Attualità
Il Disprezzo di Enel: Una Triste Realtà per i Consumatori in Brasile e in Italia
È importante ricordare che l’elettricità non è un lusso; è un diritto fondamentale.
Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
La privatizzazione del settore energetico, che prometteva modernizzazione ed efficienza, si è rivelata un vero incubo per i consumatori in Brasile e in Italia. Enel, una delle più grandi aziende energetiche globali, ha dimostrato chiaramente la sua incapacità di fornire un servizio adeguato, adottando politiche che mettono il profitto al di sopra del benessere della popolazione.
Nello stato di San Paolo, la più grande città dell’America Latina, la realtà è fatta di interruzioni prolungate, mancanza di manutenzione e un’assistenza che ignora i bisogni fondamentali della popolazione. San Paolo, con oltre 12 milioni di abitanti, è un vero motore economico, essenziale non solo per il Brasile, ma per tutta la regione. Un blackout di giorni a San Paolo è paragonabile a quasi tutta l’Italia senza energia elettrica. Gli impatti sono catastrofici: piccole imprese paralizzate, industrie produttive ferme, servizi essenziali come ospedali che operano in condizioni precarie o sono costretti a interrompere i servizi.
In meno di un anno, i residenti della città di San Paolo hanno affrontato la vera calamità di fino a cinque giorni consecutivi senza energia elettrica. Per migliaia di famiglie, questo non è un problema occasionale; è una costante che compromette la vita quotidiana, mette a rischio la sicurezza alimentare (a causa della perdita di alimenti deperibili), e influisce persino sulla salute e sulla dignità.
Ciò che rende questa situazione ancora più indignante è la disparità evidente nella risposta di Enel ai blackout. I quartieri della classe media e alta vedono le loro richieste soddisfatte molto più velocemente, mentre le periferie e le aree di minor reddito vengono lasciate per ultime nella fila delle priorità. Questo non è solo un problema di inefficienza, ma un vero disprezzo per le popolazioni più vulnerabili. Per i ricchi, la luce torna nel giro di poche ore. Per i più poveri, l’attesa dura giorni, ampliando ulteriormente il divario tra le classi sociali.
Questo schema di trattamento diseguale e inefficiente non è esclusivo del Brasile. Anche in Italia, il paese d’origine di Enel, si ripetono le stesse lamentele: interruzioni prolungate di energia nelle aree meno urbanizzate, mancanza di investimenti nella modernizzazione della rete elettrica e aumenti delle tariffe che pesano sui consumatori senza alcun miglioramento tangibile nei servizi.
La situazione è talmente grave che, in Brasile, lo stato di Goiás ha già rotto il contratto con Enel a causa dei disservizi continui e dell’insoddisfazione della popolazione. Ora anche la popolazione di San Paolo non accetta più la presenza di Enel. Si moltiplicano le richieste di restatizzazione del servizio di energia elettrica, in quanto l’energia non è solo un bene di consumo, ma rappresenta anche la sovranità di un paese. L’intervento dello Stato, secondo molti, è necessario per garantire un servizio giusto e di qualità, mettendo al centro i diritti dei cittadini e non i profitti.
È importante ricordare che l’elettricità non è un lusso; è un diritto fondamentale. Tuttavia, Enel continua a ignorare i bisogni primari delle popolazioni che dipendono maggiormente da un servizio di qualità. In Brasile, è già stata istituita una Commissione Parlamentare d’Inchiesta (CPI) per indagare sugli abusi di Enel, ma i risultati pratici non hanno ancora portato sollievo ai consumatori https://www.laspunta.it/brasile-indagine-governativa-su-enel-per-i-blackout-a-san-paolo/.
Nel frattempo, l’azienda continua a trarre profitti su scala globale, aumentando le tariffe e trascurando quello che dovrebbe essere il suo impegno principale: fornire energia in modo equo ed efficiente per tutti, indipendentemente dalla località o dalle condizioni economiche.
Che sia in Brasile o in Italia, la realtà è la stessa: la privatizzazione, anziché risolvere i problemi gestionali, ha creato nuove sfide, che gravano principalmente sui più vulnerabili. E mentre Enel continua a dare la priorità a chi può pagare di più, i più poveri rimangono in balia dell’oscurità – sia in senso letterale che figurato.
È giunto il momento di mettere in discussione questo modello. L’energia elettrica deve tornare ad essere considerata un bene pubblico, regolata con maggiore rigore, con controlli efficaci e sanzioni severe per le aziende che violano i diritti dei consumatori. Il popolo di San Paolo, dell’Italia e di tanti altri luoghi non può continuare ad essere ostaggio di un servizio inadeguato, mentre vede aumentare le bollette e diminuire il proprio benessere.
Questo è un appello per la giustizia, per la garanzia dei diritti fondamentali e per la responsabilizzazione di chi usa la propria posizione di potere per fare profitti a scapito della popolazione. Basta con il disprezzo. Vogliamo luce per tutti, non solo per i più ricchi.