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Covid, preoccupa la variante “Delta”

Mentre la campagna vaccinale tenta di proseguire al meglio per contrastare il Covid, preoccupa la variante delta, più contagiosa ma forse meno aggressiva.

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di Alessandro Andrea Argeri

I virus sono capaci di evolversi, di adattarsi all’ospite per sopravvivere. Allo stesso modo, il nostro sistema immunitario si adatta al patogeno con la produzione di anticorpi. Le mutazioni del Covid spaventano, preoccupa in particolare la variante Delta, meglio conosciuta come “indiana”, attualmente però sotto l’1%.

Credit foto danielfoster437. Licenza CC BY-NC-SA 2.0

Sembravamo poterne uscire completamente, invece dobbiamo ancora aspettare, continuare ad osservare alcune norme di sicurezza anche in estate. La variante Delta è caratterizzata da una doppia mutazione della proteina Spike, tuttavia a dominare è ancora, forse fortunatamente, quella inglese, registrata nell’80% dei casi. In Regno Unito ci sono circa ottomila casi, record negli ultimi quattro mesi, da quando erano cominciate le vaccinazioni, tuttavia sono calati sia i morti sia i malati. A tal proposito, negli ultimi giorni il ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato un’ordinanza, relativa all’obbligo di cinque giorni di quarantena per chi arriva dalla Gran Bretagna. Inoltre in Israele, dove già a marzo 2021 si era dichiarata “l’immunità di gregge”, è tornato l’obbligo di mascherine al chiuso, consigliate all’aperto in occasione di eventi pubblici.

Credit foto  https://www.vperemen.com. Licenza CC BY 2.0

In Italia invece la situazione è più “variegata”, con Lazio, Sardegna, Puglia e Lombardia le regioni in cui si registrano casi “sporadici” di variante indiana, così il Governo con positività predica calma, ma ovviamente bisogna continuare con i tracciamenti. La Puglia in particolare è la regione dove la diffusione della mutazione Delta si registra di più, con il 35% dei casi positivi rilevati.

Ma allora, dovremo posticipare il “libera tutti?” Da ormai una settimana l’indice Rt è stabile a 0.69, mentre l’incidenza dei casi cala, da 17 a 11 positivi ogni 100 mila abitanti. Il Governo guidato da Mario Draghi sembra essere più prudente del precedente, sebbene da Lunedì 28 giugno tutta Italia diviene zona bianca, ma con le stesse “norme” di Israele.

I dati preoccupano maggiormente l’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms), la quale ha già identificato la nuova variante in 85 paesi, dove potrebbe diventare addirittura dominante. A tal proposito il direttore dell’Ufficio regionale per l’Europa ha dichiarato che: “La nuova variante Delta, mostra una maggiore trasmissibilità e una certa fuga immunitaria, ed è pronta a prendere piede mentre in molti tra le popolazioni vulnerabili di età superiore ai 60 anni rimangono non protetti, siamo stati già in una fase simile, prima. Durante la scorsa estate, i casi sono gradualmente aumentati nelle fasce di età più giovani, per poi spostarsi in quelle più anziane, contribuendo a una devastante ripresa, a lockdown e perdite di vite umane, nell’autunno e nell’inverno del 2020. Non ripetiamo questo errore.

Per ora, l’unica soluzione concreta resta quella di vaccinare, utilizzare le uniche armi in nostro possesso per contrastare un nemico invisibile. A settembre i virologi preannunciano un nuovo scoppio di focolai, troppo presto però per prevedere con certezza una quarta ondata in occasione del calo delle temperature. Non resta che chiederci: torneremo in zona rossa?

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).