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Simonetta D’Alessandro, Massimo Bossetti e il teorema del complotto

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

 

Il nostro è il Paese del sole, del mare, delle bellezze artistiche, di Santi, di navigatori e di misteri.

 

 

La nostra storia è piena di misteri veri o presunti. Le nebbie del sospetto e del mistero hanno avvolto interi periodi della nostra storia recente. L’omicidio Matteotti, Portella della Ginestra, la morte di Enrico Mattei, la strage di Piazza Fontana, la strage del treno Italicus, l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, la strage di Via Fani e l’omicidio di Aldo Moro, la strage di Ustica, il Mig caduto a Castelsilano, la strage di Bologna, il mostro di Firenze, la morte di Roberto Calvi, la scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, l’omicidio di Simonetta Cesaroni, la strage di Capaci, la strage di Via D’Amelio, la morte di Miran Hrovatin e Ilaria Alpi, l’omicidio di Serena Mollicone. Sono alcuni dei veri misteri italiani. In realtà, oramai, è radicata la convinzione che dietro ogni caso di cronaca si nasconde un mistero, un complotto, un tentativo di insabbiamento. Aumenta il rifiuto della versione ufficiale. Il fenomeno grazie al canale di diffusione offerto da internet, è sempre più evidente. Crolla il ponte Morandi? Poche ore dopo, ecco la teoria del crollo provocato da una bomba. Non è semplice complottismo. Nasconde altro. Prendiamo ad esempio, due episodi molto recenti. La morte del giudice Simonetta D’Alessandro e la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti. Simonetta D’Alessandro era un magistrato che ha seguito indagini molto delicate presso il Tribunale di Roma. Indagini sul clan Spada, su Gianfranco Fini e Giancarlo Tulliani, sulle tangenti nei campi rom, sulle nuove Brigate Rosse, sulla morte di Roberto Calvi. Un magistrato di grande valore e una donna dalle molte qualità. Viene ritrovata cadavere nella propria abitazione il 6 ottobre scorso. L’autopsia ha stabilito che si tratta di morte naturale, probabilmente causata da problemi cardiaci. Tutto chiarito quindi. Invece molti commenti sui social, sollevano dubbi sulla sua morte. Dubbi basati non su prove o indizi, ma su un ragionamento tanto semplice quanto superficiale, visto che si occupava di indagini importanti, è stata uccisa. Massimo Bossetti è stato arrestato, processato e condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Ad accusare Bossetti una traccia di Dna trovata sulla biancheria intima di Yara. L’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio è stata lunga e controversa. La traccia di Dna di Bossetti doveva eliminare ogni dubbio. Invece una larga fascia di persone considerava e considera Bossetti innocente, incastrato da una prova falsa. Come si può arrivare a pensare una cosa del genere? Come già detto non è solo complottismo. Per molti aspetti è peggio. Si tratta di sfiducia verso lo Stato. Una sfiducia antica, partita dall’Unità d’Italia, fatta spesso più per forza che per amore. Ancora diffusa è l’immagine di uno Stato forte con i deboli, ma latitante quando deve riconoscere diritti ai cittadini. A questo si aggiunge una giustizia lenta e un sistema politico che molto spesso ignora o manipola la volontà popolare. L’italiano medio può avere molti difetti, ma non è stupido. Anni di delusioni politiche e di versioni ufficiali fantasiose, hanno alimentato la sfiducia verso le Istituzioni. Sfiducia che, spesso, alimenta il dilagante populismo. Dobbiamo chiederci perché dei cittadini non si fidano dei medici che dicono che i vaccini sono sicuri, perché non si fidano dei tecnici Inps e di Banca d’Italia che dicono che certe riforme non sono sostenibili, perché non si fidano dei risultati delle indagini della magistratura. Non dobbiamo commettere l’errore di etichettare il tutto solo come frutto di analfabeti funzionali. Esiste una fascia non trascurabile della popolazione, che ha sfiducia totale nelle Istituzioni, che si sente fuori dalle Istituzioni. Una situazione che non può rimanere così. Una prima soluzione è investire in cultura. Tante, troppe, persone hanno frequentato la scuola, ma hanno imparato poco o nulla su argomenti importanti come storia, diritto, educazione civica, scienza. Bisogna riavvicinare tutti i cittadini alle Istituzioni. Con il voto di preferenza, il referendum propositivo, con una legge di iniziativa popolare finalmente efficace. Inoltre dovrebbe essere obbligatoria la pubblicazione delle motivazioni delle sentenze in ogni grado di giudizio. Perché spesso nella cronaca nera, il complottismo è alimentato da una diffusione parziale e faziosa dei documenti giudiziari. Il sole della conoscenza e della compiuta democrazia, deve prendere il posto della nebbia che da molti, tanti anni, tiene ostaggio il nostro Paese.

Credit foto www.devianceproject.com

Chi è malato terminale oltre ad assumere i farmaci salvavita, passati in esenzione, spesso deve assumere medicinali comuni per mitigare gli effetti collaterali delle cure e della malattia. Laura chiede che i malati terminali possano godere dell’esenzione non solo sui farmaci salvavita ma anche su tutti gli altri medicinali.

Petizione diretta a Giulia Grillo

Giulia Grillo: Esenzione non solo per farmaci salvavita per malati oncologici

Chi è malato di cancro assume medicinali specifici per la cura di questa malattia, chiamati farmaci salvavita e passati in esenzione dal sistema sanitario nazionale. Tuttavia molti sintomi collaterali sia della malattia, che di questi farmaci (es. Chemioterapici o altri) necessitano l’assunzione spesso massiccia di altri medicinali più comuni, come antidolorifici, antipiretici, ecc. che il malato paga a prezzo pieno, con spese notevoli.

Chiedo che chi è affetto da patologie tumorali o chi è malato terminale possa essere esentato dal pagamento di ogni medicinale, essendone l’uso comunque direttamente collegato alla malattia in corso.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo