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28 Settembre 2025

I Rom in Italia: memoria, cultura e dignità al centro di una conferenza storica a Roma

L’evento ha anche rappresentato un momento di attivismo: i partecipanti sono stati invitati a firmare la petizione per il riconoscimento della lingua Romanes, un passo fondamentale per dare ai Rom la dignità e la visibilità storicamente negate.

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Di Maddalena Celano

 A Roma, questo 18 settembre 2025 – La Sala Panetti di Roma ha ospitato un evento unico, capace di intrecciare storia, cultura e attivismo sociale: la conferenza finale del progetto MHE-ROMA, promossa dall’Associazione Romà Onlus e dall’Associazione L’Isola che c’è. Un’occasione per riflettere su un paradosso che persiste nel nostro Paese: la mancata tutela dei Rom e della loro lingua, il Romanes, e la difficoltà di garantire dignità e visibilità a una comunità presente in Italia da secoli.

Moderata da Massimiliano Leardini, la serata ha offerto una panoramica ampia del progetto, con interventi di Tiziana Cristiano, che ha illustrato i risultati concreti di MHE-ROMA, e di Marco Brazzoduro, che ha analizzato l’importanza del riconoscimento legislativo della legge 482 sulle minoranze linguistiche. Al centro dell’attenzione, però, c’è stata la voce diretta della comunità Rom: Sacir Cizmic Zoro e Sevla Sejdić hanno ricordato il valore della danza e della cultura orale, mentre Lorenzo Benedetto ha condiviso la sua esperienza personale con il progetto, evidenziando l’impatto concreto sulla vita dei giovani Rom. La Scrittrice di fiabe Patrizia Boi ha rievocato l’ arcaicità della cultura Rom, recitando una poesia in Romanes.

Dalla poesia al grido di speranza

Il presidente di Romà Onlus, Graziano Halilovic, ha sottolineato come la numerosa partecipazione dimostri «problemi grandissimi da risolvere». La serata ha accolto anche la poesia dello zio Rasim Sejdić, recitata da Carlos Hadzovic, che con il suo componimento “Solo i più forti” ha celebrato la resilienza e la libertà della comunità Rom.

Sevla Sejdić ha lanciato un appello potente: essere accettati per quello che si è, al di là degli stereotipi. La sua testimonianza ha ricordato il ruolo fondamentale di Halilovic nella formazione di una «quinta generazione» di giovani Rom integrati nelle scuole e nella società, e ha denunciato la realtà di molti Rom ancora privi di documenti, condannati a una vita di precarietà. Come ha sottolineato Sevla, «le leggi che proteggono il denaro sono molto più forti delle leggi che proteggono la dignità».

Un momento emozionante è stato offerto dalla performance di Carlos Hadzovic, che ha evocato la memoria di Johann Wilhelm Trollmann, pugile Rom perseguitato dal regime nazista, riportando in vita la sua protesta simbolica contro la discriminazione.

Antiziganismo, storia e lingua

Un relatore esperto della cultura Rom ha messo in guardia contro l’antiziganismo, fenomeno ancora oggi diffuso e radicato. Ha sfatato alcuni dei pregiudizi più comuni, ricordando che molte accuse rivolte ai Rom si sono concluse con assoluzioni giudiziarie, dimostrando come la discriminazione non abbia fondamento reale.

Al cuore della conferenza si è collocato l’intervento dello storico e linguista Alessandro Luciani, che ha raccontato le origini indiane dei Rom, evidenziando come la lingua Romanes sia un patrimonio storico sopravvissuto a persecuzioni e divieti. Luciani ha denunciato l’assurdità della legislazione italiana che tutela alcune minoranze linguistiche, ma esclude i Rom perché non concentrati territorialmente. Citando lo storico Lorenzo Monasta, Luciani ha ricordato con forza: «I Rom e Sinti sono arrivati prima del pomodoro con cui mangiamo la pasta e la pizza».

Il progetto MHE-ROMA ha messo in mostra il ruolo dell’arte come strumento di memoria e rinascita culturale, attraverso rappresentazioni teatrali in Italia, Spagna e Croazia, che hanno coinvolto giovani Rom in performance che raccontano la storia e le sfide della loro comunità.

Il cibo come metafora di integrazione

La serata si è chiusa con un gesto simbolico e concreto: un buffet di cucina Rom preparato da Romano hape, dove i partecipanti hanno potuto assaggiare piatti tradizionali come carne, formaggi e baklava, incarnando l’idea di un popolo che arricchisce la cultura e la società italiana attraverso il dialogo e lo scambio interculturale.

L’evento ha anche rappresentato un momento di attivismo: i partecipanti sono stati invitati a firmare la petizione per il riconoscimento della lingua Romanes, un passo fondamentale per dare ai Rom la dignità e la visibilità storicamente negate.