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Economia e malavita. Il caso del sud del Lazio
di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO
Esiste il lato violento, armato, della malavita.
Rapine, omicidi, sfruttamento della prostituzione, usura, spaccio di droga. La violenza è riconoscibile, crea allarme sociale. Risulta, quindi, più facile da contrastare. Ma la criminalità non è solo violenza. Esistono anche i tentacoli economici della malavita. Perché la malavita deve investire e moltiplicare i propri guadagni. In modo legale. Per questo deve prendere il controllo di attività economiche pulite. Per riciclare denaro sporco, per aggiudicarsi lucrosi appalti, per creare contatti con la politica. Il denaro guadagnato con l’usura, con lo spaccio di droga, nelle mani di un imprenditore dalla faccia pulita, diventa denaro pulito che permette di sedersi ai tavoli giusti. Per molti aspetti deve farci molta più paura la malavita in giacca e cravatta. Come è stato sperimentato nel sud del Lazio, nelle provincie di Latina e Frosinone. Confinanti con la Campania. Dalla fine degli anni 70, la camorra ha investito molto denaro nelle provincie di Latina e Frosinone, infiltrando l’economia legale. A Formia, con il denaro della camorra, venne costruita la discoteca più grande d’Europa. A Minturno, Formia, Gaeta, Latina, Frosinone, Cassino, l’economia camorrista ha investito ed investe. Attività di ristorazione, vendita di auto, estorsione, appalti pubblici, traffico di droga. E smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Indagini e dichiarazioni dei pentiti, hanno indicato la presenza nei territori del cassinate e del sud della provincia di Latina, di siti per lo smaltimento illegale di rifiuti. Il rischio di smaltimento illecito di rifiuti, porta a temere infiltrazioni malavitose nel bacino marmifero di Coreno Ausonio, uno dei più importanti d’Italia. Bacino dove, accanto ad una maggioranza schiacciante di imprenditori onesti e professionali, opera certa imprenditoria indicata dalla magistratura come “ in vario modo accomunata, vicina, se non contigua, con la realtà criminale gravitante nell’orbita di controllo del clan dei casalesi “. Con gli anni, oltre alla camorra, altre organizzazioni criminali hanno iniziato ad operare nel sud del Lazio. A titolo di esempio l’infiltrazione di n’drangheta e mafia nel mercato ortofrutticolo di Fondi. Con la recente crisi economica, il rischio di infiltrazioni malavitose nell’economia del sud del Lazio è aumentato, come in tutta Italia. L’ampia disponibilità economica e particolari mezzi di “persuasione“, permettono alla malavita di acquistare attività economiche pulite, o di imporsi come soci occulti. Le insidie per gli imprenditori onesti, aumentano. Per tale motivo, ancora desta preoccupazione e timore, l’omicidio nel 2014 dei fratelli Mattei, imprenditori a capo della maggiore e più solida attività estrattiva del bacino marmifero di Coreno Ausonio. Duplice omicidio scaturito da un tentativo di furto che stavano cercando di sventare, ma restano diversi lati oscuri riguardo gli antefatti e il contesto ambientale alla base di questo tragico evento. Ulteriore rischio, è l’inquinamento del mondo politico e amministrativo. Oltre ad un rischio di sottovalutazione del fenomeno da parte della politica. Inoltre i comuni, spesso mancano di personale e mezzi per effettuare i controlli disposti dalla legge sulle attività commerciali e lavori pubblici. Il primo baluardo contro l’infiltrazione delle mafie nell’economia locale, deve venire proprio dai comuni. L’azione delle forze dell’ordine e della magistratura è costante ed efficace. Ma non può bastare. E’ necessaria una azione corale di tutti gli organi competenti ( comuni, prefettura, associazioni di categoria ), per la tutela dell’economia sana. E’ necessaria anche l’apertura del credito per gli imprenditori in difficoltà. E’ necessaria anche una consapevolezza di noi consumatori. Le mafie si combattono anche quando si sceglie il negozio dove comprare, il professionista che scegliamo, l’impresa edile a cui ci affidiamo. Il contrasto alla malavita è efficace se è corale. E quotidiano.
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