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Cronaca

FRANCESCO ANNIBALLI, MORTE A CINECITTA’

Fabbrica dei sogni e specchio fedele della nostra realtà sociale. Questo è sempre stato il cinema italiano. Che ha in Cinecittà uno dei luoghi più rappresentativi.

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Credit foto https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Anniballi

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Fabbrica dei sogni e specchio fedele della nostra realtà sociale. Questo è sempre stato il cinema italiano. Che ha in Cinecittà uno dei luoghi più rappresentativi.

Il cinema è fatto ovviamente di attrici e attori famosi. Che tutti amiamo e ricordiamo. Eppure i film non possono vedere solo la presenza delle celebrità. Senza i generici, senza i caratteristi, non può esserci un film. Di successo.

Ad esempio pochi conoscono Francesco Anniballi e eppure tantissimi ricordano questa scena https://www.youtube.com/watch?v=TI-IJ5UiypU. Il famoso schiaffo dato da Gassman. Una scena epica non solo per la mostruosa bravura di Vittorio Gassman ma anche grazie all’espressività di Anniballi.

Francesco Anniballi ha partecipato a molti film. Eppure non è per questo che è ricordato. Il suo nome è legato alla cronaca nera romana. Il suo fascicolo è negli archivi dei delitti irrisolti.

Intorno alle 7.50 del 27 gennaio 1992 Francesco Annibali esce dalla sua abitazione, in via Marco Rutilio 42 a Roma. Deve prendere il suo Ford Transit arancione per recarsi al lavoro presso la società di produzione cinematografica “Clemi” in via Salaria 292. Come ogni mattina dovrebbe esserci con lui anche sua figlia. Anche lei lavora alla “Clemi”. Quella mattina, però, a causa di un imprevisto dell’ultimo minuto la figlia esce prima.

Anniballi si avvia verso il suo Ford Transit quando uno sconosciuto lo chiama. Il tempo di voltarsi e viene colpito alla gamba sinistra da un proiettile, Cade a terra e dopo 2-3 secondi un secondo proiettile lo colpisce alla schiena. Risultando fatale.

Dei testimoni vedono arrivare tre uomini a bordo di una Renault 4 bianca. Uno rimane al volante, un secondo scende a fare da “palo” e il terzo spara ad Annibali.

Il primo interrogativo è: volevano ucciderlo? Il secondo colpo era diretto alle gambe o alla schiena? Non è facile rispondere alla domanda senza conoscere il movente. Certo è che dopo il primo colpo il killer poteva “accontentarsi” o avvicinarsi per colpire nuovamente alle gambe.

Quello che manca è il movente. Un regolamento di conti legato alla gestione delle comparse a Cinecittà? Ipotesi vagliata dagli investigatori senza trovare riscontri. Forse Anniballi aveva scoperto che i veicoli e gli studi cinematografici erano usati per trasportare e custodire merce illegale? Anche questa è solo un’ipotesi.

Bisogna analizzare la dinamica. Sono coinvolte tre persone. Che agiscono in pieno giorno e dando per scontata la presenza della figlia. Tre persone coinvolte danno l’idea di un movente legato ad una “organizzazione” più che ad un singolo. A persone legate da un vincolo di malaffare o di famiglia molto forte. Probabilmente andrebbero analizzate anche le dinamiche esistenti in via Marco Rutilio 42. Via legata a fatti di cronaca negli anni 70.

Di Francesco Anniballi resta la finta faccia meravigliata nel ricevere lo schiaffo da Gassman. Purtroppo la realtà ci consegna il terrore degli ultimi secondi di vita davanti ad un assassino rimasto senza volto

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