventi culturali, Busto Arsizio è una città di provincia, ma dalle risorse davvero illimitate: musei, mostre fotografiche, proiezioni di film, incontri di lettura, eventi benefici… per la mia esperienza, da utente ancor prima che da autrice, posso confermare di essere molto fortunata proprio grazie al contesto che mi circonda. Le occasioni vanno sicuramente un po’ cercate, altrimenti possiamo contribuire a crearle, perché no?