20 Gennaio 2025
Il Progetto di Pace a Gaza: Un Appello Urgente alla Giustizia e all’Umanità
La ricostruzione di Gaza e la possibilità di pace in Palestina richiedono molto più che discorsi. La comunità internazionale deve esigere azioni concrete, come riparazioni di guerra da parte di “Israele” e degli Stati Uniti, processi per crimini di guerra e garanzie di diritti per il popolo palestinese.
Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
La tragedia a Gaza continua a rivelare una delle più grandi crisi umanitarie della storia recente. I dati di dicembre 2024 mostrano la portata del genocidio perpetrato dallo Stato di “Israele”, con il supporto attivo degli Stati Uniti. Fino a quella data, 56.840 persone sono state sterminate, incluse più di 11.000 scomparse sotto le macerie delle distruzioni. Questo rappresenta il 2,55% della popolazione di Gaza. Per contestualizzare, se fosse accaduto in Brasile, corrisponderebbe a oltre 5,2 milioni di persone sterminate; in Europa, sarebbero 19,3 milioni. In un confronto storico, sarebbe equivalente a circa 100 milioni di morti nell’Europa della Seconda Guerra Mondiale.
Il massacro a Gaza non si limita ai numeri. Tra i morti, 21.749 erano bambini, inclusi più di 4.000 che hanno agonizzato sotto le macerie, e circa 13.000 erano donne, molte delle quali incinte. Questo genocidio è anche un attacco deliberato alla capacità riproduttiva della società palestinese, mirato a sterminare biologicamente il popolo palestinese. L’impatto di questo massacro è devastante: dall’inizio dell’offensiva, nell’ottobre 2023, è stato registrato un aumento del 300% degli aborti forzati, causato dai traumi fisici e psicologici imposti alle donne.
Genocidio a Gaza: Il Piano Deliberato del Sionismo
Il genocidio a Gaza non è un evento isolato, ma parte di un piano sionista sistematico di pulizia etnica che risale alla fine del XIX secolo. Dal Primo Congresso Sionista del 1897, guidato da Theodore Herzl, era chiaro l’obiettivo di prendere la Palestina e cacciare i suoi abitanti autoctoni. L’opera Lo Stato Ebraico, di Herzl, precede di quasi tre decenni il manifesto nazista di Adolf Hitler, Mein Kampf, e delineava già la giustificazione per l’eliminazione dei palestinesi.
Questa politica sionista, implementata con brutalità dallo Stato di “Israele”, è sostenuta dagli Stati Uniti, che forniscono le risorse finanziarie, belliche e politiche necessarie per perpetuare il massacro. L’affermazione che lo Stato di “Israele” sia stato creato per proteggere gli ebrei europei dalla persecuzione è smentita dalla storia. La decisione di colonizzare la Palestina fu presa prima ancora dell’Olocausto e si basava su una logica di furto e sterminio.
La Ricostruzione di Gaza: Un’Esigenza di Giustizia
La comunità internazionale ha il dovere morale e politico di esigere che “Israele” e gli Stati Uniti siano direttamente responsabili della ricostruzione di Gaza, così come la Germania fu obbligata a fare i conti con le conseguenze delle sue azioni durante il nazismo. Non basta rimandare i palestinesi in un territorio in rovina, senza alcun supporto per ricostruire le loro vite. Lo Stato di “Israele” e i suoi alleati devono essere costretti a finanziare la ricostruzione completa delle infrastrutture distrutte: case, ospedali, scuole, reti idriche ed energetiche, oltre a risarcire le famiglie delle vittime.
Rimandare i palestinesi a piedi, senza assistenza, significa perpetuare l’umiliazione e l’ingiustizia. Gaza non ha bisogno di carità internazionale, ma di riparazioni di guerra proporzionate ai crimini commessi contro la sua popolazione. Questo è un passo essenziale per ripristinare la dignità del popolo palestinese e creare le basi per un futuro di pace e giustizia.
È Possibile la Pace in Palestina?
La promessa di pace in Palestina resta avvolta nell’incertezza. All’ultimo momento, Joe Biden ha fatto pressioni su “Israele” per cessare le operazioni, ma questo tentativo sembra più una strategia per modellare la sua immagine di mediatore che un vero sforzo per porre fine al genocidio. Anche la retorica di Donald Trump sul “porre fine alla guerra” suscita scetticismo, considerando il suo storico supporto al sionismo. Entrambi i leader, in gradi diversi, usano la questione palestinese come moneta politica, dimostrando che questa guerra finirà solo quando gli Stati Uniti lo vorranno.
Questa relazione simbiotica tra “Israele” e gli Stati Uniti rafforza l’idea che i due Paesi condividano la responsabilità del genocidio. Non c’è dubbio che la guerra a Gaza, con tutto il suo dolore, sia sostenuta da interessi geopolitici, e non da sforzi per la pace.
Conclusione
La ricostruzione di Gaza e la possibilità di pace in Palestina richiedono molto più che discorsi. La comunità internazionale deve esigere azioni concrete, come riparazioni di guerra da parte di “Israele” e degli Stati Uniti, processi per crimini di guerra e garanzie di diritti per il popolo palestinese. Senza queste misure, qualsiasi tentativo di pace sarà solo una manovra politica per nascondere il vero motore di questo conflitto: l’oppressione sistematica e deliberata di un popolo.
Se non agiamo ora, permetteremo che questa devastazione insopportabile continui a plasmare il futuro, distruggendo non solo Gaza, ma anche le fondamenta stesse della giustizia e dell’umanità.