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Cronaca

SERENA MOLLICONE, 180 GIORNI SONO UNO SCANDALO?

Bisogna leggere serenamente gli atti. Tutti. Per colmare poi le lacune. Non esiste altro modo per avere giustizia. Finalmente Giustizia.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Le motivazioni della sentenza di primo grado del processo per l’omicidio di Serena Mollicone erano attese per il 15 ottobre. Con grande attesa. Attesa vana.

Il giudice Maria Vittoria Sodani ha chiesto e ottenuto una proroga di 90 giorni. Le motivazioni saranno quindi depositate entro il 15 gennaio 2023.

Puntuali le polemiche sui social. Per molti un simile ritardo è uno scandalo e/o la dimostrazione che i giudici hanno difficoltà a motivare l’assoluzione dei cinque imputati. Ovviamente non è così.

Le motivazioni per l’assoluzione di Carmine Belli sono state depositate dopo 120 giorni. Anche in quel caso polemiche e battute del tipo “i giudici non sanno cosa scrivere”. Le motivazioni della sentenza erano così granitiche da reggere poi in Corte d’Assise d’Appello (dove il processo è durato poche ore) e in Cassazione.

Nel processo del 2004 con Carmine Belli imputato le motivazioni sono state scritte in 120 giorni. Oggi con 5 imputati 180 giorni sono un termine che ha una sua logica.

Centinaia di testimoni, centinaia di pagine di consulenze e perizie, la voluminosa giurisprudenza della Corte di Cassazione, decine di pubblicazioni scientifiche. Questo deve essere inserito nelle motivazioni della sentenza per il processo Mollicone. Un lavoro immane. Molto delicato, perché la sentenza deve affrontare il vaglio della Corte d’Assise d’Appello di Roma.

Secondo quando disposto dall’art. 603 cpp la rinnovazione dell’istruzione dibattimentale in Corte d’Assise d’Appello avviene quando il giudice non ritiene di essere in grado di decidere allo stato degli atti. Ecco perché le motivazioni di primo grado sono così importanti.

La Procura della Repubblica di Cassino presenterà ovviamente ricorso in appello. Puntando su una diversa valutazione della consulenza Cattaneo. Se la Procura non dimostra che Serena è stata uccisa in caserma, l’assoluzione in appello è certa.

La Corte d’Assise d’Appello di Roma probabilmente deciderà per una perizia sulla porta. Nominando propri periti. Potrà il perito del giudice affermare oltre ogni ragionevole dubbio che la porta, esaminata dopo 16 anni dai fatti, è l’arma del delitto? Se la perizia dovesse essere favorevole alla difesa, l’assoluzione non sarà più ex art 530 cpp comma secondo. Sarà assoluzione “piena”.

Per il rispetto dovuto a Serena, Santino e Guglielmo è doveroso dire che con questi elementi l’assoluzione in secondo grado è molto probabile. Servono nuovi elementi. Non basta la consulenza Cattaneo o la testimonianza di Santino Tuzi.

Creare la falsa convinzione che la Corte d’Assise di Cassino ha compiuto un’ingiustizia è dannoso oltre che falso. Gli indizi non erano sufficienti per formare la prova della colpevolezza. Questo bisogna accettarlo. Bisogna allontanare la tentazione di processi paralleli.  Dire “noi abbiamo ragione ma i giudici sono corrotti o incapaci” è oltraggioso prima per la memoria di Serena Mollicone e Santino Tuzi, poi per la magistratura.  Non possiamo trovare la verità senza ammettere gli errori. Cercare di soffocare le parole di giudici con gli applausi della piazza allontana dalla verità.

Ad esempio è stata individuata la persona che ad Isola Liri da un passaggio in auto a Serena Mollicone? No. Viene citata la testimonianza della barista che la mattina del 1° giugno 2001 vede una ragazza comprare delle sigarette con un ragazzo che inizialmente riconosce in Marco Mottola. Pochi però hanno riportato le dichiarazioni complete della barista: il 4 giugno 2001 dichiara “di aver rivisto nella serata del 3 giugno la ragazza che aveva comprato le sigarette nella mattinata del 1° giugno.” Non poteva essere ovviamente Serena, ritrovata cadavere verso le 12 del 3 giugno. Il 17 aprile 2002 dichiara “Sono sicura all’80% di questo riconoscimento (di Marco Mottola), mentre sono ormai certa che la ragazza in sua compagnia non fosse Serena Mollicone”.

Bisogna leggere serenamente gli atti. Tutti. Per colmare poi le lacune. Non esiste altro modo per avere giustizia. Finalmente Giustizia.

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