Esteri
IV Incontro della Comunità Latinoamericana Italia-Europa
IV Encuentro de la Comunidad Latinoamericana Italia-Europa
IV Meeting of the Latin American Community in Italy-Europe
Di Maddalena Celano
Questa domenica 3 novembre 2024, ore 11:00 – Via di Santa Croce in Gerusalemme 55, Roma, si è svolto il IV Incontro della Comunità Latinoamericana Italia-Europa. Si è svolto questa domenica 3 novembre 2024 a Roma, presso la suggestiva cornice di Via di Santa Croce in Gerusalemme. Questo evento ha rappresentato un’occasione unica di confronto e riflessione sulla difficile situazione socio-politica che affligge molti Paesi dell’America Latina, tra cui Bolivia, Colombia, Perù, Ecuador e Argentina. Nel contesto di una crescente pressione politica ed economica esercitata dagli Stati Uniti, questi Paesi vengono spesso trattati come il “cortile di casa” di potenze esterne, in un contesto che non rispetta i diritti e la sovranità dei popoli latinoamericani.
L’evento è stato caratterizzato da un importante programma di interventi e dibattiti. Tra i relatori si sono distinti Carlos Brito, Eder Obando, Luz Miriam Jaramillo, la giornalista e scrittrice Geraldina Colotti e Jorge Ceriani, ognuno dei quali ha portato una prospettiva unica e approfondita sulle dinamiche interne e le sfide che ogni Paese latinoamericano affronta in questo periodo critico. Le loro analisi hanno evidenziato come le politiche esterne di influenza danneggino la stabilità e lo sviluppo sociale ed economico dell’America Latina, alimentando un acceso dibattito tra i presenti.
Oltre agli interventi, l’incontro ha incluso un ricco programma culturale che ha esaltato la ricchezza delle tradizioni latinoamericane. La manifestazione è stata animata da un’esibizione della **Original Diablada Pillareña**, della **Poderosa Señorial Illimani**, del gruppo **Andes Bolivia** e del musicista **Giorgio Orurito**, accompagnato dal **Dúo Andino**. Un momento particolarmente sentito è stata la **Cerimonia di Saggezza Ancestrale del Buen Vivir** eseguita da **Amauta René Yanqui**, che ha guidato un sahumerio tradizionale andino in onore dei defunti, un rito di profonda spiritualità e memoria collettiva.
L’evento, a ingresso libero, si è concluso con un vivace momento di festa, dove i partecipanti hanno potuto danzare al ritmo delle musiche latine proposte dal DJ Gallo, il tutto supportato da un sistema sonoro completo che ha reso l’atmosfera ancora più coinvolgente e festosa.
Il **IV Incontro della Comunità Latinoamericana Italia-Europa** si è rivelato un successo, grazie alla partecipazione e all’impegno della comunità latinoamericana a Roma e in tutta Italia, unita dal desiderio di preservare e promuovere la propria identità culturale, continuando a lottare per i diritti e la sovranità dei propri Paesi.
Nel contesto dell’ evento, questo è stato il mio intervento:
ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe) tra passato e futuro
di Maddalena Celano
Buonasera a tutte/i,
è un onore per me essere qui oggi, in questa celebrazione della REDCAN, una rete che rappresenta le comunità andine e caraibiche a Roma. Oggi parleremo di un tema di cruciale importanza: l’ALBA, l’Alleanza Bolivariana per le Americhe, un progetto politico che è tanto radicato nel passato quanto proiettato verso un futuro di speranza e lotta.
L’ALBA è stata fondata nel 2004 per promuovere la cooperazione e l’integrazione tra i popoli latinoamericani, rispondendo alle ingiustizie economiche e sociali imposte da modelli imperialisti e neoliberisti. La prima dichiarazione è stata firmata da Hugo Chávez e Fidel Castro, simboli di una lotta storica contro l’oppressione imperialista e le disuguaglianze strutturali. L’ALBA ha visto l’adesione di vari stati, ognuno con il proprio contesto politico e sociale. Oltre a Venezuela e Cuba, sono entrati a far parte di questa iniziativa anche Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Dominica, San Vicente e Granadine, Antigua e Barbuda, Saint Kitts e Nevis e Saint Lucia. In questo contesto, è importante anche considerare il ruolo insolito giocato, nell’ ALBA, da paesi come Dominica, San Vicente e Granadine, e Antigua e Barbuda. Ruolo insolito ed originale giacché si tratta di paesi che sono contemporaneamente anche membri del Commonwealt britannico e la loro lingua non è lo spagnolo ma l’ inglese. Il loro ruolo è stato ampiamente trascurati e invisibilizzato. In realtà, questi paesi portano con sé storie e culture uniche che arricchiscono di molto il progetto di integrazione regionale.
La Dominica, spesso chiamata “l’isola della natura”, si trova nelle Antille orientali ed è nota per la sua straordinaria biodiversità. La sua storia è segnata dalla colonizzazione francese e britannica, e la Dominica ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1978. Politicamente, il paese ha un sistema parlamentare e il Dominica Labour Party è stato al potere per gran parte degli ultimi anni. La lingua ufficiale è l’inglese, ma il creolo francese è ampiamente parlato, testimoniandone le influenze storiche. La cultura di Dominica è vibrante, con tradizioni africane e caraibiche che si riflettono nelle celebrazioni locali, come il Carnevale di Dominica, o “Mas Domnik”, caratterizzato da costumi colorati e danze tradizionali. In questo modo, la Dominica contribuisce con la sua bellezza naturale e la sua ricca cultura a una visione comune di solidarietà e integrazione.
San Vicente e Granadine rappresenta un altro tassello importante dell’ALBA. Questo arcipelago, con San Vicente come isola principale, ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1979. Politicamente, il paese ha visto un’alternanza di governo tra il New Democratic Party e il United Labour Party, e le sue istituzioni democratiche sono relativamente stabili. L’inglese è la lingua ufficiale, mentre il creolo di San Vicente, un dialetto derivato dall’inglese, è parlato da una buona parte della popolazione. Le tradizioni musicali, in particolare il calypso e il reggae, sono fondamentali nella vita culturale, con celebrazioni come il Carnevale di “Vincy Mas” che richiamano visitatori da ogni dove. Qui, l’ALBA offre un’opportunità di cooperazione per affrontare le sfide sociali ed economiche che caratterizzano la vita quotidiana degli abitanti.
Infine, Antigua e Barbuda ha una storia che affonda le radici nel periodo coloniale, avendo ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1981. Questo paese è un esempio di monarchia costituzionale, in cui il Parlamento gioca un ruolo cruciale nella vita politica. Anche qui, l’inglese è la lingua ufficiale e il creolo antillano è parlato da molti. La cultura antillana è un vibrante mosaico di influenze africane, europee e indigene, con la musica e il Carnevale che occupano un posto centrale nella vita sociale. Il Carnevale di Antigua, che si celebra ogni agosto, è un momento di grande festa e celebrazione dell’identità culturale.
Questi paesi, pur nella loro diversità, condividono una storia di lotta contro le ingiustizie coloniali e imperialiste. La loro partecipazione all’ALBA non è solo una questione economica, ma rappresenta anche un impegno verso una visione condivisa di solidarietà e giustizia sociale. L’ALBA, quindi, diventa un veicolo per il cambiamento, unendo le forze di nazioni che, nonostante le sfide, continuano a cercare un futuro migliore per i loro popoli.
Importante e fondamentale è riconoscere e valorizzare le specificità di ciascun paese membro dell’ALBA. Solo così potremo costruire una vera integrazione regionale, fondata sulla cooperazione e sul rispetto reciproco.
Ogni nazione ha portato la propria visione e le proprie esperienze di lotta contro il colonialismo e il neocolonialismo, contribuendo alla costruzione di un progetto collettivo.
Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che alcuni stati membri hanno scelto di allontanarsi dall’ALBA, come l’ attuale Ecuador. La Bolivia, ad esempio, sotto la presidenza di Evo Morales, è stata un membro attivo e ha beneficiato enormemente dall’ALBA in termini di cooperazione economica e sociale. Tuttavia, dopo il colpo di stato del 2019 e l’arrivo al potere di un governo di destra, il paese ha subito un cambiamento radicale, portando a un allontanamento dalle politiche dell’ALBA, ritornando soltanto recentemente. Allo stesso modo, il Nicaragua ha affrontato sfide interne che hanno influenzato il suo impegno all’interno della rete.
Nonostante questi allontanamenti, il ruolo di ciascun stato membro è fondamentale per il successo dell’ALBA. Il Venezuela, in particolare, ha continuato a essere un pilastro dell’iniziativa, investendo nella solidarietà energetica e nelle missioni sociali. Cuba, con la sua lunga storia di resistenza e cooperazione internazionale, ha offerto un modello di sanità e istruzione che è stato emulato da molti altri paesi membri. L’Ecuador, sotto la guida di Rafael Correa, utilizzò l’ALBA per promuovere politiche sociali che hanno ridotto la povertà e migliorato l’accesso ai servizi essenziali.
Ma quali sono i dati che parlano della necessità di un’alternativa come l’ALBA? Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), il 30% della popolazione latinoamericana vive in condizioni di povertà estrema, e il 10% della popolazione più ricca possiede oltre il 70% della ricchezza totale. Questi numeri raccontano una storia di ingiustizia e disuguaglianza che deve spingerci a continuare a lottare.
L’ALBA ha cercato di affrontare queste disuguaglianze con politiche che privilegiano i diritti umani, la sovranità alimentare e la giustizia sociale. L’ALBA-TCP, l’alleanza commerciale e politica che ne è derivata, ha promosso iniziative come il Petrocaribe, che offre carburante a condizioni favorevoli ai paesi più vulnerabili dei Caraibi, riducendo la dipendenza dalle multinazionali e dai mercati globali. È fondamentale ricordare che questo accordo si basa su principi di solidarietà, cooperazione e giustizia sociale, contrapposti alla visione mercantilista del Free Trade Area delle Americhe (FTAA), proposta dagli Stati Uniti nel 2001 e fortunatamente bocciata da una vasta mobilitazione popolare.
Nel corso della sua storia, l’ALBA ha promosso numerosi progetti sociali e culturali, come la missione “Barrio Adentro” in Venezuela, che ha portato assistenza medica gratuita a milioni di cittadini, e “Missione Robinson”, che ha garantito l’istruzione a più di 1.500.000 venezuelani in pochissimi anni. Questi successi dimostrano che è possibile costruire un’alternativa al sistema capitalistico che favorisce il profitto a scapito delle persone. Per quanto riguarda le prospettive future dell’ALBA, è essenziale affrontare alcune sfide. La necessità di una maggiore unità tra i membri è cruciale. I recenti eventi in America Latina, come la crescente instabilità in paesi come l’ Ecuador, il Perù, l’ Argentina e il Cile, richiedono una risposta collettiva e solidale. L’ALBA deve evolvere e adattarsi, cercando nuovi modelli di cooperazione che possano attrarre anche paesi che in passato si sono allontanati.
Inoltre, il potenziamento della cooperazione culturale e sociale, attraverso iniziative di scambio educativo e programmi di salute pubblica, può rafforzare i legami tra i popoli e riaffermare il valore della solidarietà. Le nuove generazioni devono essere coinvolte attivamente nella costruzione di questo progetto, utilizzando gli strumenti digitali e i social media per diffondere i principi di giustizia e uguaglianza.
Tuttavia, la lotta non è stata priva di ostacoli. La resistenza dei governi imperialisti, le sanzioni economiche e i colpi di stato orchestrati dagli Stati Uniti contro leader progressisti in America Latina, come il colpo di stato in Bolivia nel 2019, hanno cercato di minare il progetto dell’ALBA. Questo ci porta a riflettere su come il nostro impegno debba essere più forte che mai.
Il futuro dell’ALBA non è garantito, ma è nelle nostre mani. Dobbiamo continuare a costruire ponti di solidarietà tra le nostre comunità, affinché si risveglino le coscienze e si rafforzi la lotta per la giustizia sociale. È fondamentale che le nuove generazioni comprendano l’importanza di queste battaglie storiche. Dobbiamo utilizzare i social media, l’arte e la cultura per diffondere la nostra visione e coinvolgere più persone nella lotta per un’America Latina unita e liberata dall’oppressione.
Per concludere, l’ALBA rappresenta una luce di speranza per i popoli dell’America Latina e dei Caraibi. È un esempio di come possiamo unirci per affrontare le sfide comuni e costruire un futuro migliore. Dobbiamo resistere, lottare e sognare insieme. Il nostro futuro è possibile solo se lo costruiremo insieme.
versión en español:
IV Encuentro de la Comunidad Latinoamericana Italia-Europa
Este domingo 3 de noviembre de 2024, a las 11:00, en Via di Santa Croce in Gerusalemme 55, Roma, tuvo lugar el IV Encuentro de la Comunidad Latinoamericana Italia-Europa. Este evento representó una oportunidad única para debatir y reflexionar sobre la difícil situación socio-política que afecta a varios países de América Latina, como Bolivia, Colombia, Perú, Ecuador y Argentina. En el contexto de una creciente presión política y económica ejercida por los Estados Unidos, estos países son a menudo tratados como el “patio trasero” de potencias externas, en un contexto que no respeta los derechos y la soberanía de los pueblos latinoamericanos.
El evento contó con un importante programa de intervenciones y debates. Entre los ponentes se destacaron Carlos Brito, Eder Obando, Luz Miriam Jaramillo, la periodista y escritora Geraldina Colotti y Jorge Ceriani, cada uno de los cuales aportó una perspectiva única y profunda sobre las dinámicas internas y los desafíos que enfrenta cada país latinoamericano en este período crítico. Sus análisis evidenciaron cómo las políticas de influencia externa perjudican la estabilidad y el desarrollo social y económico de América Latina, alimentando un acalorado debate entre los presentes.
Además de las intervenciones, el encuentro incluyó un rico programa cultural que exaltó la riqueza de las tradiciones latinoamericanas. La manifestación contó con una presentación de la **Original Diablada Pillareña**, de la **Poderosa Señorial Illimani**, del grupo **Andes Bolivia** y del músico **Giorgio Orurito**, acompañado por el **Dúo Andino**. Un momento particularmente emotivo fue la **Ceremonia de Sabiduría Ancestral del Buen Vivir**, realizada por **Amauta René Yanqui**, quien dirigió un sahumerio andino tradicional en honor a los difuntos, un rito de profunda espiritualidad y memoria colectiva.
El evento, de entrada libre, concluyó con un vibrante momento de celebración, en el que los participantes pudieron bailar al ritmo de las músicas latinas propuestas por el DJ Gallo, todo ello acompañado por un sistema de sonido completo que hizo la atmósfera aún más envolvente y festiva.
El **IV Encuentro de la Comunidad Latinoamericana Italia-Europa** fue un éxito gracias a la participación y el compromiso de la comunidad latinoamericana en Roma y en toda Italia, unida por el deseo de preservar y promover su identidad cultural, y de seguir luchando por los derechos y la soberanía de sus países.
En el contexto del evento, esta fue mi intervención:
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**ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América) entre el pasado y el futuro**
por Maddalena Celano
Buenas tardes a todos y todas,
es un honor estar aquí hoy, en esta celebración de la REDCAN, una red que representa a las comunidades andinas y caribeñas en Roma. Hoy hablaremos de un tema de crucial importancia: el ALBA, la Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América, un proyecto político que está tan arraigado en el pasado como proyectado hacia un futuro de esperanza y lucha.
El ALBA fue fundada en 2004 para promover la cooperación y la integración entre los pueblos latinoamericanos, respondiendo a las injusticias económicas y sociales impuestas por modelos imperialistas y neoliberales. La primera declaración fue firmada por Hugo Chávez y Fidel Castro, símbolos de una lucha histórica contra la opresión imperialista y las desigualdades estructurales. El ALBA ha contado con la adhesión de varios estados, cada uno con su propio contexto político y social. Además de Venezuela y Cuba, también se unieron Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Dominica, San Vicente y las Granadinas, Antigua y Barbuda, Saint Kitts y Nevis y Santa Lucía. En este contexto, es importante considerar el papel inusual que desempeñan en el ALBA países como Dominica, San Vicente y las Granadinas, y Antigua y Barbuda. Un rol inusual y original, ya que se trata de países que son al mismo tiempo miembros de la Commonwealth británica, y su idioma oficial no es el español, sino el inglés. Su papel ha sido ampliamente subestimado e invisibilizado. En realidad, estos países aportan historias y culturas únicas que enriquecen enormemente el proyecto de integración regional.
Dominica, a menudo llamada “la isla de la naturaleza”, se encuentra en las Antillas Orientales y es conocida por su extraordinaria biodiversidad. Su historia está marcada por la colonización francesa y británica, y Dominica obtuvo su independencia del Reino Unido en 1978. Políticamente, el país tiene un sistema parlamentario, y el Partido Laborista de Dominica ha estado en el poder durante la mayor parte de los últimos años. El idioma oficial es el inglés, pero el criollo francés se habla ampliamente, testimoniando las influencias históricas. La cultura de Dominica es vibrante, con tradiciones africanas y caribeñas que se reflejan en las celebraciones locales, como el Carnaval de Dominica, o “Mas Domnik”, caracterizado por coloridos disfraces y danzas tradicionales. De esta manera, Dominica contribuye con su belleza natural y su rica cultura a una visión común de solidaridad e integración.
San Vicente y las Granadinas representa otra pieza importante del ALBA. Este archipiélago, con San Vicente como isla principal, obtuvo la independencia del Reino Unido en 1979. Políticamente, el país ha visto una alternancia de gobierno entre el New Democratic Party y el United Labour Party, y sus instituciones democráticas son relativamente estables. El inglés es el idioma oficial, mientras que el criollo de San Vicente, un dialecto derivado del inglés, es hablado por buena parte de la población. Las tradiciones musicales, en particular el calipso y el reggae, son fundamentales en la vida cultural, con celebraciones como el Carnaval de “Vincy Mas”, que atraen a visitantes de todas partes. Aquí, el ALBA ofrece una oportunidad de cooperación para enfrentar los desafíos sociales y económicos que caracterizan la vida cotidiana de los habitantes.
Finalmente, Antigua y Barbuda tiene una historia que se remonta al período colonial, habiendo obtenido la independencia del Reino Unido en 1981. Este país es un ejemplo de monarquía constitucional, donde el Parlamento juega un papel crucial en la vida política. También aquí, el inglés es el idioma oficial, y el criollo antillano es hablado por muchos. La cultura antillana es un vibrante mosaico de influencias africanas, europeas e indígenas, con la música y el Carnaval ocupando un lugar central en la vida social. El Carnaval de Antigua, que se celebra cada agosto, es un momento de gran fiesta y celebración de la identidad cultural.
Estos países, a pesar de su diversidad, comparten una historia de lucha contra las injusticias coloniales e imperialistas. Su participación en el ALBA no es solo una cuestión económica, sino que representa también un compromiso hacia una visión compartida de solidaridad y justicia social. El ALBA, por lo tanto, se convierte en un vehículo de cambio, uniendo las fuerzas de naciones que, a pesar de los desafíos, continúan buscando un futuro mejor para sus pueblos.
Es importante y fundamental reconocer y valorar las especificidades de cada país miembro del ALBA. Solo así podremos construir una verdadera integración regional, basada en la cooperación y el respeto mutuo. Cada nación ha aportado su propia visión y experiencias de lucha contra el colonialismo y el neocolonialismo, contribuyendo a la construcción de un proyecto colectivo.
Sin embargo, no podemos ignorar que algunos estados miembros han optado por alejarse del ALBA, como el actual Ecuador.Algunos países, como Ecuador, han decidido distanciarse del ALBA bajo el liderazgo de gobiernos que han sucumbido a las presiones del imperialismo estadounidense y a los intereses neoliberales. Esto representa un desafío para el proyecto de integración regional, ya que cada país miembro aporta una contribución fundamental y única a la alianza. No obstante, el ALBA sigue siendo un símbolo de esperanza y de resistencia para muchos pueblos latinoamericanos y caribeños que buscan romper con las cadenas de la dependencia y construir un camino hacia la autodeterminación y la soberanía.
El futuro del ALBA, por lo tanto, depende de nuestra capacidad para mantenernos unidos y de nuestra disposición para defender los ideales de justicia social, igualdad y dignidad humana. En un mundo cada vez más globalizado y caracterizado por las crecientes desigualdades, el ALBA representa una alternativa concreta para construir un futuro más justo y equitativo para todos los pueblos de nuestra región.
En conclusión, es necesario fortalecer esta alianza, promover un diálogo inclusivo y reconocer la importancia de cada país miembro, desde los más grandes hasta los más pequeños. Solo así podremos continuar con el sueño de nuestros antepasados y construir una América Latina libre, soberana y unida.
Muchas gracias a todos y todas por su atención.
English version:
IV Meeting of the Latin American Community in Italy-Europe
This Sunday, November 3, 2024, at 11:00 AM at Via di Santa Croce in Gerusalemme 55 in Rome, the IV Meeting of the Latin American Community in Italy-Europe was held. This gathering took place in the picturesque setting of Via di Santa Croce in Gerusalemme and offered a unique opportunity for dialogue and reflection on the complex socio-political situation affecting many Latin American countries, including Bolivia, Colombia, Peru, Ecuador, and Argentina. In light of the mounting political and economic pressure from the United States, these countries are often treated as the “backyard” of external powers, in a manner that disregards the rights and sovereignty of Latin American people.
The event featured an important program of speeches and discussions. Among the speakers were Carlos Brito, Eder Obando, Luz Miriam Jaramillo, journalist and writer Geraldina Colotti, and Jorge Ceriani, each bringing unique and in-depth insights into the internal dynamics and challenges facing each Latin American country during this critical period. Their analyses highlighted how external influence policies undermine the stability and social and economic development of Latin America, sparking a lively debate among attendees.
Alongside the speeches, the meeting included a rich cultural program that celebrated the richness of Latin American traditions. The event featured performances by the **Original Diablada Pillareña**, **Poderosa Señorial Illimani**, the **Andes Bolivia** group, and musician **Giorgio Orurito**, accompanied by the **Dúo Andino**. A particularly heartfelt moment was the **Ancestral Wisdom Ceremony of Buen Vivir** led by **Amauta René Yanqui**, who conducted a traditional Andean incense ritual in honor of the deceased—a rite rich in spirituality and collective memory.
The event, with free admission, concluded with a lively celebration, where attendees danced to Latin music by DJ Gallo, enhanced by a full sound system that made the atmosphere even more engaging and festive.
The **IV Meeting of the Latin American Community in Italy-Europe** proved to be a success, thanks to the participation and commitment of the Latin American community in Rome and throughout Italy, united by a desire to preserve and promote their cultural identity while continuing to fight for the rights and sovereignty of their countries.
**In the context of this event, here was my speech:**
**ALBA (Bolivarian Alliance for the Americas): Between Past and Future**
By Maddalena Celano
Good evening, everyone,
It is an honor for me to be here today, celebrating REDCAN, a network representing the Andean and Caribbean communities in Rome. Today, we address a topic of crucial importance: ALBA, the Bolivarian Alliance for the Americas, a political project rooted in the past yet aimed toward a hopeful and determined future.
ALBA was founded in 2004 to promote cooperation and integration among Latin American peoples, countering economic and social injustices imposed by imperialist and neoliberal models. The first declaration was signed by Hugo Chávez and Fidel Castro, symbols of a historic struggle against imperialist oppression and structural inequalities. ALBA has seen the participation of various states, each with its own political and social context. In addition to Venezuela and Cuba, this initiative includes Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Dominica, Saint Vincent and the Grenadines, Antigua and Barbuda, Saint Kitts and Nevis, and Saint Lucia.
In this context, it is essential to consider the unique roles played by countries like Dominica, Saint Vincent and the Grenadines, and Antigua and Barbuda in ALBA. These nations simultaneously belong to the British Commonwealth, with English as their official language rather than Spanish. Their roles, however, have often been overlooked. These countries bring unique histories and cultures that greatly enrich the project of regional integration.
Dominica, often called “the nature island,” is located in the Eastern Caribbean and is known for its remarkable biodiversity. Its history is marked by French and British colonization, and Dominica gained independence from the UK in 1978. Politically, it has a parliamentary system, with the Dominica Labour Party in power for much of recent years. English is the official language, though French Creole is widely spoken, bearing witness to its historical influences. Dominica’s vibrant culture, with African and Caribbean traditions reflected in local celebrations like Dominica Carnival or “Mas Domnik,” adds natural beauty and rich culture to a common vision of solidarity and integration.
Saint Vincent and the Grenadines is another important piece of ALBA. This archipelago, with Saint Vincent as the main island, gained independence from the United Kingdom in 1979. Politically, it has seen alternating governments between the New Democratic Party and the United Labour Party, with relatively stable democratic institutions. English is the official language, while Saint Vincent Creole, an English-based dialect, is spoken by a significant part of the population. Musical traditions, especially calypso and reggae, are central to cultural life, with events like “Vincy Mas” Carnival drawing visitors from everywhere. Here, ALBA provides an opportunity for cooperation to address the social and economic challenges facing residents.
Finally, Antigua and Barbuda has a history rooted in the colonial era, gaining independence from the UK in 1981. This country is an example of a constitutional monarchy, where Parliament plays a crucial role in political life. English is the official language, and Antillean Creole is spoken by many. The Antillean culture is a vibrant mix of African, European, and indigenous influences, with music and Carnival occupying a central place in social life. Antigua’s Carnival, celebrated every August, is a time of great festivity and cultural pride.
Despite their diversity, these countries share a history of struggle against colonial and imperial injustices. Their participation in ALBA is not just economic but represents a commitment to a shared vision of solidarity and social justice. ALBA thus becomes a vehicle for change, uniting nations that, despite challenges, continue to seek a better future for their people.
It is vital to recognize and value the specificities of each ALBA member country. Only in this way can we build true regional integration founded on cooperation and mutual respect. Each nation has brought its vision and experiences in the fight against colonialism and neocolonialism, contributing to the construction of a collective project.
However, we cannot ignore that some member states have distanced themselves from ALBA, like Ecuador today. Bolivia, for instance, was an active member under President Evo Morales and benefited greatly from ALBA in terms of economic and social cooperation. However, after the 2019 coup and the arrival of a right-wing government, the country underwent a radical shift, only recently returning to ALBA policies. Similarly, Nicaragua has faced internal challenges that have affected its commitment within the alliance.
Despite these departures, each member state’s role is crucial to ALBA’s success. Venezuela, in particular, has continued to be a pillar of the initiative, investing in energy solidarity and social missions. Cuba, with its long history of resistance and international cooperation, has offered a model of healthcare and education emulated by many other member countries. Ecuador, under Rafael Correa’s leadership, used ALBA to promote social policies that reduced poverty and improved access to essential services.
But what data underscores the need for an alternative like ALBA? According to the United Nations Development Programme (UNDP), 30% of the Latin American population lives in extreme poverty, and the wealthiest 10% holds over 70% of the total wealth. These figures reveal a story of injustice and inequality that must drive us to continue the fight.
ALBA has sought to address these inequalities with policies that prioritize human rights, food sovereignty, and social justice. ALBA-TCP, the resulting trade and political alliance, has promoted initiatives like Petrocaribe, which offers fuel on favorable terms to the most vulnerable Caribbean countries, reducing dependence on multinationals and global markets. It is essential to remember that this agreement is based on principles of solidarity, cooperation, and social justice, in contrast to the mercantilist vision of the Free Trade Area of the Americas (FTAA) proposed by the United States in 2001, thankfully rejected by a vast popular mobilization.
Throughout its history, ALBA has promoted numerous social and cultural projects, like the “Barrio Adentro” mission in Venezuela, which brought free medical assistance to millions of citizens, and “Mission Robinson,” which guaranteed education to more than 1.5 million Venezuelans in just a few years. These successes demonstrate that it is possible to build an alternative to the capitalist system, which prioritizes profit over people.
As for ALBA’s future prospects, some challenges must be addressed. The need for greater unity among members is crucial. Recent events in Latin America, such as growing instability in countries like Ecuador, Peru, Argentina, and Chile, call for a collective and solidarity-based response. ALBA must evolve and adapt, seeking new cooperation models that might attract countries that distanced themselves in the past.
Additionally, strengthening cultural and social cooperation through educational exchange initiatives and public health programs can deepen bonds between people and reaffirm the value of solidarity. New generations must be actively involved in building this project, using digital tools and social …media to promote awareness and engagement. We must continue to reinforce ALBA’s foundation of respect and mutual support, while encouraging an intergenerational and intercultural exchange that strengthens unity and understanding across Latin America and the Caribbean.
Despite the difficulties, the achievements of ALBA stand as a testament to what is possible when nations commit to solidarity, sovereignty, and social justice. Let us remember that each member country’s unique contributions make ALBA stronger. Our shared vision is not only to counteract external pressures but to build a future that centers on human dignity and a sustainable, equitable path forward.
In conclusion, as we reflect on ALBA’s legacy and its promise for the future, let us remain resolute in our efforts. Our path is one of constant struggle, but also of hope. Together, we can continue to promote a model of cooperation that benefits our people and respects our sovereignty. This project will only succeed if we acknowledge and embrace the diversity of each participating country, paving the way for true regional integration. May ALBA continue to serve as a beacon for all those who seek justice, equality, and freedom.
Thank you.