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DITTATORE A CHI?

Dobbiamo accettare una scomoda verità. Il nostro stile di vita è basato anche sulle violenze dei vari dittatori ritenuti “necessari”.

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Credit foto "Il grande dittatore" by www.brevestoriadelcinema.org is marked with CC PDM 1.0.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Conosciamo il significato del termine dittatore. Esercita il potere assoluto in una nazione.

Soffocando le opposizioni con l’uso della forza. Con la manipolazione delle elezioni. Spesso seminando il terrore.

La Storia ha visto dittatori di ogni ideologia. In tutti i continenti.

I dittatori, però, non sono tutti uguali.

Esistono dittatori che hanno armi nucleari. Che puoi colpire con delle sanzioni ma che possono continuare indisturbati ad opprimere il proprio popolo.

Ci sono dittatori che controllano i flussi migratori, evitando a noi occidentali le “invasioni” di gente pacifica e disperata.

Abbiamo poi dittatori che controllano materie prime importantissime per noi. Un dittatore così devi trattarlo bene, al massimo lo sostituisci con uno più amico.

Non possiamo dimenticare i dittatori che permettono, concedendo basi e comprando armi, l’espansione delle potenze dell’Ovest e dell’Est.

Personaggi così utili nemmeno puoi chiamarli dittatori. Non è elegante.

La chiamano ragion di Stato. In realtà è macabra ipocrisia.

Ipocrisia che raggiunge picchi altissimi quando si cerca di negare l’evidenza.

“No, non è un dittatore, è stato eletto”, dimenticando le elezioni fortemente condizionate da minacce e brogli.

“Nessuna dittatura, non ci sono evidenze di violenze fisiche”, ignorando volutamente che non esistono solo violenze fisiche.

Negli anni 70, la Germania Est apriva le porte all’occidente. Soprattutto ai marchi della ricca Germania Ovest. Non era bello dare l’immagine di una nazione che torturava e uccideva gli oppositori. Nemmeno, però, era il caso di provare a sperimentare la democrazia nella DDR, come bestemmiare in chiesa. Bisognava trovare il modo di colpire gli oppositori, salvando la faccia.

La Stasi, la polizia segreta della DDR, trova la soluzione. Distruggere psicologicamente gli oppositori. La famigerata “Zersetzung”, la decomposizione psicologica.

La violenza può avere varie forme.

Dobbiamo accettare una scomoda verità. Il nostro stile di vita è basato anche sulle violenze dei vari dittatori ritenuti “necessari”.

Appena è aumentato il prezzo del grano, del gas e del petrolio, molti hanno chiesto la resa dell’Ucraina e di assecondare Putin.

Perché hanno scoperto che la democrazia ha un prezzo. Economico ed etico.

Bisogna decidere se siamo disposti a pagarlo o meno.

La lotta per i diritti umani passa anche per il serbatoio della nostra auto.

Possiamo anche decidere di privilegiare interessi economici ed egoismi nazionali. Senza ipocrisie però.

Evitiamo vergognosi distinguo tra dittatori e dittatori.

Non esiste compromesso su questo. Il tempo delle scelte è arrivato.

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