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Cronaca

Venezia: il giallo di due sorelle morte annegate

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di ROSA MANNETTA

E’ successo il 7 aprile 2020: due sorelle di 39 e 43 anni, sono morte annegate a Venezia.

Le hanno ritrovate in acqua mano nella mano. Se ne sono andate in silenzio. Nessuno ha visto nulla. Le due donne, di origine magrebina, erano salite su un battello ed erano le uniche passeggere: alla fermata del Lido, il comandante si è accorto che non si trovavano più a bordo. In pratica, nel corso delle ricerche sono state ritrovate le scarpe delle due donne e una bevanda. Una volta attivati i soccorsi, sono stati recuperati i corpi privi di vita delle due. Quali le ipotesi? Gli inquirenti ipotizzano un suicidio. Gli elementi: una bevanda bevuta a metà e due paia di scarpe, sono gli elementi da considerare. Le due sorelle hanno compiuto il gesto disperato di negarsi la vita. Di sicuro, non sono state vittime di un incidente. Una di loro due aveva un documento che l’ha identificata, con il nome di Sanae e poi si è risaliti alla sorella Bouchra. Le due donne vivevano a Marghera e lavoravano in ospedale. I vicini di casa hanno detto: “Le vedevamo uscire e rincasare assieme, agli stessi orari, salutavano sempre. A parte questo, non facevano mai rumore”. Sanae e Bouchra hanno scelto di andare via in silenzio. Forse per il Coronavirus, avevano perso il lavoro e di conseguenza, anche la prospettiva per continuare a vivere. Intervisto per telefono Rosanna su questa notizia e lei afferma: “La storia di queste due sorelle mi ha colpito. Io penso che abbiano perso il lavoro. Tutti in questo periodo hanno difficoltà con il periodo di quarantena per l’emergenza “Coronavirus”. E se loro hanno perso il lavoro, hanno creduto di non avere la possibilità di pagare le utenze, il fitto a fine mese, di fare la spesa. Sono crollate e non hanno trovato altre risoluzioni. So che una delle due risiedeva da 10 anni in Italia, ma si sono sentite sole e in difficoltà completa in un paese straniero. Io credo che sia successo ciò”. Intervisto Paola e lei dice: “Il Covid-19 genera disperazione. Da quasi un mese tutti noi in Italia, siamo a casa. Le nostre città sono vuote. Parecchi negozi sono chiusi. Nei vari uffici pubblici bisogna andare rispettando la distanza di oltre un metro tra persona e persona. Questa è la regola del distanziamento. Parecchi hanno perso il lavoro e hanno bisogno di aiuto per la spesa quotidiana. Non è facile. Il momento di debolezza vince sulla voglia di vivere. Non sempre si ha la forza di riprendersi. Mi dispiace per queste due signore”. La storia di Sanae e Bouchra è la storia di due donne al tempo della pandemia. Due donne marocchine che si erano inserite in Italia e vivevano seguendo le loro aspirazioni: Sanae seguiva gli eventi della pittura e si considerava una artista autodidatta. Il virus le aveva stravolto la sua vita tranquilla. E lei ha scelto mano nella mano, con la sorella, di lasciarsi andare in acqua. Tutto in silenzio. Questa è la società della pandemia. Impareremo a vivere più lentamente. Impareremo ad assaporare ritmi più umani. Più coesi. Enzo Paci scriveva: “L’uomo è una creatura strana…”. Il virus ha restituito all’uomo il tempo cadenzato. E doveva venire un virus?

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo