Esteri
Le Complesse Relazioni Diplomatiche tra Colombia e Israele: Dialogo, Disaccordi e Sfide
Oggi ci troviamo qui per esaminare e riflettere sulle complesse relazioni diplomatiche tra la Colombia e Israele, un tema che ha recentemente guadagnato l’attenzione internazionale. Il 16 ottobre 2023, il presidente colombiano Gustavo Petro ha ribadito con fermezza la contrarietà del suo paese a qualsiasi forma di “genocidio”, sottolineando la disponibilità a interrompere le relazioni con Israele se necessario.
Di Maddalena Celano
Oggi ci troviamo qui per esaminare e riflettere sulle complesse relazioni diplomatiche tra la Colombia e Israele, un tema che ha recentemente guadagnato l’attenzione internazionale. Il 16 ottobre 2023, il presidente colombiano Gustavo Petro ha ribadito con fermezza la contrarietà del suo paese a qualsiasi forma di “genocidio”, sottolineando la disponibilità a interrompere le relazioni con Israele se necessario. Questa dichiarazione ha scatenato una serie di reazioni da entrambe le parti, evidenziando disaccordi significativi sulla recente crisi in Medio Oriente. La controversia si è intensificata quando il ministero degli Esteri israeliano ha convocato l’ambasciatrice colombiana, Margarita Manjarrez, per censurare le dichiarazioni del presidente Petro, considerate un’ “istigazione all’antisemitismo”. La risposta decisa di Petro, richiamando l’attenzione sull’implicazione di ex militari israeliani nella guerra civile colombiana, ha ulteriormente accentuato le divergenze. Il presidente Petro ha proposto un dialogo costruttivo, sottolineando la necessità di sedersi a un tavolo negoziale per cercare una soluzione basata sulla coesistenza di due Stati sovrani. Allo stesso tempo, ha condannato l’assedio completo di Gaza da parte di Israele in risposta agli attacchi di Hamas, definendolo un “ritorno ai campi di concentramento”. Questa affermazione ha innescato una serie di confronti pubblici, compreso un invito dell’ambasciatore israeliano a Bogotà a visitare il Museo di Yad Vashem e i campi di Auschwitz-Birkenau. Le tensioni tra i due paesi sono ulteriormente acuite dalla storia complicata delle relazioni, con particolare riferimento all’implicazione di ex militari israeliani nella guerra civile colombiana. Yair Klein, noto mercenario e ex militare israeliano, ha generato controversie nel contesto colombiano, con accuse di addestramento di gruppi paramilitari coinvolti in violazioni dei diritti umani. Il presidente colombiano ha cercato di sollevare la questione dell’estradizione di Yair Klein, ma Israele ha respinto tali richieste, causando la sospensione dei rapporti commerciali e delle esportazioni di armi tra i due paesi. Inoltre, l’ombra del famoso agente israeliano Rafi Eitan, coinvolto nella guerra contro l’ELN e in altre operazioni, ha aggiunto ulteriori strati di complessità a questa intricata storia diplomatica. La Colombia, nel tentativo di fare chiarezza su questa vicenda, ha scoperto documenti che confermano l’assunzione di Rafi Eitan come consigliere per la sicurezza del presidente colombiano Virgilio Barco. La sua missione principale era l’annientamento dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), ma questo contratto, mai reso pubblico, è stato oggetto di dibattito e critiche.
In conclusione, ci troviamo di fronte a una trama diplomatica intricata che coinvolge non solo le attuali divergenze tra Colombia e Israele, ma anche il passato controverso legato, appunto, a personaggi chiave come Yair Klein e Rafi Eitan. Il nostro compito è comprendere appieno la storia, affrontare le divergenze attuali e cercare vie per una cooperazione futura basata sulla comprensione reciproca e il rispetto dei principi fondamentali dei diritti umani e della sovranità nazionale. “Il presidente della Colombia non si insulta. Chiamo l’America latina a una solidarietà reale con la Colombia. Né gli Yair Klein, ne i Raifal Eithan potranno dire qual è la storia della pace in Colombia”, ha proseguito Petro ricordando due ex militari israeliani coinvolti nella guerra civile colombiana. “Hanno scatenato i massacri e il genocidio in Colombia”, ha aggiunto. Petro, dopo aver ricordato che “uccidere bambini innocenti significa terrorismo, sia in Colombia sia in Palestina”, ha invitato le parti a sedere a un tavolo negoziale per arrivare alla soluzione di due Stati sovrani. Inoltre, il movimento palestinese Hamas ha rilanciato su Telegram un messaggio pubblicato da Petro su X l’8 ottobre, all’indomani degli attacchi, e ora fissato come il primo nel profilo: “L’unico modo in cui i bambini israeliani possano dormire in pace è che dormano in pace i bambini palestinesi”. Una citazione a metà, peraltro, dal momento che la prima frase dell’originale, omessa, ribaltava il ragionamento: “L’unico modo in cui i bambini palestinesi possano dormire in pace è che dormano in pace i bambini israeliani”. Una condizione, aggiungeva Petro, che “non si otterrà mai con la guerra”, ma “con un accordo di pace che rispetti la legalità internazionale e il diritto dei due popoli a vivere in libertà”. Un messaggio accompagnato da una galleria di foto “di bambini palestinesi assassinati per l’occupazione illegale del loro territorio”. La Colombia ha tentato di chiedere l’estradizione di Yair Klein, ma Israele ha respinto tali richieste. Klein ha dichiarato di essere disposto ad aiutare a combattere la guerriglia in Colombia e ha criticato la smobilitazione di vari gruppi paramilitari. Le dichiarazioni di Petro hanno portato a una sospensione dei rapporti commerciali e delle esportazioni di armi tra Israele e la Colombia. Rafi Eitan, il “cacciatore di nazisti” israeliano che fu consigliere del governo colombiano: la sua missione principale sarebbe stata quella di porre fine all’ELN. Anche se all’epoca il governo colombiano non lo rese pubblico, esistono documenti che confermerebbero l’assunzione dell’uomo che trovò Adolf Eichmann, che era a capo dei campi di sterminio dove furono assassinati circa sei milioni di ebrei. Rafi Eitan, il famoso agente dei servizi segreti israeliani che l’11 maggio 1962, in via Garibaldi in Argentina, catturò Adolf Eichmann, incaricato di confinare gli ebrei e portarli nei campi di sterminio durante il regime di Adolf Hitler, era consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex presidente colombiano Virgilio Barco. Questo contratto, che il Governo nazionale non ha mai reso pubblico, è stato annunciato la mattina del 13 dicembre da Alberto Donadío, uno dei pionieri del giornalismo investigativo in America Latina e “padre” del diritto all’informazione pubblica in Colombia, attraverso un rapporto per El Espectador. Eitan, morto il 23 marzo 2019, era il direttore dell’agenzia di intelligence israeliana Mossad e pare abbia messo piede sul suolo colombiano nel 1989. Il 3 settembre di quell’anno, il Washington Post pubblicò che Eitan, nominato direttore della società Israel Chemicals dopo uno scandalo per spionaggio contro gli Stati Uniti – alleati di Israele – avrebbe avuto più tempo libero “per esercitare la carica di consigliere per la sicurezza” nazionale del presidente della Colombia, Virgilio Barco Vargas.” La notizia all’epoca passò inosservata ai media colombiani, nonostante rappresentasse un onore, almeno sulla carta, avere nel governo l’uomo che viaggiò per il mondo per catturare Eichamann, il “ministro della morte” che fece assassinare quasi sei milioni di ebrei e sul quale sono stati scritti più di 470 libri. La più grande scommessa dell’allora governo colombiano, guidato da Virgilio Barco, con l’assunzione di Eitan, sarebbe stata l’annientamento dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Un libro pubblicato in Francia nel 2000, sui cartelli della droga in Colombia, del prof. Alberto Donadío, parla di incontri tra la spia israeliana e il ministro della Difesa, Rafael Samudio Molina; per discutere su come porre fine a quella guerriglia. L’israeliano di cui hanno parlato i media colombiani è Yair Klein, ex militare e mercenario, che alla fine degli anni ’80 realizzò tre addestramenti per gruppi paramilitari a Magdalena Medio.
Documenti ritrovati
Tra i documenti rinvenuti da Alberto Donadío, che supportano la prima parte del suo rapporto sull’assunzione di Rafi Eitan come consigliere per la sicurezza di Virgilio Barco, spicca la bozza di un contratto con una società di sicurezza israeliana per quasi un milione di dollari, comprese le parcelle degli Stati Uniti $ 535.714. A quel tempo, il consulente legale di Virgilio Barco era Jorge Humberto Botero, oggi Presidente Esecutivo della Federazione degli Assicuratori Colombiani (FASECOLDA). Donadío ha annunciato che nella stessa bozza, dove non figurava il nome di Rafi Eitan, lo Stato colombiano si impegnava a coprire le spese di viaggio del personale per 55 dollari al giorno e “fino a 50 biglietti di trasporto aereo, andata e ritorno, nell’aeroporto di Tel Linea Aviv-Bogotá-Tel Aviv”, secondo le informazioni contenute nel documento. Bejarano Arias al suo capo Jorge Humberto Botero, il cui oggetto è indicato come “KPI Contract”, le iniziali di Ktalav Promotion and Investment Ltd., una società con sede a Londra, e un foglio di bilancio, il totale il cui importo è di US$ 925.308. Ciò che Alberto Donadío ha proposto nella sua indagine è che il contratto con la KPI era un travestimento per la spia israeliana in Colombia o che avrebbero potuto essere stipulati due contratti di intelligence, uno con il “cacciatore di nazisti” e l’altro con la suddetta società. Sebbene il governo colombiano non abbia reso pubblico il contratto di Eitan, documenti confermerebbero la sua assunzione. Sempre il professore e giornalista investigativo Alberto Donadío ha rivelato che Eitan, deceduto nel marzo 2019, era direttore del Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana. Nel 1989, il Washington Post annunciò che Eitan, allora direttore della Israel Chemicals, avrebbe svolto il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale del presidente colombiano Barco. Nonostante l’onore di avere una figura chiave nella cattura di Eichmann nel governo, la notizia passò inosservata nei media colombiani. Documenti recuperati da Donadío includono una bozza di contratto con una società di sicurezza israeliana, impegno finanziario dello Stato colombiano per coprire spese di viaggio e biglietti aerei, ma si è suggerito che il contratto con una società denominata Ktalav Promotion and Investment Ltd., con sede a Londra, potrebbe essere stato un travestimento per l’operato di Eitan in Colombia. L’inchiesta di Donadío ha sollevato l’ipotesi che potrebbero essere stati stipulati due contratti di intelligence, uno con Eitan e l’altro con la società menzionata.
Rafael Eitan: Una Vita di Servizio tra Militare e Politica
Rafael “Raful” Eitan è stato un personaggio di spicco in Israele, noto sia per il suo ruolo di generale nelle forze di difesa israeliane sia per la successiva carriera politica. Nato ad Afula nel gennaio 1929, ha svolto un ruolo significativo nella storia del paese, segnandosi sia nel campo militare che in quello politico.
Carriera Militare di Eitan
La sua carriera militare è iniziata come giovane ufficiale nel Palmach, la forza d’élite dell’ Haganah, durante la Guerra d’Indipendenza di Israele. Durante questa guerra, Eitan si distinse particolarmente a Gerusalemme, ricevendo una ferita alla testa nella battaglia del Monastero di San Simone nell’aprile 1948. Successivamente, Eitan ha continuato a prestare servizio nel 10° battaglione di fanteria nella regione di Lachish-Negev. Nel 1954, è stato nominato comandante di una compagnia di paracadutisti nell’unità 101, guadagnandosi la Medaglia al Valore durante l’operazione Kinereth nel 1955. Durante la Guerra del Sinai nel 1956, Eitan ha comandato l’890° battaglione paracadutisti, partecipando all’attacco con paracadute al Passo Mitla il 29 ottobre. La sua leadership ha contribuito significativamente agli sforzi israeliani in questa guerra. La sua carriera militare ha raggiunto l’apice durante la Guerra dei Sei Giorni, dove, come colonnello, ha guidato la brigata di paracadutisti sul fronte di Gaza. Ha subito una grave ferita alla testa durante un’avanzata verso il Canale di Suez. Nel 1969, Eitan è stato nominato capo delle forze di fanteria e successivamente comandante di divisione. Il 1 aprile 1978, Eitan è stato nominato capo delle forze di difesa israeliane, giocando un ruolo chiave nella disciplina e nell’efficacia dell’esercito. Durante la Guerra del Libano nel 1982, ha guidato l’AC (Israeli Defense Forces) in un conflitto complesso, ottenendo alcuni successi militari ma ricevendo anche critiche per l’espansione oltre i limiti previsti dell’operazione. Dopo il ritiro dall’esercito nel 1983, Eitan è entrato in politica. Con una visione conservatrice, ha fondato il partito Tehiya (“rinascita”) e successivamente il partito ultranazionalista Tzomet (“crocevia”). La sua piattaforma politica rifletteva posizioni conservative sulla difesa e la politica estera, ma con un approccio liberale e una piattaforma domestica secolare. Eitan è stato eletto alla Knesset nel 1984 e ha ricoperto la carica di ministro dell’Agricoltura dal 1988 al 1991. Nonostante le sue abilità politiche, ha avuto difficoltà a mantenere il controllo del suo partito, portando a scissioni interne. Nel 1996, Tzomet ha formato una coalizione con Likud e Gesher, contribuendo a far eleggere Benjamin Netanyahu come primo ministro. Tuttavia, a causa di indagini penali, Eitan non poté assumere il ruolo di ministro degli Interni come promesso. Nel 1999, Tzomet non ottenne seggi alla Knesset, segnando la fine della carriera politica di Eitan. Al di là del contesto israeliano, Eitan è stato coinvolto anche in affari esteri. Si dice che abbia proposto, in veste di consigliere del governo, l’assassinio dei membri del partito politico colombiano dell’Unione Patriottica. Il 23 novembre 2004, Eitan ha incontrato una fine tragica. Mentre supervisionava un progetto per bonificare la terra dal mare al porto di Ashdod, è stato travolto da una grande onda, lasciandolo smarrito per ore. Nonostante i tentativi di rianimazione, è stato dichiarato morto. La sua morte ha suscitato tristezza in tutto Israele, poiché era considerato un eroe nazionale.
Yair Klein: Le sfide della giustizia internazionale e la controversa figura del mercenario israeliano accusato di addestrare milizie in Colombia
Yair Klein, noto anche come Jair Klein, è un ex tenente colonnello dell’esercito israeliano e fondatore di una compagnia mercenaria privata chiamata Spearhead Ltd. Attraverso questa società, Klein ha fornito armi e addestramento alle forze armate in Sud America, Libano e Sierra Leone. La sua compagnia, Spearhead Ltd, è stata accusata di addestrare squadroni della morte dei trafficanti di droga e milizie di destra in Colombia negli anni ’80. Queste attività hanno portato alle condanne di Klein da parte delle autorità giudiziarie colombiane. In particolare, è stato accusato di addestrare membri di gruppi paramilitari colombiani e milizie di narcotrafficanti, tra cui Gonzalo Rodríguez Gacha e Pablo Escobar Gaviria. Il governo colombiano ha tentato senza successo di ottenere l’estradizione di Klein da Israele. In un’intervista del 2007 con Caracol TV, Klein ha sostenuto di essere stato inviato in Colombia su richiesta della Polizia Nazionale per addestrare i suoi membri. Ha anche dichiarato la sua disponibilità a tornare indietro per aiutare a distruggere i guerriglieri delle FARC, criticando nel contempo la smobilitazione dei paramilitari. Un episodio notevole nella sua carriera è lo scandalo “Guns for Antigua” del 1989, in cui, con l’aiuto di Bruce Rappaport, è stato coinvolto nel riciclo di armi da Israele attraverso Antigua fino alla Colombia. Klein è stato processato e condannato per esportazione illegale di attrezzature e competenze militari senza le licenze necessarie presso la Corte dei Magistrati di Gerusalemme. Ha dichiarato di essersi dichiarato colpevole per porre fine alla caccia alle streghe basata su voci dannose per lui e lo Stato. Klein ha trascorso anche 16 mesi in una prigione della Sierra Leone tra il 1999 e il 2000, accusato di contrabbando di armi ai ribelli del Fronte Unito Rivoluzionario, un esercito di guerriglia ribelle coinvolto in una guerra in Sierra Leone dal 1991 al 2002. L’Interpol ha emesso un mandato di arresto internazionale per Klein il 3 aprile 2007, insieme ad altri due collaboratori israeliani, Melnik Ferri e Tzedaka Abraham. Le accuse includono associazione a delinquere e istruzione al terrorismo.Klein è apparso stanco e con aria di sfida mentre lasciava il terminal dell’aeroporto in Israele sabato mattina presto. Indossava un maglione color kaki e pantaloni beige e trasportava il proprio bagaglio. Ha detto ai media israeliani che gli mancavano soprattutto le donne durante il suo periodo dietro le sbarre. Dapprima si è mostrato ostile verso lo sciame di giornalisti, poi li ha ringraziati per aver contribuito al suo rilascio. Ha anche accennato alle cospirazioni americane e russe. Klein è stato arrestato nell’agosto 2007 mentre atterrava in un aeroporto di Mosca. La Russia ha tentato di estradarlo in Colombia, ma dopo anni di contenzioso, ha accettato una sentenza non vincolante della Corte europea dei diritti dell’uomo che affermava che Klein non dovrebbe essere estradato per paura che non avrebbe ricevuto un processo equo. Klein è stato condannato in Colombia per aver contribuito a organizzare campi di addestramento per insegnare agli eserciti privati che lavorano per i signori della droga Pablo Escobar e Gonzalo Rodriguez Gacha sugli esplosivi, le autobombe e gli omicidi di alto profilo. Successivamente gli eserciti si trasformarono negli squadroni della morte di destra della Colombia. Klein, ex tenente colonnello dell’esercito israeliano, è apparso in un video del 1998 utilizzato per addestrare squadre di estrema destra. Nel 1991, è stato condannato per aver venduto armi a gruppi illegali colombiani e multato di 13.400 dollari da un tribunale israeliano. Ha anche trascorso 16 mesi in una prigione della Sierra Leone nel 1999 per il suo ruolo in un affare di armi in cambio di diamanti insanguinati.Le parole di Jose-Miguel Vivanco di Human Rights Watch, dichiarando che “Israele non dovrebbe essere un rifugio sicuro per qualcuno implicato nelle atrocità commesse in Colombia”, riflettono le preoccupazioni globali sulle falle nel sistema di estradizione internazionale. Al contempo, il silenzio del portavoce del Ministero degli Esteri israeliano aggiunge un elemento di mistero a questa vicenda. Nonostante Klein sia stato condannato in contumacia nel 2001 a quasi 11 anni di prigione dalla Colombia, funzionari colombiani indicano la volontà di continuare gli sforzi per la sua estradizione. Tuttavia, è evidente che Israele potrebbe mostrare resistenza nell’affrontare la prospettiva di consegnare uno dei propri cittadini per essere processato altrove. Il ritorno di Klein in Israele è stato descritto come un momento di stanchezza e sfida, con il suo abbigliamento kaki e beige mentre lasciava il terminal dell’aeroporto sabato mattina presto. Tuttavia, la sua menzione di presunte cospirazioni americane e russe aggiunge un ulteriore livello di complessità a questa storia. Ricordiamo che Yair Klein è stato arrestato nell’agosto 2007 in un aeroporto di Mosca, e la Russia ha tentato di estradarlo in Colombia. Dopo anni di contenzioso, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza non vincolante sostenendo che Klein non dovrebbe essere estradato per paura di non ricevere un processo equo. Il cuore della questione è la sua condanna in Colombia per aver contribuito all’organizzazione di campi di addestramento, dove eserciti privati ricevettero istruzioni su esplosivi, autobombe e omicidi ad alto profilo. Questi gruppi successivamente si trasformarono negli squadroni della morte di destra della Colombia. Infine, nel 1991, Klein è stato condannato per la vendita di armi a gruppi illegali colombiani, e nel 1999 ha trascorso 16 mesi in una prigione della Sierra Leone per il suo coinvolgimento in un affare di armi in cambio di diamanti insanguinati. In conclusione, questo caso non riguarda solo un individuo, ma solleva domande più ampie sulla responsabilità internazionale, la giustizia e il ruolo degli stati nell’affrontare accuse di gravi violazioni dei diritti umani. La comunità internazionale deve riflettere su come affrontare tali sfide e garantire che non esistano rifugi sicuri per coloro che sono coinvolti in atti di violenza e atrocità.L’inaspettato ritorno in Israele di Yair Klein, l’ex tenente colonnello dell’esercito israeliano ricercato in Colombia per aver addestrato milizie responsabili di centinaia di omicidi, ha sollevato interrogativi cruciali sulle sfide della giustizia internazionale e sulla cooperazione tra nazioni. Klein è accusato di aver addestrato gruppi paramilitari di estrema destra negli anni ’80, i quali, durante un decennio di regno del terrore in Colombia, hanno perpetrato crimini atroci, inclusi omicidi e il furto di terre. Le parole di Jose-Miguel Vivanco di Human Rights Watch, dichiarando che “Israele non dovrebbe essere un rifugio sicuro per qualcuno implicato nelle atrocità commesse in Colombia”, sollevano interrogativi sulla responsabilità di uno Stato nel fornire rifugio a individui coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani. Il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, tuttavia, ha mantenuto il silenzio, lasciando aperte numerose domande in merito alla posizione ufficiale dello Stato su questo caso. Nonostante Klein sia stato condannato in contumacia nel 2001 a quasi 11 anni di prigione dalla Colombia, funzionari colombiani hanno annunciato l’intenzione di continuare gli sforzi per la sua estradizione. Tuttavia, è emerso che Israele potrebbe mostrare resistenza nell’affrontare la prospettiva di consegnare uno dei propri cittadini per essere processato altrove. Il ritorno di Klein in Israele, è stato caratterizzato da una combinazione di stanchezza e sfida, come dimostra il suo atteggiamento mentre lasciava il terminal dell’aeroporto israeliano. Il cuore della questione risiede nella condanna di Klein in Colombia, dove è stato accusato di organizzare campi di addestramento per milizie coinvolte con i signori della droga Pablo Escobar e Gonzalo Rodriguez Gacha. Gli eserciti formati in questi campi si trasformarono successivamente negli squadroni della morte di destra, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Infine, va menzionato che Klein, nel 1991, è stato condannato per la vendita di armi a gruppi illegali colombiani, e nel 1999 ha trascorso 16 mesi in una prigione della Sierra Leone per il suo coinvolgimento in un affare di armi in cambio di diamanti insanguinati. Questo caso non riguarda solo un individuo, ma solleva domande più ampie sulla responsabilità internazionale, la giustizia e il ruolo degli stati nell’affrontare accuse di gravi violazioni dei diritti umani. La comunità internazionale deve riflettere su come affrontare tali sfide e garantire che non esistano rifugi sicuri per coloro che sono coinvolti in atti di violenza e atrocità. Per concludere, ricordiamo le vittime di questi sanguinosi conflitti, a cui hanno collaborato (e stanno collaborando pienamente) paesi “occidentali” come USA (e Israele). In Colombia, le vittime di desplazamiento forzado (sfollati a causa del conflitto) sono 7.752.964 tra il 1985 e il 2019, anche se secondo i dati dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) oggi si parla di più di 8 milioni di persone. I numeri restituiscono la misura di ciò che ha affrontato la Commissione per La Verità: 450mila morti, 120mila desaparecidos, oltre 16mila minori reclutati. Per quanto concerne il Medioriente, secondo le autorità sanitarie palestinesi, gli ultimi raid su Gaza hanno ucciso 166 persone, portando il bilancio della guerra a oltre ventimila morti e cinquantamila feriti, la maggior parte donne e minorenni. A quasi due mesi dall’inizio dell’invasione di Gaza, Israele ha perso 115 soldati, pari allo 0,62% rispetto agli oltre 18.500 palestinesi uccisi nello stesso periodo di tempo. Se al conto delle vittime si aggiungono le 1.200 persone uccise da Hamas, durante l’attacco del 7 ottobre, la percentuale sale al 7,11%.
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