11 Agosto 2025
La “norma Mantovano”: verso un super-servizio segreto fuori controllo?

Di Maddalena Celano
Roma – Le ombre del passato non svaniscono facilmente. Dalla loggia P2 di Licio Gelli, prodiga nell’uso di agenti destabilizzanti e malversazioni, alla stagione delle stragi mafiose, passando per i depistaggi: il Sisde per la strage di via D’Amelio, il Sismi per coprire i responsabili della strage di Bologna. È un filo nero che attraversa decenni di storia repubblicana, segnato da infedeltà e tradimenti costituzionali.
Cosa prevede la “norma Mantovano”
Il provvedimento – presentato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti – introduce:
• Immunità quasi totale per le operazioni di intelligence
• Intercettazioni preventive senza autorizzazione giudiziaria
• Accesso diretto alle informazioni della Pubblica Amministrazione
Mantovano assicura che “le amministrazioni manterranno la loro autonomia decisionale e operativa”, ma i critici avvertono: queste norme sono pensate proprio per annullare quell’autonomia.
Copasir ridotto a una vetrina
L’attuale Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) – già oggi privo di poteri reali e vincolato al silenzio – rischia di trasformarsi in una pura formalità, incapace di contrastare un super-servizio segreto che, mutatis mutandis, ricorda i metodi dell’Ovra fascista.
BOX DI APPROFONDIMENTO – COS’ERA L’OVRA
L’Ovra (Opera vigilanza repressione antifascismo) fu la polizia politica segreta del regime fascista, attiva tra il 1927 e il 1943. Operava senza controllo giudiziario, con ampia libertà di sorveglianza e repressione. Molti osservatori vedono oggi inquietanti analogie nei poteri attribuiti dalla “norma Mantovano” ai servizi segreti italiani.
Le reazioni: “Scempio della legalità”
Le associazioni delle vittime delle stragi, che per anni hanno inseguito verità storiche e giudiziarie spesso in solitudine, parlano di una ferita aperta alla Costituzione.
“Non possiamo accettare – afferma un portavoce – che si concentri un potere simile nelle mani di pochi, senza contrappesi né garanzie”.
BOX CRONOLOGIA – SERVIZI SEGRETI E STRAGI
1980 – Strage di Bologna: 85 morti, depistaggi attribuiti a settori del Sismi.
1992 – Strage di via D’Amelio: 6 morti, depistaggi legati a uomini del Sisde.
Anni ‘90 – Transizione e riforma dei servizi segreti, ma permanenza di apparati e logiche opache.
Un ritorno al passato?
L’accusa più grave rivolta a Mantovano è di voler ricreare un sistema di intelligence senza contrappesi democratici, dove il segreto diventa uno scudo totale. Il rischio è di consegnare alla storia repubblicana un nuovo capitolo oscuro.
La domanda resta: chi controllerà i controllori?
