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Oasi Culturale

“Come d’aria” di Ada d’Adamo ha vinto il Premio Strega 2023

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de IlSudEst a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana parleremo della 77esima edizione del Premio Strega vinto da Ada d’Adamo con la stesura struggente del memoir “Come d’aria”.
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Credit foto videocittà.media

di Sara D’Angelo

Con 185 voti il romanzo autobiografico “Come d’aria” di Ada d’Adamo ha vinto la 77esima edizione del Premio Strega. Il 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, dal 1953 sede dell’appuntamento annuale con tutti i protagonisti del Premio, si è svolto il momento clou del più importante riconoscimento letterario italiano. Condotta da Geppi Cucciari, la serata è stata trasmessa in diretta televisiva da RAI 3.
Questa è la terza volta che il Premio Strega viene riconosciuto a uno scrittore scomparso. È già accaduto nel 1959 con “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e nel 1995 con “Passaggio in ombra” di Maria Teresa Di Lascia.
Ada d’Adamo ci ha lasciato il primo aprile all’età di 55 anni a causa di un male incurabile che l’ha tolta agli affetti più cari. La vita è stata molto crudele con lei, madre di Daria, una bambina affetta da una gravissima malformazione cerebrale fin dalla nascita.
“Come d’aria” è un memoir che, con delicato  garbo, tende la mano al colore della speranza impantanata nei fumi grigi dello smarrimento esistenziale, un documento in ginocchio di una laica santità sensibile al perdono nei confronti della vita troppo ingiusta con le anime pure.
Per la prima volta, una casa editrice estranea al potere commerciale dei grandi nomi del circuito della stampa, è entrata nella storia del Premio Strega. Elliot Edizioni nasce come rivista trimestrale di scrittura nel 1999, la “Elliot Narrazioni”, successivamente adottata dall’esperienza letteraria di un team pronto a farne un piccolo gioiello della narrativa. Era il 2007.
La Elliot ha partecipato alla rigorosa scrematura delle opere presentate (e votate) fino a meritare la classifica dei finalisti del Premio Strega 2023.

  • Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli) di Rosella Postorino con 170 voti.
  • Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca (Einaudi) di Maria Grazia Calandrone con 72 voti.
  • La traversata notturna (La nave di Teseo) di Andrea Canobbio con 75 voti.
  • Come d’aria (Elliot) di Ada d’Adamo con 185 voti.
  • Rubare la notte (Mondadori) di Romana Petri con 59 voti.

La storia di Ada d’Adamo ha commosso tutti. La via crucis del ventunesimo secolo è parola ed è preghiera per una madre nata e morta più volte. La pena ebbe inizio con la grave malformazione genetica della figlia che, non stanca della sofferenza sull’uscio di casa, condusse Ada a mani giunte sull’altare del dolore prima di abbandonarsi al disegno divino.
La letteratura del Premio Strega ha sposato in religioso raccoglimento i patimenti del corpo e dell’anima, vissuti con dignità per non molestare ulteriormente lo sguardo basso vicino al “Viaggio”.
Il 6 luglio Ada d’Adamo è stata insignita di una simbolica corona d’alloro per aver regnato sovrana nella scrittura e nella sua vita povera di giorni. Il premio è stato ritirato dal marito Alfredo Favi, dall’editrice di Elliot Loretta Santini e da Elena Stancanelli, amica di Daria d’Adamo e Amica della Domenica che ha proposto il romanzo al Premio Strega 2023.
“Credo che Ada stia mandando un messaggio a tutti, ai giovani, alle donne, lo sta facendo a suo modo. Ha sempre usato toni bassi, in questo momento è silenziosa ma quello che so io è che le sue parole cammineranno a lungo”.
E ancora.
“È un premio inaspettato e meritato, grazie a tutti”.
I toni solenni della serata sono stati alleggeriti dalla scena tragicomica tra Geppi Cucciari e il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ospite della serata e giurato del concorso. Intervistato dalla conduttrice, la telecamera lo coglie con il pensiero appannato di un maturando ammesso agli esami di Stato con la media del 5. Questa la sua pubblica dichiarazione:
“Ho ascoltato le storie che sono espresse in questi libri finalisti e sono tutte storie che prendono e fanno riflettere. Proverò a leggerli”.
Panico tra tutti i presenti, ma non per l’intelligenza acuta di Geppi Cucciari che, veloce come una saetta in ritardo con lo scatto finale, ha invitato il Ministro ad andare “oltre la copertina”.
L’ hanno chiamata “gaffe”, anche se rimane forte il dubbio che l’espressione ministeriale sia stata portatrice insana dell’amara verità.

Sara D’Angelo

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