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Ambiente

Fotovoltaico senza regole nelle campagne italiane

Questa impreparazioni istituzionale, in un prossimo futuro, comporterebbe sia il rischio di una minore produzione agricola

nico catalano

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DI NICO CATALANO

Credit foto albertma license CC BY-NC-SA 2.0

A pochi giorni dalle dichiarazioni a favore del nucleare civile, rilasciate dal ministro Roberto Cingolani, un’altra diatriba all’insegna del rispetto ambientale sta investendo il governo Draghi. Infatti, sempre più, secondo quanto pubblicato da Coldiretti, agli agricoltori italiani, vengono offerte montagne di denaro per vendere i propri terreni a delle grosse agenzie di intermediazione, le quali a loro volta, cedono questi suoli alle multinazionali dell’energia impegnate nella realizzazione di mega impianti di fotovoltaico.  Un fenomeno facilmente osservabile in tutto il territorio nazionale: dal Veneto alla Sicilia, facilitato dalla totale mancanza nel nostro Paese, di regole e autorizzazioni uniformi in materia di energia fotovoltaica, e agevolato dall’enorme mole di finanziamenti Europei e di incentivi previsti nell’ ormai noto Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Una cifra che complessivamente ammonterebbe a circa sei miliardi di euro, stanziata per raggiungere l’obiettivo di raddoppiare entro il 2033 la produzione elettrica da energia solare italiana. A tutto ciò, si aggiunge l’assoluta impreparazione di molte regioni a fronteggiare un tale indirizzo, difatti non sono poche le regioni prive sia di regolamenti, così come di mappatura delle aree idonee all’implementazione di pannelli solari, tra queste. Sicilia, Veneto, Lazio, Sardegna, Campania, Calabria e Puglia. Questa impreparazioni istituzionale, in un prossimo futuro, comporterebbe sia il rischio di una minore produzione agricola, causata dalla superficie sottratta dai pannelli solari a campi e pascoli, così come uno stravolgimento del paesaggio, per via di una concentrazione di pannelli fotovoltaici che non avrà pari nel resto d’Europa. Una situazione quest’ultima, che a lungo andare provocherebbe, ingenti danni al settore turistico ed enogastronomico, settori consolidati e da sempre trainanti della nostra economia. Mentre è in corso la svendita dei terreni, e nelle campagne le speculazioni sono all’ordine del giorno, agevolate dalle basse rendite catastali, dalla scarsa remunerazione al dettaglio dei prodotti delle terra, e in diverse regioni dalle conseguenze degli incendi, il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, recentemente si è dichiarato contrario alla trasformazione dei suoli per l’agricoltura in impianti fotovoltaici, in quanto sempre a detta dello stesso :“il percorso del fotovoltaico incide troppo sulla produzione agricola.” Non si tratta di essere affetti dalla sindrome del manifestare contrarietà gratuita a tutto e tutti, ma partendo dall’assunto che il nucleare, peraltro per ben due volte bocciato dagli italiani, rimane improponibile, sarebbe il caso di puntare sull’energia del sole. Evitando inutili miopi corse verso un non precisato green, bisognerebbe prima scrivere le regole, magari con l’ausilio delle varie sovrintendenze per stilare un piano sulla falsa riga del PPTR. Non è più il tempo per il governo Draghi, di tatticismi e azioni improvvisate, ma di una visione strategica di medio e lungo periodo.

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista