Connect with us

Esteri

Il Diritto Internazionale sancisce i nuovi equilibri geopolitici mondiali

Una serie di decisioni messe in atto dagli organi decisionali di Diritto Internazionale ha messo in subbuglio le cancellerie di tutto il mondo.

Published

on

Credit foto https://www.altalex.com/documents/news/2017/01/12/diritto-internazionale-privato-italiano-e-diritto-applicabile

Di Fulvio Rapanà

Una serie di decisioni messe in atto dagli organi decisionali di Diritto Internazionale ha messo in subbuglio le cancellerie di tutto il mondo.La richiesta del procuratore della Corte Penale Internazionale Karim Khan di emanare mandati di arresto  per Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant, per presunti crimini di guerra, e per i capi di Hamas, Yehiya Sinwar, il leader delle Brigate Izzedine al-Qassam Mohammed Diab Ibrahim al-Masri e il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh per crimini contro l’umanità,  dal punto di vista giuridico è un atto infamante, che se confermato, avrebbero  risvolti giuridici e non molto rilevanti per chi li ha ricevuti.

A questa prima decisione è seguita oggi,  dell’Alta Corte di Giustizia, la richiesta a Israele  la “sospensione delle attività belliche” per evitare ulteriori eccidi della popolazione civile inerme .

Funzionari israeliani e i loro alleati a Washington hanno espresso “indignazione” sia per la decisione di Karim Khan,  che in una dichiarazione fatta a reti mondiali unificate,  ha detto che il suo ufficio aveva ragionevoli motivi per ritenere che Netanyahu e Gallant fossero responsabili di crimini tra cui utilizzare la fame di civili come metodo di guerra, le uccisioni e gli omicidi intenzionali, attacchi diretti contro una popolazione civile ai fini  di sterminio” e inoltre “dopo l’imposizione di un assedio totale di Gaza, che ha comportato la chiusura completa dei tre valichi di frontiera, dall’8 ottobre 2023 per periodi prolungati, Israele ha  sistematicamente  limitato arbitrariamente il trasferimento di forniture essenziali alla sopravvivenza della popolazione civile”.

La camera preliminare della Corte  sta ora valutando la richiesta di Khan e la tempistica della sua decisione non è chiara anche in relazione alle fortissime pressioni, con minacce anche personali, a cui la corte è sottoposta dal governo Usa e di altri attori non governativi del blocco occidentale   . Mentre l’emissione di mandati contro i leader di Hamas non sarebbe una sorpresa, i mandati contro Netanyahu e Gallant lascerebbero i due israeliani responsabili di arresto nei 124 paesi che compongono gli stati membri della corte (né gli Stati Uniti né Israele sono firmatari del Trattato di Roma). Queste due decisioni segnano una svolta epocale per gli organi giuridici internazionali  che , fino ad ora, hanno sentenze e mandati per signori della guerra e tiranni al di fuori dell’Occidente, incluso il presidente russo Vladimir Putin, ma mai ha perseguito leader eletti di nazioni che fanno parte del blocco occidentale. Se già questo non bastasse le insidie da cui Israele e gli Usa si devono difendere sono anche politiche interne al blocco occidentale. Mi riferisco  all’accusa sempre più incalzante, contro l’amministrazione Biden, di avere occultato le prove dell’utilizzo da parte di Israele di armi americane per la violazione del diritto umanitario “all’insaputa degli Usa”; il dilagare della contestazione giovanile nelle Università dell’occidente contro l’appoggio incondizionato per 80 anni ad una nazione che avrà anche un sistema democratico, molto scricchiolante, ma che viola sistematicamente il diritto internazionale compiendo massacri ed eccidi di popolazioni civili inermi; per ultimo ma non meno rilevante è  il riconoscimento dello stato della Palestina come status nazionale da parte, per il momento, di Spagna, Norvegia e Irlanda rompendo così il “granitico” fronte dell’occidente. 

Non era mai successo da quando sono state creata le  istituzioni giuridiche internazionali, che nell’intenzione  dei fondatori avrebbero dovuto giudicare i nostri nemici,  che inopinatamente, con il cambiare degli equilibri mondiali in corso, hanno finito per mettere sotto accusa le attività poste dalle democrazie occidentali scoprendo  tutta l’ipocrisia insita nella narrazione dell’occidente buono contro il male rappresentato dagli altri. Ovviamente la disinformazione israeliana e delle lobby sioniste si sono violentemente  scagliate contro queste istanze subito accusate  di “antisemitismo” e di avere “equiparato le posizioni di uno stato democratico e di una organizzazione terroristica”. Il monopartitismo Usa come sempre in queste fase concitate si e mosso all’unisono e concordemente; l’amministrazione Biden ha segnalato che avrebbe sostenuto gli sforzi bipartisan del Congresso per  imporre sanzioni alla Corte Penale Internazionale”,  è’  tipico delle destre non difendersi nei processi ma dai processi, in tal modo, seguendo le orme dell’amministrazione Trump, che nel 2020 ha imposto sanzioni a due funzionari della Corte, compreso l’allora procuratore capo, per i loro tentativi di perseguire il personale militare e dell’intelligence statunitense coinvolti in presunti abusi in Afghanistan. Sanzioni  revocate dal presidente Biden l’anno

successivo ma che alla prima occasione le ha reintrodotte pareggiando Trump. Scordiamoci che Biden sia diverso da Trump  sono la stessa cosa cambia solo il tono.

Il mondo diplomatico e accademico occidentale si sono mossi, sia pure con diverse sfumature, in direzione delle istituzioni giuridiche internazionali che hanno messo sotto accusa Israele e gli Usa. Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha affermato in un comunicato che la mossa è “un’opportunità tanto attesa per porre fine al ciclo decennale di impunità che Israele gode nell’occupazione dei territori palestinesi e per ripristinare la credibilità del sistema giudiziario internazionale nel suo complesso”. Dylan Williams, del Center for International Policy con sede negli Stati Uniti, intervistato dal Times ha detto: “La domanda che gran parte del mondo si pone è: le leggi e i processi costruiti dagli Stati Uniti si applicano a tutti allo stesso modo, o gli Stati Uniti e i suoi amici sono esentati?”. Arrivati a questo punto, con  notiziari e talk show che parlano continuamente e  con troppa disinvoltura di :  “Diritto Internazionale”  di “Crimini di guerra”, di “Crimini contro l’umanità”, come si configura il “diritto di difesa” di uno stato o la necessità di “operare militarmente in aree abitate, contro forze non regolari,  in cui obiettivi militari si confondono con quelli civili”. All’indomani di  violenze  catastrofiche come la prima e seconda guerra mondiale , era chiaro che vi era una esigenza di nuove e più forti normi per regolamentare la guerra e responsabilizzare gli eserciti. Nel 1949, una serie di conferenze internazionali convocate dal Comitato Internazionale della Croce Rossa istituirono le quattro Convenzioni di Ginevra nel tentativo di prevenire le violenze più brutali della guerra. Le Convenzioni di Ginevra e, successivamente, i suoi tre Protocolli aggiuntivi riempirono centinaia di pagine con regole specifiche per quasi tutti gli scenari. A differenza delle prime leggi di guerra, le Convenzioni di Ginevra proibivano non solo la violenza insensata ma  qualsiasi forma di violenza contro obiettivi non specificatamente militari. Per stare dentro le norme sancite nelle convenzioni, le parti in conflitto devono distinguere tra civili e combattenti e tra luoghi civili e militari. Soprattutto, non possono mai prendere di mira intenzionalmente civili o “oggetti civili”, come scuole, case private, palazzi , aziende, luoghi di culto e ospedali che non contribuiscono direttamente all’azione militare. Ma  quelle regole avevano come punto di riferimento scontri armati fra eserciti statali per la conquista di terreno al nemico, poco o quasi nulla riguardava scontri armati fra eserciti non statali o tra eserciti regolari e gruppi armati irregolari, in luoghi che non sono le campagne o i deserti o le steppe ma centri abitati in cui vivono civili inermi. Sulla questione concreta le regole, molto generali, che emergono  a riguardo il coinvolgimento di civili sono due: Primo il “principio di proporzionalità”, la cui violazione è contestata ad Israele, è stato codificato nel 1977   “ riconosce che talvolta gli eserciti danneggiano i civili e i beni civili quando perseguono obiettivi militari. Ma la norma richiede che il danno non sia “eccessivo rispetto al vantaggio militare concreto e diretto previsto”; secondo il “principio di precauzione” richiede che gli eserciti debbano prestare costante attenzione a risparmiare i civili e i beni civili, anche se ciò potrebbe rallentare le operazioni militari”. Inoltre per il Diritto Internazionale  “legittima difesa” da parte di uno stato, fino  all’11 di settembre 2001, era  applicabile solo quando un paese si difendeva da un attacco da parte di un altro stato verso il suo territorio o verso la sua popolazione. Israele costituiva un’eccezione degna di nota; tra i suoi avversari figuravano forze irregolari e persone singole dislocate in tutti gli stati del medioriente . Gli Stati Uniti hanno giustificato la loro invasione dell’Afghanistan sostenendo che stavano rispondendo, così come l’amministrazione Bush ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, alla “minaccia continua agli Stati Uniti e ai suoi cittadini posta dall’organizzazione Al-Qaeda che aveva sede e centrale operativa in Afganistan applicando  la “dottrina del non volere o dell’incapacitàsecondo cui l’azione contro una minaccia non statale è giustificata se “il paese in cui si trova l’attore non statale non è disposto o non è in grado di sopprimere la minaccia“. Nel 2009, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha fornito linee guida ai governi su come proteggere i civili nella lotta contro attori non statali. Il documento del CICR ribadiva la regola secondo cui i “civili devono essere protetti dagli attacchi diretti a meno che e per il tempo in cui prendano parte diretta alle ostilità” e inoltre che  “i civili che non prendono parte direttamente alle ostilità devono essere distinti non solo dalle forze armate ma anche da coloro che partecipano alle ostilità“solo su base individuale, sporadica o non organizzata”. Il diavolo come sempre era molto nei dettagli.

Per affrontare la realtà mutevole del combattimento urbano, gli Stati Uniti e altri paesi hanno adottato nuove politiche che ancora una volta mettono i civili nel mirino. Al centro di questo cambiamento c’era il principio dei cosiddetti “oggetti a duplice uso”. Secondo il diritto internazionale umanitario, tutti i siti sono militari o civili; non c’è niente in mezzo. Si presumono civili gli oggetti normalmente destinati a scopi civili, come luoghi di culto, case o scuole. Ma per la nuova dottrina militare questi luoghi destinati a scopi civili   possono perdere il loro status civile se vengono utilizzati per scopi militari. La logica militare dietro la campagna aerea e terrestre di Israele a Gaza è  il risultato di questi cambiamenti incrementali, del Diritto Internazionale ,ai quali sia gli Stati Uniti che Israele hanno contribuito per decenni. Hamas è sia un attore non statale che l’autorità di governo de facto a Gaza determinare chi è un combattente di Hamas e chi no, soprattutto dall’alto, è difficile , ne è prova l’uccisione, con un drone, di tre ostaggi che fuggiti dai rapitori correvano con la bandiera bianca. L’ultima evoluzione di questa dottrina militare prevede, per gli  Stati Uniti e Israele,  che qualsiasi sito che possa plausibilmente qualificarsi come a duplice uso sia un obiettivo militare legittimo. Il danno a un tale obiettivo, quindi,non rientra nel calcolo della proporzionalità. Questo  di considerare luoghi tradizionalmente protetti dagli attacchi come obiettivi legittimi ha significato devastazione per i civili di Gaza. Gli ospedali e le scuole in cui hanno cercato rifugio gli sfollati a causa della guerra sono stati presi di mira da attacchi su larga scala, uccidendo migliaia di persone. Il problema è stato aggravato dall’interpretazione espansiva della proporzionalità da parte di Israele. Come ha detto alla BBC Eylon Levy, portavoce del governo israeliano,” la proporzionalità dal nostro punto di vista significa che il danno collaterale di un dato attacco deve essere proporzionato al vantaggio militare atteso, e il vantaggio militare atteso qui”, ha spiegato, “è quello di distruggere l’organizzazione terroristica che ha perpetrato il più sanguinoso massacro di ebrei dai tempi dell’Olocausto”.

Israele ha trasformato un principio inteso a proteggere i civili in uno strumento per giustificare la violenza. Gli Stati Uniti si sono immediatamente schierati con Israele “Se fanno questo a Israele, noi saremo i prossimi”, ha detto ha detto il senatore Graham centrando perfettamente la questione .

RIPRODUZIONE RISERVATA ©