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Ambiente

Urge l’approvazione di una Legge Quadro per il biologico made in Italy

Nei primi sei mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono aumentate superfici, produzioni, consumatori e operatori bio.

nico catalano

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DI NICO CATALANO

Credi foto Consultoría y Gestión del Cambio MGC license CC BY-SA 2.0

Si conferma un trend positivo per l’agricoltura biologica italiana, nonostante la mancata approvazione di una Legge necessaria per regolamentare un settore in forte espansione.

Secondo alcune recenti statistiche, gli italiani risultano essere sempre più attenti a quello che mangiano. La domanda di cibi salutistici, è in continua crescita nel nostro Paese, ed ha come conseguenza principale, l’aumento dell’offerta di prodotti provenienti dall’agricoltura biologica. Gli ultimi dati pubblicati dal Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) confermano che in Italia, nell’ultimo anno si è registrato un incremento sostanzioso di superfici coltivate, operatori e consumi bio. Dai dati diffusi dal Sinab, emerge sia la crescita del numero degli operatori del comparto pari a oltre le ottanta mila unità, così come quella delle superfici interessate da tali coltivazioni rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori. I suoli occupati dalle colture bio, hanno superato i due milioni di ettari, un primato questo conteso da diverse regioni: Sicilia, Puglia e Calabria in testa. Un trend ultimamente comprovato anche dai dati raccolti dall’Osservatorio Sana, tramite una ricerca di mercato promossa dall’Ente Bologna Fiere e curato da Nomisma. Tale indagine ha evidenziato, come durante i primi sei mesi del 2021, nel mercato interno, i consumi dei prodotti biologici, hanno registrato un’impennata di oltre il cinque per cento rispetto al precedente anno, con ben nove famiglie italiane su dieci che nel periodo in considerazione, hanno acquistato almeno una volta un prodotto proveniente dall’agricoltura biologica. Significativa è anche la quota di export del bio made in Italy, una crescita che negli ultimi dieci anni ha raggiunto oltre il centocinquanta per cento, che permette al nostro Paese di posizionarsi al secondo posto mondiale, subito dopo gli Stati Uniti. Questa recente importanza economica acquisita da coltivazioni e allevamenti bio, rappresenta un considerevole segmento di mercato per l’agricoltura italiana, bisognosa in questo periodo, di innovazione così come di quella diversificazione produttiva, necessaria per affrontare e vincere le sfide lanciate dal mercato globale. La Politica Comunitaria, attraverso programmi come il Green Deal e il Farm to work, ha l’obbiettivo ambizioso di triplicare le superfici coltivate a bio entro il 2030, ridurre l’utilizzo di pesticidi e combustibili fossili così come di accrescere la consapevolezza dei cittadini rispetto a queste tematiche. L’Italia nel prossimo futuro è chiamata ad una sfida importante, quella di investire nel biologico, per avviare quella tanto attesa transazione ecologica dell’agricoltura italiana, iniziando dal Piano Strategico Nazionale della Politica Agricola Comunitaria(PAC). Per raggiungere tali obbiettivi è necessaria l’immediata approvazione di una Legge sull’agricoltura biologica, sia per regolare alcuni segmenti del settore in forte espansione, a cominciare dal cosiddetto biologico industriale, così come per mettere a disposizione di produttori e consumatori un moderno quadro normativo.

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