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Quando i “mostri politici” litigano: Elon Musk, Trump e l’implosione dell’estrema destra — un avvertimento per l’Europa

Le elezioni, da sole, non bastano. Le istituzioni, da sole, non salveranno nulla. È tempo di tornare nelle piazze, nei quartieri popolari, nei sindacati, nelle scuole, nei movimenti, nelle assemblee. Di parlare la lingua della verità. Di nominare il nemico: il capitalismo. E di proporre una strada alternativa: il socialismo.

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Di Marlene Madalena Pozzan Foschiera

L’estrema destra degli Stati Uniti è in fiamme — e l’incendio rischia di estendersi. La guerra pubblica tra Elon Musk e Donald Trump, alimentata da Steve Bannon, rivela l’implosione al cuore del progetto neofascista americano. Ma sarebbe ingenuo trattarla come una semplice lite tra miliardari: in gioco c’è il modello globale della nuova destra autoritaria. E l’Europa dovrebbe essere in allerta.

Da alleati a nemici: la rottura tra Musk e Trump

Per anni, Elon Musk è stato visto come il genio eccentrico al fianco dell’agenda ultraliberale di Trump. È arrivato a ricoprire un ruolo nel governo — come capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), dove ha promosso tagli e deregolamentazione. Oggi, viene trattato come un nemico pubblico.

Lo scontro è esploso quando Musk ha definito il nuovo pacchetto economico di Trump una “abominazione ripugnante”, sostenendo che avrebbe aumentato il deficit di trilioni di dollari. Trump ha reagito con furia: ha minacciato di revocare tutti i contratti con le imprese di Musk e lo ha accusato di essere un “immigrato illegale parassitario”.

Steve Bannon, architetto della vittoria di Trump nel 2016 e volto dell’estrema destra internazionale, ha chiesto pubblicamente la deportazione di Musk, la revoca del suo nulla osta di sicurezza e l’apertura di indagini formali. E tutto questo è culminato con Musk che ha lanciato una bomba: ha suggerito che Trump figura nei dossier segreti sul caso Epstein, il finanziere coinvolto nel traffico sessuale di minori.

“@realDonaldTrump è negli archivi di Epstein. È questa la vera ragione per cui non sono stati resi pubblici. Buona giornata.”
— Elon Musk, su X, 5 giugno 2025

Lo scontro dei miliardari e le sue conseguenze reali

La rottura ha avuto effetti immediati sui mercati. Le azioni Tesla sono crollate del 14%, e anche quelle della Trump Media hanno subito perdite. Lo scontro ha scatenato una guerra di propaganda tra trumpisti e muschiani, rivelando la frammentazione interna della destra radicale americana, sempre più instabile e autodistruttiva.

Ma non lasciamoci ingannare: il pericolo non è finito. Questa radicalizzazione interna può condurre a nuove forme di autoritarismo, violenza politica e manipolazione delle masse.

L’estrema destra è in crisi… ma globale. L’Europa deve svegliarsi

Quello che accade negli Stati Uniti non è un caso isolato. È parte di una dinamica globale in cui l’estrema destra si è rafforzata sulle macerie delle crisi — e ora comincia a crollare sotto il peso delle proprie contraddizioni. Ma nella caduta, può trascinare con sé diritti, democrazie e istituzioni.

In Europa, il quadro è allarmante:

  • Italia: sotto Giorgia Meloni, erede del Movimento Sociale Italiano, il governo reprime migranti, censura la cultura e attacca i diritti civili.
  • Ungheria: Viktor Orbán controlla media e giustizia e teorizza una “democrazia illiberale”.
  • Polonia: il PiS ha perseguitato donne, persone LGBT+ e lo stato laico.
  • Spagna: VOX cresce e si allea con la destra tradizionale.
  • Francia: Marine Le Pen è favorita alle prossime presidenziali.
  • Germania: l’AfD avanza con un discorso apertamente xenofobo.
  • Portogallo: con il rafforzamento delle destre, si intensificano le espulsioni, anche di brasiliani con famiglia e lavoro regolare.

Sono governi che collaborano, si copiano, si rafforzano a vicenda. È l’internazionale dell’odio, mascherata da “ordine”. E quando un pilastro cade — come ora negli Stati Uniti — altri si affrettano a prendere il suo posto o a replicarne la formula.

Alla sinistra europea: è ora di svegliarsi

La sinistra europea deve leggere questi segnali con urgenza. La faida tra Musk e Trump dimostra che l’estrema destra non è un blocco compatto: è un campo minato di interessi privati, egocentrismi e deliri autoritari.

Questo è il momento per denunciare, organizzarsi, parlare chiaro con le classi popolari e proporre alternative concrete. Tacere, fingere che tutto sia normale, o ridursi a gestire l’esistente non farà altro che aprire la porta a nuovi “mostri politici”.

Alla sinistra europea (e non solo): serve coraggio, progetto e nome

La sinistra europea ha subito troppo a lungo la trappola della gestione “responsabile” del sistema. Abbandonata la trasformazione, ha finito per amministrare un capitalismo in decadenza. La socialdemocrazia si è svuotata, diventando complice del neoliberismo che ora devasta proprio ciò che un giorno ha costruito: lo Stato sociale.

Persino nei Paesi nordici — a lungo celebrati per i loro modelli di welfare avanzato — si moltiplicano i segnali di crisi. In Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Islanda si restringono i diritti sociali, si precarizza il lavoro, si privatizzano i servizi pubblici. L’austerità avanza dove prima c’era sicurezza. È la prova che non esiste conciliazione duratura tra giustizia sociale e accumulazione capitalista.

Se la sinistra non rompe con questo modello e non torna a parlare chiaramente di socialismo, perderà non solo le elezioni — perderà l’anima. E con essa, ogni possibilità di evitare la catastrofe sociale e climatica che si profila all’orizzonte.

Le elezioni, da sole, non bastano. Le istituzioni, da sole, non salveranno nulla. È tempo di tornare nelle piazze, nei quartieri popolari, nei sindacati, nelle scuole, nei movimenti, nelle assemblee. Di parlare la lingua della verità. Di nominare il nemico: il capitalismo. E di proporre una strada alternativa: il socialismo.

Perché quando i “mostri politici” si sbranano tra loro, è il momento per noi di avanzare.

E sì, io tifo per la rissa!

Non lo nego: sto tifando per questa guerra interna tra i “mostri politici”. Che si sbranino a vicenda. Che si distruggano l’un l’altro. Perché ogni “bomba politica” che scoppia nel cuore dell’Impero, ogni divisione tra loro, è un’opportunità per noi. Per le nostre lotte, per chi resiste, per i popoli che sono stati colonizzati, sfruttati, bombardati per decenni. Ogni crepa che si apre nell’Impero è un’occasione per farlo crollare.

Conclusione: quando i “mostri politici” si sbranano, noi dobbiamo avanzare

La faida tra Musk, Trump e Bannon è grottesca, ma illuminante. Non esiste fedeltà a destra — solo potere. E quando queste alleanze marce crollano, crollano anche illusioni, maschere e giochi di potere. Per questo, noi dobbiamo essere pronte. Con lucidità. Con coraggio. E con progetti di giustizia, libertà e dignità.