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Editoriale

Per risolvere il problema dell’immigrazione chiediamo aiuto a mago Merlino

Dopo anni passati all’opposizione a gridare contro un presunto tentativo della sinistra di trasformare l’Italia nel “campo profughi d’Europa”, il centrodestra a guida Meloni ha finalmente l’opportunità di “controllare l’immigrazione”, di fermare i “taxi del mare”, o almeno di provarci. Invece in un anno di Governo prima si è approvato il decreto Cutro, poi si è ratificato il patto di Dublino proprio nel momento in cui poteva essere cambiato, infine abbiamo assistito ai soliti incontri “passerella” con esponenti delle istituzioni europee. Intanto i profughi continuano ad arrivare, i toni delle propagande rimangono forti, ma nel concreto nulla è cambiato nella gestione dell’immigrazione.

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di Alessandro Andrea Argeri

Dopo anni passati all’opposizione a gridare contro un presunto tentativo della sinistra di trasformare l’Italia nel “campo profughi d’Europa”, il centrodestra a guida Meloni ha finalmente l’opportunità di “controllare l’immigrazione”, di fermare i “taxi del mare”, o almeno di provarci. Invece in un anno di Governo prima si è approvato il decreto Cutro, poi si è ratificato il patto di Dublino proprio nel momento in cui poteva essere cambiato, infine abbiamo assistito ai soliti incontri “passerella” con esponenti delle istituzioni europee. Intanto i profughi continuano ad arrivare, i toni delle propagande rimangono forti, ma nel concreto nulla è cambiato nella gestione dell’immigrazione.

In queste settimane, a causa dell’aumento degli sbarchi sulle coste italiane, è al vaglio del Governo, sebbene in una democrazia parlamentare a decidere dovrebbe essere il Parlamento, un secondo decreto immigrazione. Tuttavia, se già il primo non ha funzionato, come potrebbe la sua versione remixata avere maggiori speranze di efficacia? Bisognerebbe chiedersi inoltre quanto del piano proposto potrebbe essere effettivamente realizzato, a cominciare dalla considerevole riduzione dei tempi delle procedure di espulsione in netto contrasto con l’effettiva possibilità di rimpatriare chi viene espulso. Dopodiché si potrà anche discutere sul valore etico di certe misure, tra cui l’aumento dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) sul territorio nazionale. Attualmente ce ne sono nove, dieci se si conta quello di Torino al momento chiuso, per un totale di circa 1100 posti disponibili. In teoria i Cpr servirebbero ad accogliere le persone giunte in Italia senza permesso di soggiorno o destinate a un provvedimento di espulsione, in realtà, come confermano varie inchieste giornalistiche, si tratta di lager in cui esseri umani vengono tenuti in uno stato di degrado indegno persino per delle bestie. Se ne vorrebbe costruire uno per regione, ma anche così è impensabile contenere centinaia di migliaia di migranti, oltretutto non dovrebbe essere costituzionale rinchiudere delle persone senza un’accusa, o perlomeno dovrebbe essere illegale in un Paese democratico. Eppure il decreto prevede di estendere il periodo di detenzione a diciotto mesi. In pratica per un anno e mezzo delle persone verranno rinchiuse senza aver commesso reato, magari assieme a chi invece qualche crimine l’ha commesso.

Ma non è finita qui! All’interno del decreto Cutro è stata introdotta una clausola secondo la quale il richiedente asilo proveniente da un Paese ritenuto sicuro potrebbe evitare di finire nei centri in attesa del termine della procedura di accoglienza previo pagamento di 4.938 euro. Dunque degli esseri umani in fuga dalla miseria dovrebbero pagare una tassa per evitare una detenzione ingiustificata. Oltretutto resterebbe da chiarire come un migrante arrivato su un gommone, probabilmente da un Paese povero extra UE, possa tenere in tasca quasi cinquemila euro, una cifra enorme già per un comune cittadino italiano.

L’immigrazione è un fenomeno antico tanto quanto la storia umana, d’altronde i primi uomini erano nomadi, pertanto è impossibile bloccarlo; al massimo si potrebbe cercare di controllarlo, ma per questo non c’è una soluzione immediata, bensì ci vorrebbero intensi sforzi sia economici sia diplomatici. Soprattutto, qualcuno dovrebbe chiedere scusa ai propri elettori per aver proposto da sopra un palco formule magiche attuabili col semplice schiocco di due dita, dal blocco navale per cui non basterebbero tutte le flotte del mondo messe insieme ai porti chiusi impossibili da chiudere.

Da un alto non si può continuare con la politica dei “porti aperti” perché insostenibile; dall’altro è inaccettabile risolvere l’immigrazione con pratiche disumane. Di sicuro l’Italia non può essere lasciata sola ad affrontare l’emergenza. Ci vorrebbe l’aiuto dell’Europa, un trattato con l’ambizione di essere uno Stato, tuttavia fino ad ora è sempre mancata la volontà degli Stati membri di risolvere insieme un problema reale, sebbene il criterio principale per l’accoglienza non possa essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana.

Certamente l’Italia non può essere un “campo profughi”, ma nemmeno il Mediterraneo può trasformarsi in un cimitero, perché chi rischia di annegare dev’essere soccorso. In politica la propaganda è ormai un male incurabile, tuttavia non dovremmo mai scordare il senso di umanità. Purtroppo però per risolvere i problemi dei cittadini la sinistra propone gli asterischi, mentre la destra proclama l’uso della forza. Nel dubbio, per risolvere l’immigrazione chiediamo aiuto a mago Merlino.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).