29 Settembre 2025
Trump all’ONU: il discorso della divisione e del populismo
Trump ha parlato di paura, negazionismo della scienza, nazionalismo e divisione

Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera
Quando Donald Trump è salito sul podio della 80ª Assemblea Generale dell’ONU, portava con sé un peso simbolico: parlava subito dopo Lula. Se quest’ultimo aveva proiettato una diplomazia di speranza e cooperazione, Trump ha incarnato l’opposto: retorica aggressiva, attacchi al multilateralismo e slogan da campagna elettorale più che una visione di Stato.
Retorica di scontro e rifiuto del consenso
Trump ha criticato la stessa ONU, accusandola di “parole vuote”. Ha rivendicato di aver posto fine a sette guerre infinite — un’autocelebrazione difficile da verificare. Ha attaccato le politiche migratorie, chiedendo di chiudere le frontiere e accusando l’ONU di promuovere una “agenda globalista di migrazione”. Ha ridicolizzato la scienza climatica, definendo la transizione ecologica “la più grande frode del mondo”.
Falsità, incoerenze e opportunismo
- Ha affermato che i rifugiati “distruggono i paesi” e che l’ONU finanzia questa invasione.
- Ha accusato l’Europa di aver compromesso la propria identità con le politiche migratorie e ambientali.
- Ha vantato di aver “sbloccato le imprese” e che gli Stati Uniti non hanno mai sofferto disoccupazione o inflazione. Una menzogna chiara: gli USA non hanno sentito direttamente la crisi perché Trump ha trasferito i costi al mondo intero con tariffe punitive, soprattutto contro il Brasile. L’ironia è stata ancora maggiore quando ha fatto cenno a Lula: un aceno opportunista, perché sa bene che le sue politiche hanno colpito anche gli statunitensi con rincari e perdita di competitività. Nonostante questo, si è sempre rifiutato di negoziare con il Brasile, usando il conflitto come strumento propagandistico.
- Ha omesso l’ingerenza diretta nella democrazia brasiliana, come la revoca dei passaporti di tecnici e giudici.
- Si è persino lamentato del teleprompter e delle scale mobili dell’ONU, trasformando il discorso in spettacolo grottesco.
Temi ignorati e assenza di visione
Mentre Lula ha parlato di sovranità, disuguaglianza, regolamentazione digitale, crisi climatica e conflitti in Medio Oriente, Ucraina e Africa, Trump ha preferito il populismo del breve termine e la retorica della paura. Non ha presentato una strategia per la pace o la cooperazione internazionale, ma solo il suo bordone: “il vostro paese sta andando all’inferno”.
E mentre Trump negava la crisi climatica, Lula annunciava un impegno concreto: 5,2 miliardi di reais in un fondo per la preservazione delle foreste. Non era obbligato a farlo, ma lo ha fatto in nome del pianeta.
Conclusione
Altro discorso — quello di Donald Trump — ha segnato la stessa tribuna. Se Lula ha parlato di speranza, responsabilità e interdipendenza, Trump ha parlato di paura, negazionismo della scienza, nazionalismo e divisione. Il contrasto tra i due è stato inevitabile — e ha mostrato l’abisso tra due progetti di mondo: uno che crede nella cooperazione, nel dialogo e nella pluralità, e un altro che punta all’isolamento, al confronto e alla retorica vuota.
- Trump — vídeo completo (ABC News): “Full Speech: Trump addresses UNGA (23 Sep 2025)”. ABC News
- Trump — Casa Branca (vídeo/arquivo): página oficial. The White House
