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Cronaca

Gino Girolimoni, la maledizione di un innocente.

I mezzi di comunicazione di massa possono devastare la vita di una persona. Questo è il monito che viene dalla vicenda di  Girolimoni. Protagonista  suo malgrado della Storia. Una persona la cui vita è raccolta in una sola parola. Innocente.

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Credit foto ww.errorigiudiziari.com

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Innocente. Una bellissima parola. La serenità di ritenersi una persona perbene. Il dormire sonni tranquilli. Tutto questo racchiude la parola innocente. Uno scudo infrangibile.

 Eppure essere innocenti può non bastare. A volte si finisce stritolati negli ingranaggi di vicende più grandi di noi. Ed essere innocenti non serve più a nulla. Diventa una colpa.

 Come nel caso di Gino Girolimoni. Un nome tristemente conosciuto. Girolimoni venne accusato di essere “ il mostro di Roma “: l’ignoto assassino che dal 1924 al 1927 rapisce e violenta 7 bambine. Uccidendone 4. Delitti orribili.

 Il regime fascista non poteva permettere una tale sfida all’autorità in camicia nera. L’Italia doveva essere un paese perfetto, almeno apparentemente. Nessuno doveva disturbare il conducente. Figuriamoci poi se Mussolini poteva tollerare la cattiva pubblicità di un assassino di bambine in libertà. L’assassino doveva essere trovato e arrestato.

 Però il tempo passa e le vittime aumentano. La Polizia non riesce a chiudere il caso. Le pressioni del duce sono sempre più forti. Non è più necessario trovare l’assassino. Basta che sia uno qualunque. L’importante è rassicurare l’opinione pubblica. Dimostrare che lui risolve ogni problema.

Viene trovato quindi uno qualunque a cui cucire l’abito di assassino. Il 9 maggio 1927 viene arrestato Gino Girolimoni. Un procacciatore di affari legali che viveva in Via Boezio.

 Una persona stimata. Che amava vestire bene. Che girava in automobile e amava le belle donne.

 Proprio un marito geloso segnala Girolimoni alla Polizia. Una vendetta dalle conseguenze tragiche. I giornali danno con grande enfasi la notizia dell’arresto di Girolimoni. Elencano decine di prove contro il presunto mostro che “ ha mostrato ributtante cinismo, negando sempre”.

Certo, Girolimoni ha anche la faccia tosta di ribadire la propria innocenza. I solerti cronisti di regime scrivono “ Dal giorno in cui Benito Mussolini , rabbrividendo nel suo tenerissimo cuore di padre disse : voglio che l’immondo essere venga arrestato, tutti ebbero la convinzione assoluta, incrollabile, che il mostro non sarebbe sfuggito alle maglie della rete, e tutti attesero fiduciosi, senza commenti, che il comandamento del Duce venisse seguito “. Con una stampa tanto imparziale la sorte di Girolimoni era segnata.

 Fortunatamente la magistratura era ancora abbastanza integra e indipendente. Il Giudice Istruttore Marciano si rende conto subito che le presunte prove sono prive di qualsiasi valore accusatorio. Anzi, trova diversi elementi a sostegno dell’innocenza di Girolimoni. Inoltre anche il commissario di Polizia Giuseppe Dosi si convince che Girolimoni è innocente e indaga per trovare il vero assassino.

 L’8 marzo 1928 Gino Girolimoni viene prosciolto da ogni accusa. E’ innocente. Pochi, però, lo sapranno. Mussolini ordina che non sia pubblicata la notizia. Girolimoni rimane colpevole per la maggioranza degli italiani. Gino scompare condannato ad una vita solitaria. Con gravi difficoltà economiche.

Il suo nome diventa sinonimo di mostro, di pedofilo. “ Sei un Girolimoni “ si dice per offendere o per fare una battuta pesante. Poi arriva la guerra. La caduta del fascismo. Il ritorno della democrazia. In un mondo perfetto nell’Italia repubblicana Girolimoni avrebbe trovato finalmente giustizia. Purtroppo questo non è un mondo perfetto.

Gino continuerà a vivere solo, malato e povero. Gli verrà negato di cambiare nome. Non riceverà nessun indennizzo. Anche nell’Italia democratica Girolimoni è sinonimo del male.

Muore nel novembre 1961. Al suo funerale solo pochissimi amici. Il suo ex avvocato  e il commissario Dosi.

 Si potrebbe obiettare che si tratta di una storia vecchia, un caso isolato. Oggi nell’epoca di internet non potrebbe succedere. Invece succede anche oggi. Quando il signor Rossi viene arrestato la notizia viene data con dovizia di particolari. Quando poi il signor Rossi viene assolto, spesso, la notizia non viene data o viene pubblicata con scarso risalto.

 I mezzi di comunicazione di massa possono devastare la vita di una persona. Questo è il monito che viene dalla vicenda di  Girolmoni. Protagonista  suo malgrado della Storia. Una persona la cui vita è raccolta in una sola parola. Innocente.

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