20 Gennaio 2025
Cuba: un piccolo passo verso la giustizia, ma la guerra economica persiste
La lotta per la giustizia e la libertà resta al centro delle aspirazioni di Cuba, che continuerà a difendere il diritto di tutti i cubani a vivere senza la minaccia del blocco.
Di Maddalena Celano
l 14 gennaio 2025, il governo degli Stati Uniti ha preso una decisione importante, seppur parziale, che segna un cambiamento nella lunga e dolorosa relazione tra Cuba e Washington. Tre misure significative sono state adottate: l’esclusione di Cuba dalla lista dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo, l’uso delle prerogative presidenziali per impedire azioni legali contro Cuba nei tribunali statunitensi riguardo al Titolo III della legge Helms-Burton, e la rimozione di Cuba dalla lista delle entità restrittive, eliminando così alcune delle sanzioni finanziarie che avevano colpito gravemente il paese.
Queste misure sono un riconoscimento parziale delle richieste sostenute dal popolo cubano, dai governi latinoamericani e dai numerosi attivisti e personalità politiche che da tempo chiedono la fine delle sanzioni ingiuste. Cuba ha accolto con gratitudine questo passo, pur riconoscendo che si tratta di una correzione parziale di una politica più ampia, che continua a infliggere enormi danni economici alla nazione.
Nonostante l’eliminazione di alcune sanzioni, il blocco economico imposto dagli Stati Uniti e altre misure coercitive rimangono in vigore, continuando a violare il diritto internazionale e i diritti umani. La persecuzione delle forniture di carburante, le difficoltà nel settore sanitario internazionale e le sanzioni sulle transazioni finanziarie internazionali sono solo alcune delle misure che continuano a soffocare l’economia cubana. Le politiche di inasprimento, implementate sin dal 2017, continuano a provocare gravi difficoltà alla popolazione e alimentano l’emigrazione.
Inoltre, le restrizioni commerciali per i cittadini e le aziende statunitensi, nonché il boicottaggio delle relazioni economiche con Cuba, restano una realtà. Gli Stati Uniti continuano a perseguire politiche di intimidazione e minacce verso chiunque desideri cooperare con Cuba, ostacolando ogni tentativo di recupero economico e di sviluppo.
La decisione degli Stati Uniti di escludere Cuba dalla lista dei “sponsor del terrorismo” è una mossa che arriva tardi, ma che riflette la verità dei fatti. Cuba non ha mai sostenuto il terrorismo, anzi, ha giocato un ruolo positivo nella lotta contro di esso. Questo passo avrebbe dovuto avvenire anni fa, come atto di giustizia, senza la necessità di pretesti o giustificazioni.
Tuttavia, nonostante i segnali positivi, c’è il rischio che le misure possano essere invertite, come già accaduto in passato, dimostrando l’instabilità e la mancanza di coerenza della politica statunitense nei confronti di Cuba. I politici statunitensi, da sempre impegnati nel perseguire obiettivi ideologici, continuano a ignorare il diritto di Cuba all’autodeterminazione e rifiutano di riconoscere i danni provocati dalle loro politiche.
Cuba non cesserà di denunciare questa politica di guerra economica, che ha un impatto devastante sul popolo cubano. La battaglia continua, non solo contro le sanzioni economiche, ma anche contro le campagne di disinformazione e i tentativi di destabilizzazione finanziati con i fondi pubblici statunitensi. La lotta per la giustizia e la libertà resta al centro delle aspirazioni di Cuba, che continuerà a difendere il diritto di tutti i cubani a vivere senza la minaccia del blocco.