17 Novembre 2025
L’Apartheid Nei Cieli: Come le Sanzioni USA e i Database Opachi Stanno Trasformando la Mobilità in un Privilegio Politico

Di Maddalena Celano
Ci sono esperienze che agiscono come un elettroshock sulla coscienza, costringendoti a smantellare le tue certezze sul funzionamento del mondo. Il mio blocco a Toronto, improvviso e inspiegabile, è stato uno di questi momenti. Avevo un biglietto Avianca per Managua, il volo AV625 del 16 luglio 2025, eppure non mi è stato permesso di partire. Non per un problema legale, non per un errore documentale, non per una mia omissione, ma perché sono stata inghiottita dal meccanismo opaco, disumanizzante e prepotente dell’apartheid burocratico che oggi gestisce gli spostamenti internazionali.
Questo sistema non è violento in modo tradizionale, ma è brutale nella sua discriminazione: valuta e punisce le persone in base ai Paesi visitati, alle destinazioni etichettate come “sospette”, alle scelte politiche dei governi e, soprattutto, alle sanzioni unilaterali imposte da una superpotenza che si erge a gendarme della mobilità globale, decidendo chi è degno di viaggiare anche se non deve mettere piede sul suo territorio. Io, cittadina italiana con fedina penale immacolata, sono stata travolta da questa arbitrarietà.
La Matrice del Controllo: ESTA e l’Estraterritorialità della Legge USA
Il fulcro ideologico di questo blocco risiede nell’ESTA, l’Autorizzazione Elettronica di Viaggio degli Stati Uniti. Con il famigerato “Visa Waiver Program Improvement and Terrorist Travel Prevention Act of 2015”, gli USA hanno istituito un cordone sanitario burocratico: chi ha visitato determinate nazioni, ritenute “ostili” o “sponsor del terrorismo”, perde la possibilità di utilizzare l’ESTA e deve richiedere un costoso e lungo visto tradizionale.
Il caso più eclatante, e centrale per la mia vicenda, è quello di Cuba. Dal 12 gennaio 2021, l’isola caraibica è stata re-inserita da Washington nella lista dei Paesi “sponsor del terrorismo”, una decisione apertamente politica e condannata a livello internazionale per la sua totale mancanza di evidenze concrete. L’effetto è immediato e extraterritoriale: chiunque, cittadino europeo, abbia viaggiato a Cuba non è più idoneo all’ESTA.
Questo divieto va ben oltre i confini statunitensi. Vale anche se non hai intenzione di andare negli Stati Uniti. Vale anche se devi solo fare uno scalo tecnico. Vale persino se stai volando tra due Paesi terzi e non passi neanche vicino allo spazio aereo statunitense, come nel mio caso. Perché? Perché i database comunicano. La presunta “sicurezza” si trasforma in un filtro politico che viola apertamente il diritto fondamentale allo spostamento e alla conoscenza, punendo chi intrattiene relazioni culturali o politiche con realtà non allineate all’Occidente egemonico.
La Punizione per la Curiosità e la Relazione
Io ho viaggiato a Cuba non come turista disinteressata, ma come ricercatrice, come persona legata a quella cultura, a quel popolo, a quelle idee. È innegabile che la mia fedeltà alla libertà di viaggiare e conoscere — verso una nazione sanzionata ma ricca di storia e umanità — sia stata la vera ragione del blocco. I database non leggono i motivi, ma solo le destinazioni proibite.
Al check-in di Avianca è emerso un alert – forse un rimbalzo del divieto ESTA, forse un segnale generato da un database condiviso fra agenzie di sicurezza. Il risultato è stata l’espulsione dal volo con la formula più cinica e spaventosa: “Government issue.” Due parole che sono il manifesto dell’arbitrio: non spiegano, non giustificano, ma bastano per annientare i diritti e le pianificazioni di una persona.
La Complicità delle Compagnie Aeree: Il Caso Avianca
In un sistema basato sul rispetto del cittadino, una compagnia aerea (come Avianca) dovrebbe agire come tutore dei diritti del passeggero. Invece, nel mio caso, si è fatta complice dell’opacità: blocco senza spiegazioni, assenza totale di assistenza, nessun reindirizzamento. Sono stata lasciata sola ad affrontare lo shock, le perdite economiche e i danni logistici e morali di una situazione totalmente illegittima.
La mia battaglia legale con SkyGenius (SGM16304) è iniziata per questo. Avianca, che si è sottratta alla conciliazione, ora dovrà comparire in tribunale. Dovrà rispondere non solo del negato imbarco, ma anche del cinismo procedurale e dei costi umani generati dal loro nascondersi dietro formule astratte.
La Denuncia: Non è un Incidente, è un Sistema
Tuttavia, il focus non deve fermarsi alla singola compagnia. Il problema è sistemico. La libertà di movimento è stata trasformata in un privilegio concesso a patto di non essersi recati nei “luoghi sbagliati” e di non aver coltivato relazioni non gradite a Washington.
Questo è un apartheid non dichiarato, ma tangibile: un apartheid dei cieli.
Colpisce chiunque abbia l’audacia di cercare un’alternativa all’egemonia culturale e politica, chiunque viaggi verso Cuba, Iran, Venezuela, Palestina, o qualsiasi Paese che osi sfidare la narrativa dominante. Ogni viaggio verso questi luoghi si trasforma in un marchio di sospetto, un dato che circola in database opachi, letto da algoritmi e operatori che giudicano il tuo destino senza conoscere la tua storia.
Nessuna trasparenza sui dati scambiati. Nessun meccanismo di correzione degli errori. Solo la sanzione.
Il mio caso non è un errore amministrativo; è il sintomo di un’architettura di controllo politico globale che usa la burocrazia del viaggio come strumento di coercizione ideologica, violando la libertà di stabilire relazioni culturali e politiche al di fuori del blocco occidentale. È una forma di punizione selettiva per la disobbedienza geografica.
Esigiamo chiarezza, responsabilità e trasparenza. Esigiamo che il diritto alla mobilità non sia un’arma nelle mani di liste nere unilaterali. Esigiamo che le compagnie aeree come Avianca si schierino con i diritti dei passeggeri e non si nascondano dietro l’arbitrio statale.
Io continuerò a denunciare tutto questo. Perché la libertà di movimento non è un benefit da revocare, ma un diritto umano inalienabile che non può essere calpestato per motivi politici ed economici imposti da terzi.
Come Navigare l’Apartheid Burocratico: Strategie di Disconnessione e Mobilità di Resistenza
Finché questo sistema di controllo politico non sarà smantellato, il viaggiatore consapevole deve adottare una strategia di disconnessione dalle infrastrutture geopolitiche dominate dagli Stati Uniti, rifiutando di alimentare il sistema che lo vuole controllare.
1. La Scelta Politica di Evitare gli USA e il Canada
La regola più sicura per chiunque abbia visitato Paesi sanzionati (come Cuba, Iran, Siria, Corea del Nord) o voglia mantenere la propria libertà di movimento, è l’isolamento strategico dalle rotte nordamericane.
* Azione: A meno di necessità familiari o professionali assolutamente imprescindibili sul territorio USA (genitori, figli, ecc.), la scelta politica è escludere totalmente gli Stati Uniti e il Canada dai vostri itinerari di viaggio. Evitate di richiedere il Visto B1/B2 se non strettamente necessario, poiché il processo alimenta i database di profiling.
2. Boicottaggio delle Agenzie e Alleanze Allineate
Le grandi alleanze aeree globali (Star Alliance, SkyTeam, Oneworld) e le agenzie di viaggio online (OTA) con sede statunitense o fortemente dipendenti dal mercato USA applicano automaticamente le restrizioni. Sono, di fatto, complici nell’applicazione extraterritoriale delle sanzioni.
* Azione: Scegliete di volare con compagnie aeree che non fanno parte di queste grandi alleanze e utilizzate motori di ricerca e agenzie di viaggio locali o di Paesi neutrali.
3. Privilegiare le Rotte della Sovranità: Scali Amici o Neutri
Pianificate il viaggio su rotte che prediligono scali in Paesi con una politica estera neutrale o che non sono allineati alle sanzioni USA, minimizzando il rischio di alert al check-in.
* Azione: Per l’America Latina, privilegiare scali in Paesi amici o neutrali come il Messico (un hub naturale e non allineato) o in Europa del Sud. Per altre destinazioni, scegliere hub come la Turchia, i Paesi del Medio Oriente (es. Qatar, Emirati Arabi Uniti) o dell’Est Europeo, che utilizzano protocolli di sicurezza meno influenzati dalle agende statunitensi.
4. Tracciabilità e Contenzioso
* Azione: In caso di rifiuto al check-in (“Government issue”), esigete la documentazione ufficiale che attesti la ragione del negato imbarco e il codice di allerta emerso. Questo è fondamentale per intentare azioni legali non solo per il risarcimento, ma per la richiesta di trasparenza politica sui dati scambiati.
Il viaggiatore politico, il ricercatore, il cittadino libero deve trasformarsi in un esperto di logistica e diritto internazionale. La lotta per la libertà di movimento non è solo un atto di denuncia, ma anche un meticoloso lavoro di preparazione e una scelta politica consapevole di non finanziare né facilitare il sistema che lo vuole controllare.

