21 Settembre 2025
Le accuse a Fabio Cagnazzo: la pista senza uscita e la strada ignorata
Le sentenze possono dimostrare l’innocenza ma la profonda ferità di una ingiusta detenzione resta.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Martedì 16 settembre si è tenuta la prima udienza innanzi al Gup di Salerno per gli imputati per l’omicidio di Angelo Vassallo.
Tra gli imputati il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo.
La prima udienza è stata caratterizzata dal deposito delle istanze di costituzione di parte civile. Un numero copioso. Il Gup si è riservato la decisione che sarà comunicata nella prossima udienza del 17 ottobre. Probabilmente non tutte saranno accolte. Inoltre si attende la decisione della Cassazione sul nuovo ricorso presentato dai legali del colonnello Cagnazzo.
Significativo il fatto che l’Arma abbia deciso di non costituirsi parte civile. La Benemerita, nota per la sua solidità, ha forse voluto evitare di salire su un carro trainato da un colosso dai piedi d’argilla?
Immancabili le conferenze stampa, con la convinzione da parte dei parenti di Angelo Vassallo di essere vicini alla risoluzione del caso.
Convinzione legittima da parte loro. Ma che non trova conforto nella certezza degli elementi d’accusa. Anzi.
A sostenerlo i legali, i famigliari e amici del colonnello Cagnazzo. A dirlo è la Corte di Cassazione https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/cronache/giudiziaria/2025/05/10/vassallo-unindagine-flop-tra-buchi-e-contraddizioni . Più modestamente aggiungiamo le considerazioni che abbiamo fatto e che continueremo a fare https://ilsud-est.it/attualita/inchiesta/2025/02/10/fabio-cagnazzo-quei-ventitre-minuti-di-troppo/ https://ilsud-est.it/attualita/cronaca/2025/04/14/il-colonnello-le-tarantelle-e-il-dovere-di-farsi-pappice/ .
A dirlo è anche l’ex Procuratore nazionale antimafia ed ex Procuratore capo di Salerno Franco Roberti. A riportarlo il quotidiano “Le cronache di Salerno” il 16 settembre 2025 in un pezzo a firma di Antonio Manzo. Roberti dichiara “L’omicidio di Angelo Vassallo non fu camorra, né criminalità organizzata. Per me la morte del sindaco non è un omicidio di mafia o di camorra. Potrebbe essere legato, invece, a qualche malaffare territoriale, probabilmente un investimento locale non condiviso da Angelo”.
Un parere autorevole che trova fondamento in una evidenza.
Dopo l’omicidio, sotto il sedile dell’auto di Angelo Vassallo venne trovata una cartellina con documenti sulla vicenda di strade pagate dalla Provincia ma mai realizzate.
Vicenda sulla quale il 17 luglio 2010 Angelo Vassallo venne sentito dalla Guardia di Finanza. Partendo anche dalle dichiarazioni del sindaco di Pollica sarà aperto un procedimento giudiziario che porterà a delle condanne per le “strade fantasma” https://www.ilquotidianodisalerno.it/2024/02/19/condanna-per-la-strada-fantasma-celso-casal-velino-nel-cilento-la-fondazione-vassallo-rilancia-%E2%80%9Csentenza-che-non-puo-esimersi-da-implicazioni-politiche%C2%BB/.
Una pista concreta con tanto di riscontri documentali.
Non l’unica. Sempre nel 2010 si discute della lottizzazione edilizia di San Nicola a Mare. Una spiaggia a confine con Acciaroli.
Angelo Vassallo è tenacemente contrario al progetto, di un imprenditore residente ad Acciaroli, tanto da non voler partecipare ad una riunione tenuta il 17 agosto 2010.
Lottizzazione che non avverrà grazie all’intervento del Tar e del Consiglio di Stato.
Strade mai realizzate ma pagate con soldi pubblici. Milioni e milioni di euro di investimenti per una lottizzazione da guadagni da capogiro. A tutto ciò si era opposto Angelo Vassallo.
Invece il processo si basa su un traffico di droga mai dimostrato. Su dichiarazioni dei pentiti dalla più che dubbia attendibilità. Ignoti gli esecutori.
Sull’ipotesi di depistaggio da parte del colonnello Cagnazzo abbiamo già espresso oggettivi dubbi https://ilsud-est.it/attualita/cronaca/2025/03/10/fabio-cagnazzo-i-primi-atti-di-polizia-giudiziaria-nellomicidio-vassallo/.
Inoltre Acciaroli rientrava nella giurisdizione di Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardia Costiera. Com’è possibile pensare che Fabio Cagnazzo potesse inibire l’azione di polizia giudiziaria di tre diversi Corpi dello Stato per assicurare l’impunità ai trafficanti di droga?
Non avrebbe potuto. Soprattutto non l’avrebbe mai fatto.
A testimoniare l’integrità morale del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il 17 ottobre prossimo davanti al tribunale di Salerno, ci saranno amici e colleghi:
” Venerdì 17 ottobre, alle ore 9.00, davanti al Tribunale di Salerno si terrà una manifestazione di sostegno al Colonnello Fabio Cagnazzo.
L’iniziativa, organizzata da amici e colleghi, vuole essere un momento di vicinanza concreta a chi sta lottando per la verità e la giustizia.
Lo spirito della manifestazione è quello di esprimere, nel rispetto di tutti e di tutto, con la massima compostezza, la solidarietà al Colonnello Cagnazzo, uomo dello Stato che ha dedicato l’intera carriera al servizio dei cittadini onesti e che oggi vive un momento di grande sconforto.
Con fiducia nell’operato della magistratura, ci auguriamo che si faccia piena luce su ogni aspetto della triste vicenda, riconoscendo l’assoluta estraneità del Colonnello Cagnazzo.
Siete invitati a partecipare con grande senso di sobrietà e rispetto per le Istituzioni.”
Avete notato l’uso di termini come “compostezza”, “sobrietà” , “rispetto per le Istituzioni”? Perché un carabiniere può esprimere la propria opinione critica ma non dimentica mai la natura della sua missione. Servire le Istituzioni e la comunità con impegno totale, con serietà. Nemmeno Fabio Cagnazzo lo ha dimenticato. Mai.
Cogliamo l’occasione per ricordare chi sono i Carabinieri.
Giusto e doveroso avere fiducia nella magistratura anche perché dalla lettura degli atti emergono piste alternative che potrebbero portare alla verità.

Una delle chiavi per individuare il movente e quindi i responsabili è nascosta nelle modalità dell’omicidio.
Perché Angelo Vassallo ferma la propria auto contromano e si ferma a parlare con qualcuno? La posizione anomala in contrasto con la tranquilla reazione del sindaco ( freno a mano tirato, finestrino abbassato e nessuna manovra evasiva) può portare a delle valutazioni utili per individuare il movente. Valutazioni che cercheremo di sviluppare.

Il colonnello Cagnazzo si pone e soprattutto ci pone una domanda lacerante. Com’è possibile che un servitore dello Stato venga sottoposto a carcerazione preventiva e ad un’estenuante processo sostanzialmente solo sulla base di dichiarazioni vagliate in modo critico anche dalla Cassazione?
Ricordiamo sempre che le sentenze possono dimostrare l’innocenza ma la profonda ferità di una ingiusta detenzione resta.
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